A chi verrebbe in mente un week end a Brescia? Il nome evoca fabbriche e il “tondino” del boom. Tutt’al più qualche fanatico di motori ricorda la Mille Miglia, la gara automobilistica che girava l’Italia; non c’è più, almeno in quella formula: è divenuta un rally di regolarità riservato ai modelli d’auto esistenti allora.
In compenso la città mostra un volto nuovo, di centro industriale e attivo, certo, ma con molti appeal culturali e artistici. Insomma, la secchiona si è tolta gli occhiali, ha accorciato le gonne per rivelare tutto il suo fascino. Basta un piccolo tour per rendersene conto.
Ecco la Brescia medioevale con il Duomo Vecchio, esempio di romanico con un’inconsueta forma circolare. Il vicino Broletto, palazzo comunale del XIII secolo, con aggiunte del XVII, chiamato così da “brolo”, orto, forse perché lì c’era un orto o forse un mercato di ortaggi. Oltre al ben conservato Castello, sul colle Cidneo, piacevole area verde.
Più d’effetto la Brescia della dominazione veneziana con Piazza della Loggia, progettata da Palladio e Vanvitelli, il palazzotto ad archi del Monte di Pietà e la Torre dell’Orologio con i segni zodiacali. Di quel periodo anche palazzo Martinengo, in una piazza che ricorda un campiello allargato. Ora è la Pinacoteca Tosio-Martinengo con opere dal XIII al XVIII secolo, soprattutto di maestri bresciani, con esposizioni temporanee in tema di ottimo livello.
L’excursus nelle epoche continua con il settecentesco Teatro Grande e con il Duomo Nuovo, collocato fra il Broletto e il Duomo Vecchio. E termina con Piazza della Vittoria dai freddi palazzi con portici anni Trenta, realizzata dall’architetto del regime Marcello Piacentini.
Da non perdere
Ma la Brescia più imprevedibile, che ha tardato a rivelarsi, è quella archeologica che racconta di Brixia, prima colonia romana, diventata città autonoma sotto Augusto nel 27 a.C.
È intorno a Via Musei e a Via Agostino Gallo, ex decumano massimo e cardus, che si concentrano i monumenti. Sono i resti del Foro, del tempio Capitolino, eretto da Vespasiano nel 73 d.C. come ricorda la scritta; il teatro, la basilica, e due domus private. Queste sono all’interno del Monastero di Santa Giulia, ora museo della città, complesso architettonico restaurato con intelligenza e contemporaneità, che da solo vale il viaggio.
Nel 2005 ha ospitato l’inedita mostra “Monet, la Senna, le ninfee”. Fondato nel 753 da Desiderio, re dei Longobardi, il monastero era dedicato originariamente a San Salvatore. E ha il nome del santo anche la basilica con cripta a colonnati. Ma quello che colpisce di più sono le due domus dell’Ortaglia, realizzate in gran parte in pietra calcarea delle vicine cave di Botticino, con l’aggiunta di un’abbondanza di marmi e mosaici.
Grazie ad una illuminazione ed a percorsi ben congegnati, fanno davvero capire come fossero strutturate le case. Una è la Domus di Dioniso, chiamata così per la raffigurazione del Dio in un mosaico del triclinio. L’altra si chiama Casa delle Fontane per i resti di elementi che fanno pensare all’esistenza di fontane e giochi d’acqua.
Brescia in pillole
Info:www.bresciatourism.it/Musei
:
Palazzo Martinengo, Via Musei 30, telefono 030 2807934. Ospita esposizioni di rilievo organizzate da Brescia Mostre.
Museo Ken Damy, Corsetto Sant’Agata 22, telefono 030 3750295. Una delle gallerie di fotografia più apprezzate a livello internazionale.
Ristoranti:
Osteria La Vineria, Via X giornate 4, telefono 030 280477. Piatti bresciani e ottimi vini in una ex cantina.
Vasco De Gama, Via Musei 4, telefono 030 3754039. Preferito dai giovani, propone casoncelli ma anche paella valenciana.
Sapori e sapere, Via Beccaria 11, telefono 030 40073. Con una ricca biblioteca, è il luogo deputato degli intellettuali.