A Toturpuram, una città incandescente e polverosa sulle rive dell’India meridionale, Sripathi Rao vive nella Grande Casa dei suoi avi, ormai decrepito monumento a un passato ingombrante, cercando goffamente di reggere le sorti della sua famiglia, in apparenza prigioniera delle tradizioni dell’antica e gloriosa casta cui appartiene.
La madre Ammayya, la Strega, vedova eccentrica e avara che tiranneggia familiari e servitù; la sorella Putti, in perenne attesa di un pretendente; Nirmala, moglie fedele e saggia, e Arun, il figlio disoccupato, attivista del movimento ambientalista.Intorno a loro, si svolgono le mille storie della città, con le sue strade arse dal sole, affollate e colme di vita, e l’inconsapevole comicità dei suoi abitanti.
La notizia improvvisa della tragica scomparsa di Maya, la figlia da anni ripudiata perché sposata a un americano, sconvolge la vita di tutti, costringendo Sripathi a ripensare al passato e a prendersi cura della nipotina Nandana, a lui affidata in custodia. Sarà proprio lei, piccola e silenziosa, con il suo sguardo irriverente verso le usanze di un Paese sconosciuto, a riportare inaspettatamente la serenità e l’armonia nella Grande Casa.
Considerata la voce emergente della narrativa anglo-indiana, Anita Rau Badami esplora con occhio partecipe e ironico la complessità dei rapporti famigliari, svelando il potenziale eroico racchiuso nei piccoli gesti quotidiani, nella capacità di mettersi in discussione e saper accettare i compromessi, e ci consegna un’immagine assolutamente autentica e intensa dell’India post-coloniale, con i conflitti irrisolti di una società ancora alla ricerca di un equilibrio tra tradizione e modernità.