Una compagnia aerea ha concluso con le hostess e gli stewards un accordo che garantisce il posto di lavoro fino a tutto il 2007 a fronte di 2 giorni lavorativi in più al mese e della loro rinuncia a 2 giorni di ferie all’anno?
Ah sì, e che compagnia è, l’Alitalia? None, è la Lufthansa.
Una compagnia aerea ha deciso di ridurre le spese nei prossimi 3 anni di 600 milioni di Euro?
Ah sì, e che compagnia è, l’Alitalia? None, è l’Iberia.
La Cina ha superato l’Italia quanto a Turismo Incoming e allora Billè (Confcommercio) ha detto che siamo finiti in serie “B” ma Ottaviani (Enit, che in autunno cambierà, ma solo il nome) ha detto che non è vero e che siamo ancora in serie “A”? Dopodiché è saltato fuori un altro Solone del Turismo che ha trovato la Formula Magica per far venire gli stranieri nello Stivale: farli giocare al Golf!
Quanti spropositi possono allignare in poche righe! In primo luogo, come si fa a paragonare il Turismo Incoming italiano con quello cinese (si potrebbe capire con quello francese o spagnolo, ma con l’Incoming di un Paese emergente e per di più distante varie migliaia di chilometri)?
Stime da “Gazzetta dello Sport” a parte, cosa vuol dire Serie A o B? Che Italia e Cina “Turistiche” giocheranno i Play Out, gli spareggi per restare in Serie A? Ma fino a pochi giorni fa non si diceva che il sud Italia sarebbe divenuto la Florida europea (roba grossa, come vincere una Champions League) e adesso, invece, si parla di partite con Nazionali Turistiche sfigate (secondo Billè dovremmo temere un match con il Turismo Bulgaro o Slovacco)?
E quello che ha inventato il Colpo Turistico della Vita (riportato sul TTG Newsletter del 23 maggio) alias il far venire gli stranieri a giocare al Golf, possibile che nessuno gli abbia mai detto che in Spagna nella sola Andalusia ci sono “52 campi da Golf 52” (tenersi aggiornati con questi numeri: in Spagna i campi da Golf spuntano come i funghi)? Possibile che il Turismo Italiano sia sempre in mano a “Dilettanti allo Sbaraglio” e a politici (questi sì) di Serie B?
Sempre Billè (Confcommercio) in un messaggio al Congresso Fiavet a Menorca (era atteso ma non si è fatto vivo; ma non si è perso molto, almeno per quanto riguarda i lavori – si fa per dire – del Congresso) ha proclamato (TTG Newsletter 20/5): “Il Turismo deve uscire da un inaccettabile cono d’ombra, è il nostro imperativo categorico!” (forse ci sarebbe voluto anche un altro punto esclamativo)?
Viste come andarono le vicende del Belpaese si pensava che dopo quelli di Mussolini da Palazzo Venezia (insieme all’”Ora delle decisioni irrevocabili!”) sugli “imperativi categorici” si sarebbe glissato per un po’ di tempo. E invece rieccoci, a “Spezzare le Reni alla Grecia”, “Vincere Vincere Vincere”, e la fine dell’Inghilterra che “Comincia da Giarabub”.
Poi, un bel giorno, “Tutti a Casa” (e il Turismo Italiano – nella calura d’agosto, alberghi vuoti e termometri impazziti – a ripararsi sotto il Cono d’Ombra di Billè).
La Cassazione ha deciso che chi pratica la “mano morta” sul lavoro può essere licenziato?
O tempora o mores …. Una volta il capoufficio licenziava l’impiegata che la “mano morta” non se la lasciava fare …
Entro il 26 maggio una “Cordata” di aziende dovrà precisare l’offerta per acquisire la Parmatour?
Più che di cordata sarebbe meglio parlare di corda, dalla quale già penzola l’impiccata (da Tanzi) Parmatour, e/o di corda per suonare la campana “a morto” (della Parmatour).
Com’è infatti possibile dare una valutazione (salvo per gli immobili alberghieri, anche quelli, presumibilmente ormai “svaccati”) a un’azienda che da mesi e mesi è stata chiacchierata, discussa, compatita, maltrattata e i cui prodotti (i dépliants nelle agenzie viaggi) non possono non aver subito un grosso logorio di immagine dovuto alle vicende giudiziarie e finanziarie che hanno sconvolto Parma e l’Italia intera?
Nel Belpaese c’è anche qualcuno non pervaso da pelosetti furori sciovinistici e da provinciali manifestazioni campanilistiche?
“Corriere della Sera”, 16 maggio, pag. 45, intervista a Demetrio Albertini, ex giocatore del Milan e neo campione di Spagna con il Barcellona.
Domanda: Non ha nostalgia di quei tempi, del Milan, dell’Italia? Risposta: No, in Spagna sto benissimo, è un Paese che mi piace molto
D.: Perché? R.: Perchè qui la gente ha ancora il gusto della vita, riesce a passarsela bene con una “cervecita” e una “tapa”. Da noi quel che conta, ormai, è solo l’apparenza.
D.: E il Calcio Spagnolo? R.: Per esempio, si tratta di togliere le barriere negli stadi, ma in Italia non ne siamo pronti. Basta vedere quello che è successo a Inter-Milan. Una vergogna. Il giorno dopo, appena sono entrato nello spogliatoio mi hanno “massacrato”. Un altro esempio; qui in Spagna i due presidenti vedono la partita insieme, nel palco d’onore; in Italia non ho mai visto una cosa del genere. Da noi sembra che tutto ormai sia ridotto a business
D.: Anche in Spagna non scherzano. R.: Sì, però non si perde mai il valore del campo, la vittoria, la sconfitta, il gioco, il bel gesto tecnico. Nel nostro campionato contano di più le polemiche.
D.: A proposito di polemiche, come è stato visto dalla Spagna il “caso Cannavaro”? R.: Come un’altra vergogna italiana.