Al Museo di Paleontologia di Rende (CS), dal 19 al 23 ottobre, in occasione della Settimana del Pianeta Terra del 2015, sarà esposto uno scheletro completo di Coelophysis, un dinosauro carnivoro, di piccole dimensioni, forse cannibale, agile e veloce corridore. Gli appassionati di dinosauri, curiosi e bambini avranno una tappa in più nel percorso del Museo di Paleontologia. La collezione della sala dei rettili si arricchisce così di un ulteriore esemplare vissuto nell’Era Mesozoica (245-65 milioni di anni fa). Il Museo di Paleontologia ospita una ricca collezione di reperti fossili di piante e animali provenienti dal territorio regionale, nazionale e da diverse parti del mondo.
Il Museo di Paleontologia di Rende si articola in quattro sale nelle quali sono esposte fossili di vegetali, invertebrati e vertebrati che risalgono ad epoche antiche. Il percorso è organizzato in ordine cronologico, dando vita ad un viaggio nel passato geologico, raccontato attraverso reperti e pannelli esplicativi (alcuni retro-illuminati) che ne contestualizzano l’ambiente e la posizione nel tempo. Il visitatore ripercorre le tappe fondamentali dell’evoluzione del sistema Terra a partire dalle prime testimonianze di vita, “le stromatoliti”, prodotte da microrganismi e comparse circa tre miliardi e mezzo di anni fa. Poco più avanti nel percorso si potrà osservare gli invertebrati primitivi che popolavano i mari nel Paleozoico, l’evoluzione dei pesci e la conquista della terraferma da parte degli anfibi e dei rettili.
L’ultima sala del Museo è interamente dedicata a fossili rinvenuti in Calabria. Si tratta perlopiù di reperti miocenici (invertebrati e vertebrati) provenienti dal sito di Cessaniti (Vibo Valentia). Tra essi gli splendidi esemplari di echinidi (Clypeaster) che per la loro varietà e stato di conservazione rappresentano un unicum non riscontrabile in nessuna regione italiana ad eccezione della Sardegna. Sempre nella terza sala sono esposti i fossili provenienti da Bovetto (Reggio Calabria), si tratta di una ricca malacofauna che prosperava in acque marine del tardo Pleistocene. Tra i reperti più significativi esemplari di Strombus bubonius, gasteropode considerato come “ospite caldo” a testimonianza delle fasi calde che si alternarono a periodi freddi durante il Pleistocene nel Mar Mediterraneo.