Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Festa della luna piena

festa Coppoons-Bay-Tortola

Alle Isole Vergini il divertimento è di casa. Tra sigari, rum e bomba’s party nelle biviài, per la festa della Luna Piena Una moltitudine di neri e qualche bianco residente o turista, si accalca sul lungomare nord occidentale di Tortòla.

festa luna piena Tortola

La festa della luna piena è qui, Lungo la strada che costeggia la Coppoons Bay di Tortòla (che deve il proprio nome alla timida tortora) isola madre delle Biviài (British Virgin Islands), una manciata di terre emerse poco a est di Portorico.

Ma i festaioli, moderni bucanieri, arrivano anche dalle altre isole pirata: Jost Van Dyke, poche miglia dirimpetto; Virgin Gorda, così battezzata da Colombo che la paragonò a una donna dal ventre enorme distesa sulle acque; poi dall’esclusiva Peter Island, che rappresenta anche le vicine isolette di Dead Chest del pirata Barbanera. E anche la Norman Island, nella quale Louis Robert Stevenson ambientò la sua Isola del Tesoro.

Persino dalla più lontana Anegada, l’unico atollo corallino delle Biviài, sono giunti neri allampanati con tanto di bandana e teschio, guidati da un capo-popolo che balla, canta e sproloquia uno strano spanglish infarcito di scurrilità.

La festa della luna piena
festa della luna piena Norman-Island
Norman Island

Una moltitudine di neri più qualche bianco residente o turista, come dire circa un quarto degli abitanti delle isole (18.000 in tutto), si accalca sul lungomare nord occidentale di Tortòla per la festa della luna piena, e a turno scompare nelle baracche in legno che bordano la spiaggia.
I neri sembrano abbandonare per l’occasione l’abituale flemma che accompagna le loro giornate: sciamano per la via, ondeggiando come solo loro sanno fare al suono di una locale fungi band, dove fungi sta per funghi e gli strumenti che producono un chiasso ritmato sono flauti, assi di legno, bottiglie, zucche vuote e altri oggetti casalinghi.

Gli uomini cingono la vita delle donne che capitano a tiro con voluta naturalezza e si muovono sinuosi con le partner occasionali, mimando acrobatici amplessi. Portano al collo e ai polsi cerchi di plastica fosforescenti dai colori tenui: rosa, verde, celeste, giallo limone. L’abbigliamento è casual, quasi sbrindellato sia nei maschi che nelle femmine: dove la stoffa manca, le parti nude lanciano messaggi inequivocabili, soprattutto quando questi vengono affidati alle prorompenti rotondità delle isolane.

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Birra, sigarette e sigari
Cartina Isole Vergini
Cartina Isole Vergini

Il traffico, lungo la North Coast Road, è ininterrotto. Le auto passano lente gimcanando tra la folla: scaricano e caricano festaioli in eguale misura.
Tutti si muovono ai ritmi caraibici propiziati anche, poco più in là, dalle steel drum band, i famosi tamburi ricavati dai fusti di olio combustibile. Si beve birra a canna e si fuma disperatamente: sigarette e sigari giganteschi.

Queste, è bene precisarlo, non sono “isole da sigari”, nel senso che non li producono. Ma il consumo è gagliardo e insieme ricercato, dato che i cilindri di tabacco vengono venduti sciolti a suon di dollari. Non mancano le marche più famose: cubani, portoricani, di Santo Domingo e altri ancora. Il rum regna sovrano e anche in questo caso la scelta è ampia e qualificata. Non pochi preferiscono affidarsi al rum locale: l’Arundel Cane Rum, prodotto a Tortòla dalla Famiglia Callwood da oltre 200 anni, nella non lontana Cane Garden Bay.

Desta della luna piena. Balli e canti fino all’alba
 Arundel-Cane-Rum
Arundel Cane Rum

È una festa ritmata da grida strampalate sommerse dal frastuono generale, da sguardi spiritati che cercano occhi in sintonia. All’interno dei piccoli locali in riva al mare, si consuma di tutto: pesce, frittate, frutta, dolci. Ma soprattutto si beve; la regina di queste bevande è il Bomba’s Shack, un intruglio che racchiude passion-fruit (il frutto della Passiflora edulis), guava (una specie di piccolo limone dalla polpa dolce gialla o rosa), banana, papaia, ananas, succo d’arancia; il tutto quagliato da un forte rum locale o addirittura “fatto in casa”, sulla base di antiche ricette di famiglia.

Poco dopo mezzanotte, quando le gambe cominciano a cedere per il gran muoversi, le parole escono farfugliate e gli sguardi sono a mezza palpebra, arriva la sorpresa: un tè caldo nel quale viene messo a mollo un pezzetto di fungo; è la botta finale della festa della luna piena: un po’ droga, un po’ eccitante, un po’ calmante per chi era già eccitato del suo. Si continuerà a ballare e cantare fino alle prime luci dell’alba.
Sarà un continuo rimescolamento di coppie e di gruppi: lungo la strada, nelle baracche del lungomare, nel buio della spiaggia. In fondo, hanno ragione i locali, quando sostengono che life is too short for traffic. Perché agitarsi, dunque. Meglio lasciarci andare avvolti dall’atmosfera magica delle calde notti di Tortòla.

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