Un ambizioso progetto sta per coinvolgere Galeata. L’idea è quella di far diventare la città dell’Appennino forlivese un polo archeologico per turisti e studiosi, in cui ospitare una particolare tipologia di museo, “diffuso”, per l’appunto, che consente di ripercorrere il tempo dalla preistoria ai giorni nostri con particolare attenzione all’età tardo-antica, teodericiana e al Medioevo, e un polo universitario di studi e di ricerche in campo archeologico.
Il progetto è stato presentato in un recente convegno a Pianetto di Galeata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, l’università di Bologna e diverse altre istituzioni locali. Galeata, in effetti, è già un prezioso esempio di “museo diffuso”. Il parco archeologico, di fatto, costituisce la connessione dei siti archeologici e architettonici della zona. Collega, infatti, la chiesa abbaziale di S. Ellero, il Castello e il Borgo di Pianetto, l’area archeologica di Mevaniola, il centro storico di Galeata, la chiesa di S. Maria del Pantano, la rupe, il museo civico “Mons. Domenico Mambrini”, la Via dei Romei, il sito della Villa di Teoderico.
Proprio la villa di Teoderico è stata il punto di partenza del progetto. È stata portata alla luce integralmente con gli scavi, iniziati 7 anni fa, condotti dal dipartimento di Archeologia dell’università di Bologna, sotto la guida del professor Sandro De Maria, e ha offerto nuovi spunti sul controverso personaggio di Teoderico: il re goto che ha regnato in Italia dal 493 al 526 d.c., e che non si sa se definire un “barbaro invasore” o un politico comunque legato alla cultura romana.
Architettonicamente la villa è ben lontana da forme germaniche, come ipotizzato nel 1942, quando era stata scoperta solamente una cellula dell’intero impianto residenziale. L’edifìcio voluto da Teoderico assume più i connotati delle grandi ville tardo antiche romane. Questa scoperta potrebbe provare la tesi secondo la quale Teoderico è stato un re molto impegnato nell’integrazione tra le culture romana e gota. Si tratta quindi di un passo molto importante, che contribuisce alla riabilitazione storica di questo personaggio.
Parte del progetto è la costituzione di un centro universitario di studi e ricerche archeologiche: il piano nasce per rispondere alle esigenze di competitività territoriale, con l’obbiettivo di creare un polo di competenze e professionalità, in grado di valorizzare il territorio e l’offerta accademica, soprattutto post-laurea, a livello nazionale ed internazionale.