Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Antologia di simbolisti a palazzo Diamanti

A Ferrara, le opere che tra fine Ottocento e primo Novecento scelsero pittura e scultura per allegorie sulla vita, la morte, il senso del tempo. Da Moreau a Klimt

Edvard Munch, Ragazze sul ponte, c. 1904 (© The Munch Museum)
Edvard Munch, Ragazze sul ponte, c. 1904 (© The Munch Museum)

Originale l’ultima proposta espositiva di palazzo Diamanti a Ferrara che ha scelto per la stagione primaverile i simbolisti. Cento opere, per lo più dipinti ma anche sculture in bronzo e in legno, di autori europei a cavallo tra Ottocento e Novecento, raccontano il movimento che a partire dal Manifesto pubblicato a Parigi nel 1886 da Jean Moréas segnava una tappa storica: l’affrancarsi dall’impressionismo, l’avanzare di nuove concezioni estetiche qualche decennio prima delle avanguardie.
Gustave Moreau, Odilon Redon, ma anche Gauguin e Klimt sono tra i nomi presenti in mostra che vanta alcune opere importanti e diverse tele scelte per contestualizzare il movimento o presentare artisti che in parte si avvicinarono al simbolismo, come Munch o Mondrian. La mostra vanta un’opera d’eccezione, “Le tre età della donna” di Gustav Klimt, di proprietà della galleria d’arte nazionale moderna di Roma, che ha accettato di privarsene per qualche mese per organizzare insieme a Ferrara Arte l’iniziativa. Geneviéve Lacambe, conservatrice onoraria del Museo d’Orsay di Parigi, ha curato con Luisa Capodieci e Dominique Lobstein la mostra che dopo Ferrara si trasferirà a Roma e che ha chiesto prestiti allo stesso Museo d’Orsay, al Louvre, alla Tate di Londra, a collezioni pubbliche e private italiane e straniere. 

Pierre Puvis de Chavannes, Fanciulle in riva al mare, 1879 (© Foto: RMN / Hervé Lewandowski)
Pierre Puvis de Chavannes, Fanciulle in riva al mare, 1879 (© Foto: RMN / Hervé Lewandowski)

Figurano, nelle tre sezioni tematiche e cronologiche, diverse correnti che anticiparono il simbolismo o ne trassero ispirazione: i romantici, i preraffaelliti, i Nabis. La rassegna cerca, pur nella varietà degli stili pittorici, di individuare un elemento comune: i paesaggi, persone e natura non rappresentano solo se stessi ma hanno un senso trascendente, un valore filosofico che viene richiamato da linee, forme e colori. Il simbolismo rimanda a riflessioni sull’esistenza, alla comprensione del ciclo della vita, del senso del tempo e della morte come nel quadro di Klimt: le tre età della donna, bambina, madre e signora anziana, tre corpi nudi avvolti da un’atmosfera bizantina e sognante.
Evocano sensi nascosti già alcuni paesaggi romantici di Arnold Bocklin nei quali la natura è intesa come una vicenda interiore. A volte i simbolisti scelgono racconti biblici, figure letterarie o della tradizione, come le figure dantesche di Dante Gabriele Rossetti – preraffaellita chiesto in prestito alla Tate Gallery – o la Salomè di Gustav Moreau. Del francese Moreau la mostra presenta diverse opere di provenienza parigina tra cui “L’apparizione” e “La tentazione”.

LEGGI ANCHE  Etruria in Festival
Ferdinand Hodler, Il sentimento, 1901-02
Ferdinand Hodler, Il sentimento, 1901-02

Il peccato, la morte, la perdita della giovinezza sono temi frequenti: tra gli esempi, “La morte e le fanciulle”, di Pierre Puvis de Chavannes, “Il peccato”, di Franz von Stuck, “La morte: sono io che ti rendo seria; abbracciamoci”, di Odilon Redon. Si guarda al mito come Redon su Orfeo,  alle opere di Edgar Allan Poe e Baudelaire, alle allegorie di origine medievale in cui compaiono le streghe, il diavolo, i santi. In mostra sono stati scelti anche lavori di artisti italiani come Gaetano Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Segantini, mentre fra i grandi nomi europei ci sono Edward Munch, presente con sei opere, poi maturato in ambiente espressionista e Paul Gauguin, con tre lavori. Con Gauguin sono esposti diversi e bellissimi quadri di corrente Nabis e fra gli autori ci sono Georges Lacombe, Paul Ranson, Paul Sérusier, caratteristici per i forti contrasti di colore e una natura per la quale si è persa ogni vocazione descrittiva. Il singolare viaggio nel simbolismo sarà interessante anche per chi ama le sculture – c’è un Rodin, La succube, un legno policromo di Gauguin, Siate misteriose – e per chi è affascinato dall’arte grafica: disegni, litografie, acquerelli, dalle linee stilizzate ed espressive, di gusto noir o fiabesco.

Il simbolismo. Da Moreau a Gauguin a Klimt.
Ferrara, palazzo dei Diamanti, dal 18 febbraio al 20 maggio.
Orari: da domenica a giovedì 9-20; venerdì e sabato 9-22.

Per informazioni: http://www.palazzodiamanti.it

Condividi sui social: