Sabato 27 Aprile 2024 - Anno XXII

Diario Eno-turistico di dolci giornate Friulane

Friuli a TavolaTempo fa avevo scritto su questo “spettabile” web magazine che il vero Turismo consiste nel sapersi muovere intelligentemente, fare andare la testa, vedere, conoscere, gustare la cultura in tutte le sue sfaccettature. Che spaziano dalla visita di un monumento a una chiacchierata con un indigeno, nel senso di uno del posto, mica i finti cammellieri poliglotti su spiagge disneyane del Mar Rosso; dall’apprendimento di usi e costumi locali a una bella agape con cibi e bevande della gente che stai frequentando. Passa qualche settimana e allo spettabile web magazine giunge una email (di non elettronico è ormai rimasto … Leggi tutto

Friuli a Tavola
Friuli a Tavola

Tempo fa avevo scritto su questo “spettabile” web magazine che il vero Turismo consiste nel sapersi muovere intelligentemente, fare andare la testa, vedere, conoscere, gustare la cultura in tutte le sue sfaccettature. Che spaziano dalla visita di un monumento a una chiacchierata con un indigeno, nel senso di uno del posto, mica i finti cammellieri poliglotti su spiagge disneyane del Mar Rosso; dall’apprendimento di usi e costumi locali a una bella agape con cibi e bevande della gente che stai frequentando.
Passa qualche settimana e allo spettabile web magazine giunge una email (di non elettronico è ormai rimasto solo lo starnuto e poche altre cose) di Elda Felluga -Demiurga del Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia- che plaude e loda il mio scritto e la cosa finisce lì (beninteso con lo scrivente in apnea con il petto gonfio di orgoglio).  

Un invito allettante

Vino Vitovska
Vino Vitovska

Invece no, trascorre poco tempo dall’elogio ed ecco pervenirmi un cortese non meno che gradito arruolamento. A Monfalcone si celebra Vino e Territorio – Convention internazionale sul vino e il turismo nel Friuli Venezia Giulia – e io dovrò presentarmi colà al fine di essere “educato” (participio passato non insulso se si vuole dare esatta traduzione all’anglofono “educational tour”).
Ubbidiente come un soldatino, parto con solido entusiasmo prodotto da un coacervo di speranze e sensazioni positive (tra le quali, contrariamente a quanto pensi il perfido lettore, la mia passione vinicola contava solo relativamente, ancorché debba ammettere che non ho mai accettato di partecipare a “educational” del  Crodino o della Boario). Perché tanta esaltazione? Perché amo le terre e la gente che vado a conoscere e perché da quelle parti hanno ben governato gli Asburgo (fortunatamente per i miei anfitrioni, un po’ più a lungo che nel “mè Milan”). E a ‘sto punto ritengo giusto e doveroso aprire un inciso dal contenuto storico-politico.

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Piccola “Asburgo Story”

Vini
Vini

Senza essere quello che un tempo era spregiativamente definito un “austriacante”, mi considero (e qualche libro l’ho letto, oltre ad aver strappato un “dott. in Scienze Politiche”) un ammiratore della citata stirpe per i suoi grandi meriti.
Quali? Beh, prima di tutto, per vari secoli gli Asburgo evitarono più conflitti europei del pensabile (compito non facile con quei birbanti dei popoli slavi da tenere a bada) fin quando non arrivò quel gran casinista di Napoleone a soffiare sul fuoco dei nazionalismi, da cui un secolo e mezzo di guerre a gogò. Dopodiché ci vuole poco per dimostrare le altre benemerenze della dinastia, non senza ricordare che sono oggetto di revisionismo i “crimini” attribuiti dai nostrani libri scolastici a S.M.I. Cecco Beppe e al suo fedele Feldmaresciallo Radetzky von Radetz, peraltro amatissimo dal popolino milanese, che ai suoi funerali, a proposito delle Cinque Giornate, proclamò a gran voce, tanto per chiarire, “Hin stàa i Sciuri”, sono stati i borghesi savoieggianti a provocarle.
Per dimostrare i meriti bastano le parole Catasto, Istruzione d’obbligo, Libertà religiosa, Lavori pubblici (la S.S. Milano/Mantova è tale e quale la costruì due secoli fa S.M.I. Fransceso II e poi ci mettiamo lo Stelvio, la milanese Scala ecc ecc) dopodiché rivolgere un riverente pensiero a Maria Teresa e al suo albero genealogico non è poi così demenziale.

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