Nel corso dell’ultima giornata di lavori della conferenza nazionale “Parchi per una sola terra” è stata siglata la “Carta di Feltre”, un manifesto che i rappresentanti dei Parchi hanno deciso di sottoscrivere per fissare i punti qualificanti del dibattito sul futuro delle Aree naturali protette.
La conferenza è stata ospitata dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi a Feltre e ha riunito gli “Stati generali” delle Aree protette italiane per un confronto sulle “buone pratiche” di gestione e sulle prospettive future dei parchi in Italia, in Europa e nel mondo, con un occhio al Congresso mondiale della Natura che si svolgerà a Barcellona a ottobre.
La “Carta di Feltre” è stata pensata come un “doppio decalogo”: da una parte raccoglie gli impegni che i Parchi si assumono nei confronti del pubblico, dall’altra le richieste formulate alla politica e ai “decisori”.
Ai parchi è affidata la responsabilità…
1. di coinvolgere sempre di più le “genti” quali attrici delle politiche di conservazione, che sono alla base di ogni possibile sviluppo davvero sostenibile e durevole;
2. di mettere in atto politiche, strategie e progetti capaci di contrastare ed arrestare la grave perdita di biodiversità, che è una minaccia gravissima per il futuro dell’Umanità;
3. di essere punti di riferimento per la diffusione di politiche innovative per la conservazione delle risorse naturali e della biodiversità a tutto il restante territorio nazionale, per evitare che la frammentazione degli habitat porti ad una perdita di biodiversità naturale e coltivata;
4. di mettere in rete il mondo delle Università e della ricerca, per attingere a tutte le conoscenze e le esperienze maturate nella gestione di territori fragili e bellissimi;
5. di divenire strumento e soggetto, della crescita culturale continua e della formazione permanente delle genti, degli amministratori, degli operatori economici e culturali, in attuazione dei principi di cittadinanza responsabile e del “long life learning” promossi e richiesti a livello internazionale;
6.
di essere aperti al monitoraggio permanente di efficacia ed efficienza
della loro gestione e alla valutazione dei passi effettuati per onorare
la loro missione e per raggiungere gli obiettivi istituzionali;
7.
di essere “sportello” per le genti all’interno dei territori governati,
al fine di rendere sempre più trasparente ed efficace il rapporto tra
cittadino ed Istituzioni;
8.
di essere protagonisti attivi dei processi di trasformazione
federalista dello Stato italiano, nell’ambito delle politiche
dell’Unione Europea, poiché in ogni esperienza federale occidentale i
Parchi sono strumento di governo locale delle eccellenze, e delle
emergenze, ambientali della Nazione;
9.
di contribuire a creare, nei giovani, nuove conoscenze, competenze e
visioni, per una classe dirigente consapevole delle sfide del futuro;
10.
di “lanciare il cuore oltre l’ostacolo” e di non perdere mai di vista,
nel mutare delle esperienze gestionali e delle stagioni politiche,
l’esigenza di lavorare per il futuro di coloro i quali devono ancora
nascere.