Il museo civico Luigi Bailo, restituito alla città di Treviso il 30 ottobre scorso, ha già fatto molto parlare di sé. L’attesa inaugurazione ha richiamato, venerdì e sabato scorsi, un’affluenza record di pubblico e non sono mancate le polemiche, il giorno dopo, per la chiusura nel festivo di Ognissanti. Molti visitatori si erano presentati anche domenica, per avere il privilegio di entrare negli spazi restaurati del palazzo di Borgo Cavour. L’aspettativa era grande. L’ex convento degli Scalzi, polo principale dei musei civici di Treviso, era chiuso da dodici anni. I lavori di ristrutturazione e rinnovo sono costati 4 milioni e 600 mila euro. Il museo Bailo sarà ricordato da molti come il museo di Arturo Martini: ospita 134 opere dell’artista trevigiano, oltre a una raccolta di 350 lavori di artisti tra fine Ottocento e Novecento.
Tra antico e moderno
Il Bailo si presenta come un edificio moderno, bianco e luminosissimo nelle pareti esterne e negli interni, un progetto architettonico che spicca, nel cuore del quartiere storico di Borgo Cavour. Il contrasto è visibile nel chiostro cinquecentesco, restaurato, in armonia con l’intero edificio per il candore e l’essenzialità delle linee. Il chiostro ha oggi un’apertura verso l’esterno, grazie a un intervento su due arcate del portico originario, e ospita una delle sculture simbolo di Arturo Martini: Adamo ed Eva, un’opera monumentale, acquistata dal comune di Treviso, con pubblica sottoscrizione, nel 1992. Adamo ed Eva, interpretate da Martini con ottimismo, come figure che si incamminano verso il futuro, dominano il chiostro, insieme ad altri lavori dello scultore.
Il museo Martini
Di Arturo Martini, nato nel 1889 a Treviso e morto a Milano nel ’47, il museo propone lavori di tecniche differenti. In collezione sono presenti terracotte, gessi, sculture in pietra, bronzi, opere grafiche, ceramiche.
Il museo conta su una superficie di 1600 metri quadri e due piani espositivi, il primo e il pianterreno. Martini è in buona compagnia: lo precedono artisti veneti della seconda metà dell’Ottocento, come Luigi Serena e Giovanni Apollonio e lo affiancano gli esempi di artisti a lui contemporanei, da Gino Rossi, Nino Springolo, Arturo Malossi, Alberto Martini.
Le opere di grande impatto sono molte e, del resto, fa onore a Treviso aver dato, con il museo, nuovo prestigio alla scultura, arte meno gettonata di altre nelle esposizioni per il grande pubblico. Arturo Martini sarà ricordato, ancora, per la “Pisana”, “Amore Materno”, “Fanciulla piena d’amore”.
Informazioni:
Museo civico Luigi Bailo
Da martedì a domenica
10.00 – 18.00
www.museicivicitreviso.it
Tel 0422 658951