L’ Umbria viene definita, da sempre, “il cuore verde d’Italia”. È una regione alla quale manca solo il mare, ma ha un bellissimo lago, il Trasimeno, che invoglia a gite pacate, senza fretta: spostamenti a ritmi lenti e riflessione, per chi verrà a godere di questi bellissimi posti.
L’ Umbria è anche la regione che possiede le famose Fonti del Clitunno. “…da qui, le bianche greggi e il toro che era la vittima maggiore, bagnati dalla tua sacra corrente, trassero ai templi degli dei i trionfi romani…”. Così Virgilio nelle sue Georgiche. Prima dei “trionfi romani”, però, l’antica Perusia aveva vissuto altre avventure ancora, essendo di nascita etrusca.
Umbria: l’importanza dell’epoca romana
Secondo la leggenda il fondatore di Perugia e di Felsina (l’odierna Bologna) sarebbe stato Aulestes, figlio di Ocnus; degli etruschi restano le necropoli, gli ipogei ed altro ancora. A testimoniare in seguito l’importanza dell’epoca romana, rimane tutto il resto, a cominciare dal completamento del nome (Augusta Perusia) a sigillo della nomina a Municipio Romano.
Mosaici, mura, impianto urbano ecc., la romanità di Perugia è indiscutibile, così come è fuori di dubbio che gran parte della sua storia successiva si sia sviluppata e modificata, se così si può dire, proprio in epoca medievale, quella alla quale appartiene il complesso di Antognolla.
A partire dall’XI secolo si rafforzano le autonomie comunali. Nel 1137 Orvieto vanta proprie istituzioni riconosciute addirittura da Papa Adriano IV; nel 1139 Perugia è amministrativamente indipendente e retta da consoli.
Questa generale autonomia di gestione riguarda i comuni dei centri maggiori ma anche quelli più piccoli quali Amelia, Spello, Montefalco, Cascia, Gualdo.
È il periodo delle lotte fra Guelfi e Ghibellini, fra i sostenitori cioè del predominio del papato sull’impero e i sostenitori dell’imperatore che tende a limitare il potere temporale della Chiesa.
Umbria nella storia: i ceti emergenti
Frattanto si formano nuovi ceti emergenti: mercanti, artigiani, politici, a loro volta in contrasto con la nobiltà feudale. La popolazione, con le migliorate condizioni di vita, aumenta un po’ ovunque; si intensificano gli scambi commerciali e si tengono fiere e mercati. Non mancano nuove leggi e statuti locali.
I Comuni coagulano le energie cittadine dei secoli XI e XII e tra loro prevale Perugia. Nel XIV secolo subentra la stagione delle piccole Signorie e dei grandi condottieri; fra le prime: i Vitelli a Città di Castello, i Baglioni e gli Oddi a Perugia, i Gabrielli a Gubbio, i Monaldeschi a Orvieto, i Trinci a Foligno, gli Atti a Todi; fra i secondi: i Piccinino, Malatesta Baglioni, Gattamlata da Narni, Fortebraccio da Montone. Questo è lo spaccato di vita dell’epoca comune anche al Castello di Antognolla.
Oggi Perugia è città viva e attiva. Forse, può dispiacere ammetterlo ma è così. Molti italiani visitandola si chiederanno chi fosse mai quel Vannucci che ha dato il nome alla bellissima via centrale, vero luogo d’incontro del capoluogo; perché non Gaucci, che nove persone su dieci sanno benissimo chi sia!
Celebrità reali e fittizie o meno, resta il fatto che Perugia è aperta verso il mondo, specie da quando la sua università per stranieri ha assunto rinomanza internazionale.
Ma rimane un capoluogo perfettamente inserito nel contesto paesaggistico, sociale e umano di una regione speciale: l’ Umbria. “…è inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri o riescono a cancellare la città o sono cancellati”. Perugia, l’Augusta Perusia dei Romani, ne sarebbe certo Italo Calvino, appartiene senza alcun dubbio alla prima categoria di città.
Umbria. Antognolla: le Famiglie e il Castello
Edificio “vivo” attraverso i secoli, il Castello di Antognolla. Proprio perché le notevoli e ripetute modificazioni, cui è stato sottoposto nel tempo, sono strettamente connesse ai differenti periodi di proprietà riconducibili, nelle linee storiche essenziali, a tre famiglie: gli Antognolla (dagli inizi del 1200 al 1628), gli Oddi (dal 1628 al 1836) e i Guglielmi (dal 1836 al 1921). Quindi, oltre quattro secoli per i Conti Antognolla, poco più di duecento anni per i conti Oddi e 85 anni per i marchesi Guglielmi.
Non è difficile immaginare come l’edificazione della maggior parte del castello e del borgo ad esso collegato sia stata opera degli Antognolla; comunque l’indagine condotta su basi scientifiche e critiche e l’attenta “lettura” delle strutture esistenti, corredata da opportuni esami, hanno permesso di rilevare la presenza di ben venti fasi diverse e determinanti nell’evoluzione del castello.
Il piccolo nucleo abitativo storico, che si identifica col nome dei primi proprietari e Signori della zona, è situato a 476 metri d’altitudine sulle colline poste a una ventina di chilometri da Perugia.
Non è il risultato di un solo progetto e di un unico intervento, bensì la somma di tanti lavori diluiti negli anni e imputabili a differenti committenze e maestranze.
Scoprire dai documenti conservati e riproposti in un recente volume di Ermanno Polla (Antognolla, history and architecture, Perugia 2001) quale sia stata la sequenza della costruzione del castello e del suo ampliamento negli anni a seguire, vuol dire seguire passo passo le vicende storiche e umane di un territorio, in questo caso quello geograficamente circoscritto ma storicamente denso di avvenimenti, gravitante attorno a Perugia.
La prima costruzione del Castello è stata senza dubbio la torre più alta, alla quale ha fatto seguito la creazione di una spianata retrostante e la sua recinzione. Quindi i vari interventi successivi sono stati dedicati all’edificazione del corpo curvo posto alla sinistra della torre, alla costruzione bassa a due crociere, ad altri edifici, quindi all’erezione della torre minore. Successivi interventi hanno reso sempre più compatto il nucleo originario: costruzione del forno coronato da merli, sopraelevazioni varie, delle quali una massiccia sulle due grandi crociere, torretta del ponte levatoio, speronatura sul fronte dell’edificio, edificazione di altri corpi abitativi a chiusura del cortile. Poi scale, portici, spioventi e rifacimenti del preesistente, a maggiore solidità dell’intero complesso. E’ su questo “corpo” unico, che condensa secoli di storia e assomma le bellezze del medioevo con quelle di una natura splendida, che l’Hotel & Resort di Antognolla prende vita. Grazie a restauri e rifacimenti rispettosi dell’esistente e comunque perfettamente compatibili con l’intero complesso, chi trascorrerà in questo luogo vacanze di riposo, di relax e di cultura, non potrà non godere di un habitat (hotel, castello, borgo, natura circostante) tra i più invidiabili in assoluto. Si può ben capire che il motto adottato per questo speciale luogo di vacanze è in perfetto carattere con lo spirito e il convincimento di chi vi ha posto mano: “la passione per la qualità della vita”.
Hotel & Resort di Antognolla
Il complesso urbanistico del Castello e del Borgo di Antognolla, del quale abbiamo scoperto le origini e la vitalità nel tempo, è molto più di un semplice Castello e di un piccolo paese. E’ un complesso alberghiero particolarmente indicato per coloro che amano la natura (ricca di panorami invitanti tutt’attorno), l’arte (ogni piccolo e meno piccolo centro della zona ha il suo museo, ha chiese e vestigia storiche da visitare, capolavori di grandi artisti da ammirare), il benessere fisico e spirituale.
Quella affrontata è un’operazione di recupero integrale affidato sia ad attente ristrutturazioni del costruito (parti del castello, abitazioni del borgo), sia, in qualche caso, a rifacimenti integrali.
Il recupero del borgo medievale, la sistemazione dei casali che ospiteranno i clienti, gli spazi stessi del Castello vero e proprio, prevedono l’utilizzo del complesso come Hotel dotato di tutti i necessari comfort.
La tenuta dell’Hotel & Resort Antognolla, che si estende su una vasta area, è composta da ampi cascinali ristrutturati nel pieno rispetto del costruito preesistente e dell’ambiente circostante. Saranno, infatti, 150 gli appartamenti ricavati da case situate nel borgo.
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