“Carrugi”: tessuto vivo di Genova. Per i genovesi sono i vicoli, per i giovani è la “movida” di tante notti; per alcuni è il fiore all’occhiello della città, per altri è un problema civico provocato dal degrado sociale e dalla delinquenza. Forse è proprio questo contesto contraddittorio ciò che rende così affascinante il centro storico genovese: un labirinto di strade, vie e viuzze, cuore pulsante dell’antica “Signora del Mediterraneo” e insieme crogiolo irripetibile di lingue e culture. Persone che vengono dai paesi più lontani a mescolarsi con i genovesi dalle antiche origini, quelli che da sempre circolano e “bazzicano” il centro cittadino. Grazie al fenomeno immigratorio di gente proveniente dall’Africa, dal Sud America e di recente dall’Asia, non è poi così raro sentire sudamericani che salutano nigeriani in italiano e magrebini che si lamentano in dialetto genovese. Ed è qui che si concentra il patrimonio artistico, architettonico e culturale della città, oggi a ragione definita “polo turistico” di primario interesse, indubbiamente favorita dai finanziamenti ricevuti nel 2004 quando Genova è stata “Capitale Europea della Cultura”.
Fede, storia, arte e tradizione negli edifici di culto
Le numerose chiese del centro storico genovese – tra basiliche millenarie, chiese gentilizie e conventi con i loro splendidi chiostri – rappresentano una riuscita miscela di religiosità e ospitalità, ricche come sono di testimonianze storiche e religiose e di una documentazione che racconta il ruolo di Genova sin dall’epoca delle Crociate. La chiesa gotica di Sant’Agostino è stata realizzata nel 1260 dagli Agostiniani col nome di Santa Tecla, mentre quella di Santa Maria di Castello, di culto mariano sin dal VII secolo, unitamente al convento, si posiziona sulla collina dove ebbe luogo il primo insediamento cittadino.
C’è poi la chiesa detta dei “chirurghi e dei barbieri”, quella dei SS. Cosma e Damiano, che è collocata sulle pendici occidentali della collina del “castello dei genuati”, ai margini orientali del castrum romano. La chiesa romanica risale al XII secolo, eretta con il patrocinio delle famiglie Embriaci e de Castro dai maestri Antelami, presenti anche in epoche successive nelle vicende architettoniche della città; nel 1441 Papa Eugenio IV toglie la chiesa ai canonici, facendo subentrare al loro posto i Domenicani, perché ritenuti più rispettosi nell’officiare il culto; questi, l’anno seguente, costruiscono il convento, dando così inizio alla trasformazione del complesso ancor oggi visibile; sembra comunque che già nei secoli VII ed VIII sorgesse in quest’area un oratorio dedicato ai due fratelli medici, Cosma e Damiano, martirizzati in Cilicia nell’anno 287.
San Lorenzo, “vestita” di marmo bianco e pietra nera
La chiesa di San Donato, sull’omonima piazza, costruita nei secoli XI e XII, è stata consacrata parrocchia nel 1143 e officiata dal clero secolare sotto la protezione di San Donato, vescovo martire di Arezzo. Tra gli edifici religiosi del centro cittadino, spicca sovrana la splendida cattedrale di San Lorenzo, con il suo maestoso portale d’ingresso che ricalca la tradizione del grande edificio romano-gotico. Dalla cattedrale prende il nome anche la via che da Piazza Matteotti si collega con l’area del Porto Antico, oggi sede “Expo”, realizzata in occasione delle “Colombiadi” del 1992 per i cinquecento anni della scoperta dell’America. Sempre in zona centrale ecco ancora la chiesa in stile romanico di Santo Stefano, costruita probabilmente alla fine del XII secolo, situata nella centralissima via XX Settembre. L’edificio religioso dei SS. Ambrogio e Andrea, detto del Gesù, viene edificato tra il 1589 e il 1606 dal gesuita Giuseppe Valeriani; rappresenta uno dei momenti più significativi dell’architettura religiosa genovese di fine Cinquecento. Le chiese di San Luca, San Pietro in piazza Banchi e San Giorgio, danno invece i nomi a tre piazze storiche di Genova, oggi occupate dalle bancarelle dell’usato. La chiesa di Nostra Signora delle Vigne, costruita attorno al X secolo, è un’imponente basilica che sorge nel cuore del sestiere della Maddalena, a metà del percorso tra il Porto Antico e la cosiddetta “Strada Nuova”.