La Cascina Cuccagna è, ad oggi, un’anomalia. Incastrata tra via Muratori, viale Umbria e via Friuli, rappresenta una curiosa sacca di resistenza agreste all’interno del centro della città di Milano. Dichiarata inagibile negli anni Novanta, trascurata dal Comune e dimenticata dai cittadini, l’antica cascina ha rischiato seriamente di finire inglobata nel tessuto urbano di una metropoli poco usa ai sentimentalismi. Eppure, con un’iniziativa sociale proveniente dal basso, poco prima del volgere del millennio è nato il Consorzio Cantiere Cuccagna, che ha ottenuto la cascina in concessione ventennale dal Comune di Milano e ha dato vita a un ambizioso progetto di recupero e riqualificazione, guadagnandosi nel tempo l’appoggio degli abitanti della Zona 4 (dove è situato lo stabile) e di enti e associazioni di prestigio, tra le quali il FAI (Fondo Ambientale Italiano).
Prospettive comuni: incontro e aggregazione
All’interno di questo patrimonio storico-architettonico, Cascina Cuccagna costituisce un’eccezione: col suo ingresso su via Muratori, a pochi passi da Porta Romana, è la cascina più centrale di Milano. Inoltre, essa può vantare una lunga storia che trova origine a fine XVII secolo, quando ne cominciò la costruzione.
Le prime testimonianze ufficiali sul casolare risalgono addirittura ai documenti catastali del 1722, quando ancora lo stabile era noto come Cascina Torchio (il nome attuale lo erediterà attorno al 1920 da una cascina nelle vicinanze) ed era di proprietà dei Padri Fatebenefratelli, i quali vi coltivavano erbe mediche. Ora, Cascina Cuccagna potrebbe tornare agli antichi fasti. Ma affinché il progetto non finisca presto dimenticato, non è sufficiente che siano terminati i lavori di ristrutturazione (per i quali manca, tra l’altro, ancora parte dei tre milioni e mezzo di euro necessari): la cascina dovrà essere concretamente vissuta dagli abitanti di Milano. I meneghini, cittadini indaffarati per antonomasia, risponderanno all’appello?
(01/04/09)
“Aria nuova” per la vecchia Cascina Cuccagna
L’energia proveniente dal sole e dalla terra sono gli ingredienti che, assieme ai sistemi tradizionali, costituiscono il progetto energetico per la climatizzazione della Cascina Cuccagna, che sta risorgendo dal suo passato per divenire un punto di incontro e confronto, anche sul tema energetico. I pannelli fotovoltaici ad alto rendimento saranno posizionati sul tetto semi trasparente del nuovo auditorium, che sorgerà nell’attuale cortile per catturare l’energia solare e trasformarla in elettricità; scambiatori di calori saranno posizionati nel terreno a pochi metri di profondità per sfruttare la tempera quasi costante del sottosuolo; in inverno per estrarre il calore, in estate il fresco da utilizzare per il condizionamento. Il tutto inserito nel progetto architettonico di restauro conservativo dell’immobile, rendendo quindi armonico l’inserimento della nuova tecnologia, con i suoi tubi, accumulatori, macchine con l’edificio già presente nella prima metà del 1700. (notizie fornite dall’Ing. Gianni Brugo, progettista)