Nei musei italiani non ci sono mai state così tante persone come nel 2014: sono quasi 29 milioni i visitatori che, l’anno scorso, hanno varcato la soglia dei 672 siti gestiti dal Ministero dei Beni culturali. È il numero più alto dell’ultimo decennio. Soltanto in Friuli e in Veneto ci sono stati accessi lievemente più bassi rispetto a quelli del 2013. In totale, i musei gestiti dal ministero hanno incassato, netti, 111 milioni e 800mila euro. Il bilancio finale della performance dei musei soddisfa parecchio, ma si continua a lavorare. All’inizio del 2016 saranno pubblicati due bandi di gara: “Uno sarà per mettere a punto un portale unico – spiega Soragni – da cui poter acquistare in pochi clic, i biglietti di tutti i musei gestiti dallo Stato. L’altro per creare, dentro questi luoghi di cultura, bar e ristoranti di qualità, con prodotti a chilometri zero”.
Se vengono considerati nella classifica anche i musei ad accesso libero, il numero sale a 40 milioni e 700mila visitatori, il che dimostra che non è tutto merito delle aperture gratuite la prima domenica del mese volute dal ministro Dario Franceschini, perché se così fosse dovrebbe crescere solamente il pubblico che entra gratis. E invece le cifre raccontano che dal 2004 al 2014 gli ingressi di visitatori paganti sono aumentati di quasi quattro milioni. Bisogna gridare al miracolo, visto che per gli italiani il museo è diventato un luogo in cui fa piacere passare il tempo? “Ma no. È che negli ultimi anni le opportunità offerte si sono moltiplicate e la gente ha cominciato ad apprezzare sempre di più”, ragiona Ugo Soragni, direttore generale dei musei del ministero. Un dato è certo ed inconfutabile.
Oggi, alcuni di questi contenitori culturali sono diventati di grande attrattiva: ci sono laboratori creativi in tema con le esposizioni, i bambini fanno la caccia al tesoro tra le statue, i più grandi possono concedersi, una volta al mese, un sabato sera alternativo, visitando una mostra, non mancano le iniziative speciali organizzate, per esempio, per le Giornate del Patrimonio.