Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Oasi italiane: sotto osservazione il clima che cambia

WWF e Microsoft avviano un progetto comune in collaborazione con l’Università della Tuscia per difendere la biodiversità italiana dagli impatti del global warming, il riscaldamento del pianeta

La Torre di Capo Rama a Terrasini, Palermo (Foto: G. Culmone)
La Torre di Capo Rama a Terrasini, Palermo (Foto: G. Culmone)

“Osservatorio Oasi”

è il nome di un progetto iniziato sabato scorso che istituisce centrali di monitoraggio dei mutamenti climatici e dell’influenza di questi sulla vita delle specie animali e vegetali all’interno di 16 Oasi WWF in 10 regioni italiane. Questo progetto fa parte della campagna WWF contro i cambiamenti climatici chiamata “GenerAzione Clima”.
Il progetto ha tre finalità: la prima è la creazione di un database nazionale dei dati che verranno poi inseriti nelle reti di monitoraggio europee. La seconda vuole calcolare la potenzialità delle Oasi WWF in termini di “assorbimento” del Carbonio. La terza prevede l’elaborazione di previsioni a medio-lungo termine per attivare specifiche misure di adattamento e conservazione della biodiversità. L’Università della Tuscia, il Corpo Forestale dello Stato e il Museo zoologico di Roma collaborano alla riuscita del progetto. Inoltre si sta realizzando un centro dimostrativo del progetto e un’attività sperimentale di monitoraggio dei gas serra presso l’Oasi di Orbetello.

Mediterraneo tropicale

Fenicotteri nell'Oasi di Orbetello (Foto: Fabio Cianchi)
Fenicotteri nell’Oasi di Orbetello (Foto: Fabio Cianchi)

Questo progetto si è reso necessario dalla considerazione che l’aumento di circa 1° della temperatura media italiana negli ultimi 100 anni ha cambiato il numero e il tipo di specie animali e vegetali nel nostro Paese. Nel mediterraneo sono comparse 750 nuove specie tropicali o subtropicali, gli alberi fioriscono e fruttificano circa 15 giorni prima, i ghiacciai si sono ritirati del 50% in 150 anni, il suolo si è inaridito e le specie di montagna sono in pericolo. Secondo Antonio Canu, direttore scientifico del WWF Oasi: “Abbiamo bisogno di studiare nuove soluzioni per difendere e aumentare le possibilità di adattamento di specie e habitat allo stress climatico.”
Per Gianfranco Bologna, Direttore scientifico del WWF Italia: “ Creando all’interno delle Oasi un osservatorio sistematico e permanente si gettano le basi per studiare gli impatti del cambiamento climatico sulla nostra biodiversità”.

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Le aree sotto la lente: dalla lombarda Vanzago alle Saline di Trapani

Lago di Burano vicino Capalbio (Foto: Fabio Cianchi)
Lago di Burano vicino Capalbio (Foto: Fabio Cianchi)

Le Oasi WWF esistono da oltre 40 anni. Sono 130 aree naturali per circa 37.000 ettari di territorio distribuite in tutta Italia che rappresentano quasi tutti gli ambienti naturali del nostro Paese.
Le Oasi selezionate sono in Lombardia: Vanzago e Valpredina; in Trentino Alto Adige: Valtrigona; in Veneto: Valle Averto, in Toscana: Orbetello, Burano, Bosco Rocconi, Padule di Bolgheri e Padule Orti-Bottagone; in Umbria: Alviano; nel Lazio: Macchiagrande; in Campania: Persano e Cratere degli Astroni; in Puglia: Le Cesine; in Sardegna: Monte Arcosu; infine in Sicilia: Saline di Trapani.

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