Sabato 23 Novembre 2024 - Anno XXII

Il mondo no-profit “ripensa” il turismo

Responsabilità, attenzione all’ambiente e alle economie locali. I principi di una nuova sensibilità al viaggio spiegati da Maurizio Davolio, presidente Associazione italiana turismo responsabile

Maurizio Davolio
Maurizio Davolio

Si è tenuto il 7 e l’ 8 ottobre il Forum Italiano del Turismo Responsabile, a Pinarella di Cervia, in provincia di Ravenna,  dal titolo “Ripensare il turismo”, organizzato da Aitr, Associazione italiana turismo responsabile. Si è trattato di una due giorni di convegni e dibattiti sugli sviluppi del turismo italiano ed estero e sulle iniziative di economia solidale, cui hanno preso parte circa 120 persone tra soci e non. Domenica 9 ottobre, invece, l’Aitr ha tenuto la propria assemblea straordinaria, in cui ha approvato il nuovo Statuto sociale, la cui novità saliente è il superamento del requisito della natura non profit dei soci, per cui anche società profit ed enti pubblici potranno essere accolti nell’associazione. A conclusione dell’incontro abbiamo parlato con Maurizio Davolio, Presidente Aitr.
Come è andato il forum? È soddisfatto?
Sono molto soddisfatto. C’è stata una notevole partecipazione, tra cui responsabili istituzionali, tour operator e associazioni del mondo no-profit. Il Forum si è articolato in tre sessioni dedicate rispettivamente al rapporto fra turismo responsabile e politiche turistiche nazionali, fra turismo responsabile e industria turistica, e all’economia solidale.
Aitr, inoltre, potrà in futuro partecipare a progetti, prendere parte come soggetto autonomo al dibattito sulle politiche del turismo, erogare servizi ai soci e stabilire più facilmente relazioni a livello internazionale.
In occasione dell’assemblea è stato anche presentato il nuovo sito web di AITR, all’indirizzo www.aitr.org; si tratta di un sito ricco di informazioni, interattivo e dinamico.

Polo Nautico di Savona attrezzato per i disabili
Polo Nautico di Savona attrezzato per i disabili

Cosa si intende per turismo responsabile?
L’assemblea ha adottato una definizione di turismo responsabile, finora non esistente, con il fine di fare chiarezza nei confronti dell’industria turistica, delle istituzioni e dell’opinione pubblica. Le definizione recita:
“Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locale e viaggiatori”.
Cosa può dirmi riguardo ai turisti disabili?
Noi consideriamo il disabile sia come viaggiatore, sia come lavoratore. Per noi non si tratta di una categoria a parte o di un gruppo speciale di interesse, ma di un turista. E come tale va considerato, offrendogli cioè tutte le strutture necessarie. Talvolta albergatori e architetti manifestano una visione ospedaliera. Abbattere le barriere architettoniche, invece, significa porre in atto anche piccoli accorgimenti, che non classificano gli ambienti e il pubblico, ma rendono accessibile lo spazio a tutti.
In che modo si puo’ distinguere chi fa vero turismo responsabile?
Vi sono viaggi direttamente ispirati alla nostra carta e ai nostri principi. Vi sono viaggi al contrario totalmente “irresponsabili”, come il turismo sessuale e di sfruttamento ambientale. Ma vi sono anche viaggi più o meno corretti e responsabili. Ci sono tour che si ispirano a noi intraprendendo un preciso cammino, e che noi consideriamo alleati. Ma esistono anche coloro che vogliono aderire alla nostra associazione perché pensano che parlare di turismo responsabile sia “trendy”. Costoro sono solo opportunisti e non faranno mai parte di Aitr.

LEGGI ANCHE  Prodotti Dop e Igp sulle tavole degli agriturismi
Salvaguardia dell'artigianato locale
Salvaguardia dell’artigianato locale

Può fare degli esempi concreti di turismo responsabile?
Si tratta di adottare pratiche di standard etici, quali per esempio il rispetto dei contratti di lavoro e la possibilità di carriera per il personale, gli acquisti di food and beverage sul posto, lo shopping e il rapporto con l’artigianato locale. Ciò che conta è che il guadagno finisca nelle mani dei locali. E noi vogliamo contribuire al cambiamento turistico.
In che modo?
AITR con le sue attività intende insistere sui temi della valorizzazione degli aspetti immateriali del turismo, l’identità, la qualità dell’ospitalità e dell’accoglienza, il rapporto fra turisti e residenti, la formazione, la ricerca della tipicità e della tradizione.
Ed ha voluto aprire un confronto con i rappresentanti dell’industria turistica, tour operator e agenti di viaggio, per cercare strade che consentano al turismo di compiere un salto di qualità sotto il profilo del rispetto dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori e delle culture locali.
Quali sono le vostre attività?
Noi siamo un ente di secondo grado e siamo impegnati in diversi campi. In primo luogo ci rivolgiamo al mondo della scuola e svolgiamo attività di formazione professionale come docenza, moduli didattici e stage. In secondo luogo ci occupiamo dell’informazione dedicata ai turisti e per fare ciò cerchiamo di coinvolgere la stampa. Terzo, interloquiamo con gli addetti ai lavori come Astoi. Inoltre, abbiamo cominciato a effettuare con gli enti pubblici sperimentazioni sul territorio italiano basato sulle popolazioni locali, alberghi diffusi e turismo di comunità.

Condividi sui social: