Si preannuncia frizzante e ironica la mostra del più famoso giornalista di spettacolo del Tg1, Vincenzo Mollica. La sala Giubileo del complesso del Vittoriano, a Roma, fino al 7 gennaio ospiterà “Scarabocchi senza fissa dimora”, un’originale panoramica sull’attività di disegnatore del giornalista, fino ad oggi poco conosciuta. Curata da Alessandro Nicosia, in collaborazione con Gina Ingrassia, la mostra presenta una serie di soggetti che mettono in evidenza l’estrema versatilità di Mollica, che rivisita l’arte contemporanea in chiave fantastica e con un sottile filo di ironia. Dai “Molligliani” che riproducono alcuni dei più noti capolavori e ritratti di Amedeo Modigliani, ma interpretati da Olivia di Braccio di Ferro, alle rivisitazioni di Edward Hopper, fino alla creazione del Boopismo, ironica e fantasiosa avanguardia artistica del Novecento, in cui troneggia l’immagine di Betty Boop, indagata in tutte le sue forme, nelle opere di molti altri esponenti dell’arte contemporanea tra cui Tamara de Lempicka, René Magritte, Pablo Picasso, Roy Lichtenstein.
“I materiali che proponiamo in questa mostra – racconta Mollica – sono una sorta di inventario delle tracce che il Boopismo ha seminato: quadri, illustrazioni, manifesti cinematografici, copertine di partiture musicali. E’ durata dieci anni questa mia ricerca inseguendo indizi di un movimento artistico che per la storia ufficiale non è mai esistito. Tutto è cominciato una notte di marzo in cui nacque mia figlia Caterina, fantasticando su quali immagini giocose avrebbero potuto accompagnare l’avvio della sua vita”.
Lungi dal ritenersi un professionista del pennello, mescolando tecniche diverse, Mollica – dai colori a cera ai sintetici, stesi tutto d’un fiato su supporti diversi quali cartone, plastica, copertine di libri o vecchie scatole di tempere – conferma la sua capacità di costruire storie tra personaggi noti dei fumetti e soggetti di pura invenzione, inducendo l’osservatore al sorriso.
Molti artisti italiani hanno visto e commentato le opere di Mollica, da Federico Fellini a Mario Schifano fino ad Andrea Pazienza e Milo Manara, e ancora Staino e Cavezzali, non ultima Alda Merini, che attraverso i suoi versi ha dato delle grafiche del giornalista un’immagine intensa e suggestiva.
Fino al 7 gennaio 2007
Complesso del Vittoriano, sala Giubileo
Via San Pietro in Carcere (lato Fori Imperiali) – Roma
Ingresso libero.
Orario: da lunedì a giovedì 9.30- 19.30; venerdì e sabato 9.30- 23.30; domenica 9.30-20.30.