Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

un Porto per l’Europa Genova 2004

Genova foto da Settemuse

Alla scoperta dei simboli di Genova: il Porto, la Lanterna, le nuove strutture per il tempo libero e l'educazione dei giovani. Un progetto grandioso, degno della Capitale culturale del 2004

porto Panorama da Righi
Panorama da Righi

Il porto di Genova è in piena rimonta, cresce, si espande e punta a diventare la porta sud dell’Europa. La crisi è alle spalle. Nel 2003 il moderno scalo marittimo è stato il primo porto d’Italia come traffico complessivo e uno dei primi del Mediterraneo come traffico passeggeri.
Per il 2010 si prevede il raddoppio della quantità di container che riceve il capoluogo ligure, il quale intende consolidare il suo tradizionale ruolo di nodo di scambi tra il Mediterraneo, il Nord Italia e il resto d’Europa. Già, Genova città marinara. La ripresa non poteva che partire dal fronte portuale, da sempre settore trainante dell’economia urbana.

Dal Porto Antico Genova ha iniziato a ridefinire la propria immagine con la riqualificazione dell’area per opera di Renzo Piano che ha restituito il mare alla città. Nel quartiere che ospitò l’esposizione colombiana nel ’92, oggi si è organizzato anche un polo destinato all’infanzia, con l’Acquario in prima linea ma anche altre strutture finalizzate alla didattica e all’intrattenimento per le scuole e le famiglie.
Dal simbolo dell’identità urbana per eccellenza, la Lanterna, sullo scoglio che resta del promontorio di San Benigno all’estremità occidentale dell’arco portuale, parte un nuovo sforzo: il museo, che sarà inaugurato entro giugno 2004, dedicato a Genova e ai suoi abitanti, con il preciso scopo di fornire le chiavi (di lettura) della città ai forestieri.

Dalla crisi alla ripresa

porto Operazioni di sbarco e imbarco al molo vecchio negli anni '70
Operazioni di sbarco e imbarco al molo vecchio negli anni ’70

“Genova sta diventando la porta sud dell’Europa” spiega Danilo Cabona, responsabile dell’ufficio stampa e comunicazione dell’Autorità Portuale di Genova. “Alcune cifre del 2003 sono eloquenti: il porto di Genova è stato il primo porto d’Italia come traffico complessivo con 53-54 milioni di tonnellate; è stato il primo porto del Mediterraneo come porto finale nel traffico dei contenitori, con un milione e seicentomila container (nel ’94 erano solo trecentomila); è stato uno dei primi porti del Mediterraneo nel traffico passeggeri: quasi quattro milioni di persone”.

Ma facciamo un passo indietro. La crisi del porto di Genova è stata lunga e dura. “L’arrivo dei primi container nel ‘72-73 rivoluzionò il traffico marittimo” spiega Cabona, “Gran parte dei portuali, che prima muovevano le merci a mano o con l’ausilio di mezzi meccanici, con l’introduzione dei contenitori rimase senza lavoro. Alla fine degli anni Ottanta la crisi raggiunse l’apice: seimila le persone in esubero.
Nell’89 il porto venne paralizzato per tre mesi dagli scioperi mentre i traffici si spostavano altrove. Prima di allora il Presidente Roberto D’Alessandro aveva capito che bisognava imboccare la strada della privatizzazione per fare ripartire il porto e aveva predisposto la nascita di una serie di società che avrebbero gestito i settori specializzati. L’idea però si scontrò con la chiusura della Compagnia Portuale.

Il porto e la riforma del codice di navigazione

porto Voltri, il Terminal Europa
Voltri, il Terminal Europa

“Solo nel 1990 la situazione si sbloccò” spiega Cabona, “quando una società di Brescia, che aveva materiale che non riusciva a ricevere a causa degli scioperi, fece ricorso all’Unione Europea contro il monopolio della Compagnia Unica e del Consorzio, vincendo la causa.
Il governo italiano fu allora costretto a realizzare una riforma del codice di navigazione che sanciva il monopolio: la legge n°84 del ‘94 riformò l’ordinamento dei porti italiani, privatizzandoli e lasciando all’autorità portuale solo compiti di regia e di promozione. Si rese così possibile una serie di prepensionamenti per i lavoratori del porto di Genova in esubero: a quel punto lo scalo marittimo poteva contare su tariffe competitive. Il Consorzio avviò in seguito la privatizzazione riprendendo il progetto D’Alessandro: vennero costituite diciotto società (“terminaliste”), ognuna delle quali doveva gestire un terminal. Da quel momento ebbe inizio la ripresa e l’escalation d’aumento del traffico. Poco per volta anche i posti di lavoro ricominciarono a crescere: nel 2003 nel porto hanno lavorato novemila persone e nell’indotto ben quarantacinquemila, senza contare i tremilacinquecento impiegati nei cantieri navali addetti alle riparazioni nel Bacino delle Grazie.”

L’espansione

porto Veduta del porto
Veduta del porto

“La situazione è delicata: il piano regolatore è stato rifatto nel 2000 e i lavori sono già in corso, alcuni avviati nel 2003, altri inizieranno nel 2004. Ci saranno dei tombamenti di specchi d’acqua tra un ponte e l’altro che creeranno dei piazzali”, spiega Cabona con gergo tecnico e precisa: “l’idea è di rubare spazio al mare con questi riempimenti. Gli ampliamenti sono stati pensati per coprire gli aumenti di traffico fino al 2010 quando il porto dovrebbe ricevere tre milioni e cinquecentomila container, più che raddoppiando la quantità attuale. La merce ha più interesse a sbarcare a Genova, che è a 180 chilometri dalla Svizzera e 250 dalla Germania, che a Rotterdam.”

Fa una pausa e aggiunge: “c’è però una nota dolente: le infrastrutture terrestri, sia autostradali sia ferroviarie. Finalmente si mette in cantiere un vecchio progetto, il terzo valico: una galleria di trentasette chilometri che attraversa l’Appennino alle spalle di Genova ed esce in pianura ad Arquata, che dovrebbe essere pronta per il 2010. Genova è in corsa: deve arrivare prima che i tre nuovi trafori in costruzione – la nuova galleria del Gottardo prevista per il 2013 che con i suoi cinquantasette chilometri sarà la più lunga del mondo, la Loetschberg, che arriverà a Briga e collegherà al Sempione, e il tunnel del Brennero che sta raddoppiando – siano completati, altrimenti le merci passeranno da Rotterdam.”

E per quanto riguarda l’espansione del porto? Cabona precisa: “C’è un progetto in discussione, che suscita però alcune perplessità: utilizzare lo spazio dell’aeroporto spostandolo o più verosimilmente eliminandolo, servendosi di un collegamento veloce per raggiungere quelli di Milano. In questo caso si tratta di decidere se Genova vuole o meno l’aeroporto. Sembra più probabile l’attuazione di un altro progetto che si realizzerebbe dopo il 2010: se sulla costa il porto non si può più espandere né a Levante né a Ponente, si pensa di costruire un’isola artificiale larga 500 metri e lunga 3 chilometri di fronte alla diga foranea. Si tratta di un grosso investimento perché enorme è il riempimento.” Ma presumibilmente si farà, per rendere Genova davvero “la porta sud dell’Europa”.

La Lanterna, simbolo di Genova

porto La Lanterna al tramonto
La Lanterna al tramonto

È rimasta lì, durante i lavori di risistemazione del porto, immobile in mezzo alle banchine sul suo solitario scoglio all’estremità occidentale dell’arco portuale; quanto rimane del promontorio di San Benigno che chiudeva Genova dal Ponente dividendola da Sampierdarena, visibile da molti punti ma irraggiungibile a causa dell’uso industriale dell’area circostante.
Le hanno scavato intorno, ma lei è sopravvissuta. La Lanterna, simbolo di Genova, dalla cui prima terrazza si gode un magnifico panorama. Come è stato possibile? L’abbiamo chiesto a Bruno Cervetto, vicesegretario generale della Provincia di Genova che ci ha spiegato: “intanto la Lanterna è vincolata come monumento storico; risale, nella sua attuale versione, all’anno 1544 ma sul modello della precedente costruzione medievale. Poi è uno dei fari più importanti d’Italia, alto 117 metri con un getto di luce che raggiunge le 36 miglia marine.” E continua: “Fino al ’96 era visibile solo da lontano, poi è stata aperta al pubblico ma l’accesso era molto disagevole implicando un tragitto in barca e in pullman.

La passeggiata balcone sul porto

porto La passeggiata alla Lanterna
La passeggiata alla Lanterna

L’idea di costruire una passeggiata che ricalca il percorso dell’antica strada carrabile, ora pedonale, che dal Ponente raggiungeva Genova, nacque in occasione del G8 quando vennero restaurate le fortificazioni, già sede delle guarnigioni di presidio alla Lanterna. Demolite le brutte costruzioni sotto il faro, venne inventato un percorso pedonale alternativo che si sviluppava ad un livello superiore al piano di banchina, autonomo rispetto alle attività portuali.”
La passeggiata ha inizio presso il muro di cinta dell’Hotel Columbus-Sea e prosegue fin sui luoghi dove si trovava la vecchia porta della Lanterna col suo sistema difensivo; per circa quattrocento metri si appoggia a quanto resta delle mura seicentesche che sostenevano la vecchia strada di accesso alla città fino alla rampa che sale al faro: in circa centocinquanta metri raggiunge le fortificazioni sabaude e l’adiacente parco urbano dominato dalla Porta del Chiodo.

“La passeggiata, che costituirà anche un balcone di osservazione del lavoro portuale, non è destinata solo ai visitatori del nuovo Museo” commenta Cervetto “ma a rendere l’area della Lanterna parte della città, dove chiunque possa accedere liberamente. Entro giugno 2004 sarà completato il restauro e la sistemazione di tutto il sito e verrà aperto il nuovo Museo della Lanterna: due sale dedicate ai fari italiani, un auditorium, quattro sale con schermi al plasma sui quali verranno proiettate otto ore di filmati, attuali e d’archivio, suddivisi per temi che riguardano Genova e la genovesità: dai carrugi alle costruzioni navali, dalle chiese ai palazzi, dai negozi del centro storico ai cantautori, raccontati da personaggi più o meno noti. L’obiettivo? Far si che il visitatore, magari appena sbarcato da una nave da crociera, si formi un’opinione sulla città grazie alle tante voci che ha ascoltato e venga invogliato a conoscerla più a fondo”.

Il Porto per l’infanzia

porto Interno dell'acquario
Interno dell’acquario

Riunisce tutte le realtà dell’area del Porto Antico dedicate all’infanzia: l’Acquario, La città dei Bambini, la Mostra Permanente di Lele Luzzati a Porta Siberia, la Biblioteca Internazionale per ragazzi Edmondo De Amicis, oltre alle attività didattiche del Museo Nazionale dell’Antartide.
L’acquario. Terza meta turistica e culturale più visitata d’Italia, frequentato mediamente da un milione e duecentomila persone all’anno, è stato e continua a essere il punto di riferimento per il rilancio turistico della città. Affascina i bambini di tutte le età il più grande acquario al coperto d’Europa con i suoi diecimila metri quadrati, nei quali si trovano settantasei vasche che riproducono ambienti marini, lacustri e terrestri e ospitano seimila esemplari di circa seicento differenti specie: pesci, rettili, anfibi, mammiferi, uccelli e invertebrati, inclusi pesci e invertebrati antartici ospitati per la prima volta in Europa, nelle cinque vasche recentemente inaugurate.
Per il 2004 è in programma, dal 20 aprile a dicembre, un’esposizione sui grandi migratori dei mari: balene, balenottere e capodogli, capaci di compiere straordinarie traversate transatlantiche.
La città dei bambini. Sistemato su una superficie di duemilaottocento metri, è il primo grande “centro della scienza dedicato all’infanzia”. La visita è libera, suddivisa per fasce di età in due grandi spazi per imparare giocando: bambini dai tre ai cinque anni e dai sei ai quattordici. I più piccoli sperimentano la casa in costruzione (un vero e proprio cantiere con carriole, secchi, gru, mattoni), il bacino di manipolazione (dove nell’acqua si fanno muovere piccoli mulini, dighe in miniatura, barchette) e le prime scoperte sensoriali: I più grandi dispongono di un vero formicaio (sotto vetro), dell’isola del tesoro che stimola i cinque sensi, con lo studio televisivo e l’area delle meraviglie per avvicinarsi alle leggi della fisica. Inoltre, animazioni e laboratori.

porto Gli ex magazzini del cotone
Gli ex magazzini del cotone

Mostra permanente di Lele Luzzati. Ospitata nei suggestivi spazi di Porta Siberia, l’unica porta cittadina sopravvissuta tra quelle costruite nei secoli XVI-XVII che domina con la sua mole l’estrema propaggine dei quartieri del Molo, riportata al suo antico splendore dalla ristrutturazione di Renzo Piano, è dedicata allo scenografo teatrale Emanuele Luzzati. Fino al 31 marzo di quest’anno è allestita la suggestiva mostra-spettacolo “Luzzati e le ombre” dedicata alla collaborazione tra lo scenografo e il Teatro Gioco Vita, compagnia specializzata nel teatro delle ombre.

Biblioteca Internazionale per ragazzi Edmondo De Amicis. Duemiladuecento metri quadrati per un patrimonio librario di oltre quarantacinquemila volumi, dei quali mille in lingue straniere, duecento periodici, milleduecento fumetti, un catalogo automatizzato (in rete con il catalogo della Biblioteca Centrale Berio), cinquanta posti-lettura per gli studenti, trenta postazioni di ascolto musica in cuffia, due postazioni Internet, quattro laboratori, auditorium, zona riservata per ricerche su CD Rom, sezione Fondo Antico di classici per l’infanzia da fine Ottocento ai nostri giorni.

porto Museo dell’Antartide
Museo dell’Antartide

Museo dell’Antartide. Gli animatori e gli accompagnatori del museo, che hanno partecipato personalmente alle spedizioni nel continente antartico, aiutano i ragazzi delle scuole (a partire dalle elementari) ad avvicinarsi a quell’ambiente affascinante ed estremo che è l’Antartide, approfondendo nei laboratori argomenti e tematiche emerse durante la visita.

Notizie Utili

Per maggiori informazioni sul porto: www.porto.genova.it
Per informazioni sul porto antico: www.portoantico.it
 Acquario di Genova: www.acquariodigenova.it
La città dei bambini: www.cittadeibambini.net
Mostra Permanente di Lele Luzzati: www.museoluzzati.it
Museo dell’Antartide: www.mna.it

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