Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

Miniguida dei 192 Paesi membri dell’ONU: Micronesia-Suriname

24ª puntata della presentazione, in pillole, tra storia, geografia, turismo e gossip, degli Stati che fanno parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite

Veduta di Pohnpei (Foto: © FSM Visitors Board)
Veduta di Pohnpei (Foto: © FSM Visitors Board)

Stati Federati della Micronesia – Ohibò, un posto dal nome che finisce con ‘Esia’ (e deriva dall’antico greco ‘issos’, isola) ma non è la Polinesia (arcinota perché -oltre a essere bellissima- fa chic andarci in quanto lontana e carissima). E allora cos’è ‘sta Micronesia? Beh, molto sommariamente trattasi (ma è meglio se il gentile lettore si dota di un bel mappamondo) di tutti quegli arcipelaghi nell’emisfero nord dell’oceano Pacifico che ‘partendo’ da ovest (a destra) delle Filippine finiscono dalle parti (a est, sinistra) delle Hawaii. Distanze (“a spanne”) enormi laddove un’unghia sulla carta geografica equivale a migliaia di kilometri. Ne sa qualcosa l’umile scrivano che con un volo della Continental Air Micronesia si fece tutto il tragitto (è il caso di dire “isole comprese”) impiegando quasi un giorno (ma a un certo punto perdi la sinderesi tra fusi orari e linea del cambiamento di data) per andare da Palau a Honolulu.

Un bel casino di Stati: quelli Federati della Micronesia (capitale Pohnpei, e ne fanno parte Yap, Truk, Kosrae), poi le Marshall e Palau che fanno Stato a sé –quindi sono membri dell’Onu eppertanto vedi voci relative-, poi i territori (Guam) e da quelli parti c’è pure un Commonwealth, quello delle Marianne (ma Usa, non British). Un bel casino, davvero bello sia per la confusione dei tanti posti affioranti dall’acqua sia per la bellezza dei panorami (isole a misura d’uomo, mare “mozzafiato”, come dicono le giovani giornaliste di turismo). Per i più vecchi che tuttora ricordano i films di John Wayne tanti (e intriganti) i ricordi delle vicende belliche tra Japs e Marines nella WWII World War Two. Andarci? Certamente! Se si parla di oceani un vero viaggiatore lasci ai turisti l’Atlantico e l’Indiano e parta per il Pacifico. Come lo scrivano dichiara da una vita, il Pacifico non è un Oceano ma ”L’Oceano”.

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Gole del Grand Canyon
Gole del Grand Canyon

Stati Uniti d’America – Tutti sanno cosa e dove sono gli Stati Uniti, salvo quelli che sono andati a New York e dicono di essere stati negli Stati Uniti. Costoro (i cultori dello shopping Mordi e Fuggi nella Grande Mela, manco il tempo di andare a vedere Washington) al massimo possono dire di essere stati in America, perché da tempo New York non è più una città degli States essendo divenuto un bel casino multietnico nelle cui stazioni del metrò, entro breve, i pochi anglosassoni rimasti si ritroveranno a leggere soltanto annunci in spagnolo. Per dirla col poeta gli Stati Uniti sono tutta quella cosa che c’è nel nord America tranne (come detto) New York, il Canada, il Messico e Miami. Perché anche nella megalopoli della Florida, di Yankees ne sono rimasti pochi e pure i ricchi ebrei svernanti lungo la Collins Ave se ne sono andati, lasciando il posto ai cubani scappati dal Fidel e agli imitatori dei sartomodaioli italiani, sessualmente non fanatici, che hanno scelto un posto forse giusto (per le balde raffinate ‘omozioni’ che cercano), ma ci vanno alle date sbagliate (in agosto a Miami si muore per il caldo umido). Gli Stati Uniti d’America sono quindi così grandi da consigliarsi al gentile lettore di acquistarsi una guida.

Cape Point, Sudafrica
Cape Point, Sudafrica

Sudafrica – La patria di Ohm Kruger (leggendario eroe dei Boeri, coloni di origine olandese, nella guerra contro l’impero della regina Victoria), di Nelson Mandela e di Charlize Theron (che l’è proprio una ‘bela tosa’). Un Paese bellissimo, da vedere (Città del Capo -di Buona Speranza- assiste all’incontro degli oceani Indiano ed Atlantico; nell’interno le celebri miniere di oro e diamantoni), per ora poco noto (i turisti italiani vanno soprattutto in Namibia, fa più snob) ma lo sarà entro breve (nel 2010 il Sudafrica ospiterà i Mondiali di Pallone). Consiglio: il viaggiatore eviti di visitare il Parco Kruger (un tempo magnifico habitat di veri, genuini animali ‘selvatici’ –leoni, elefanti, gazzelle, ‘rhinos’- che adesso, dopo lustri e lustri, sono diventati più innocui e domestici di Topolino e Paperino.

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Sudan – ‘Sotto’ l’Egitto, enorme ma in rapporto poco popolato (più di 8 volte il Belpaese per meno della metà degli abitanti, salvo le terre bagnate dal Nilo il resto è deserto, sabbia e pietre). Turismo? È il caso di dire “basta la parola”, che sarebbe Darfur, e il lettore capirà perché è il caso di “Tiremm Innanz” passando al successivo membro dell’Onu.

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