Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Bari: in arrivo la tassa di soggiorno

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Il comune di Bari sta vagliando la proposta di introdurre la tassa di soggiorno nel capoluogo pugliese. Dissenso da parte di albergatori, pendolari e turisti

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Il castello di Bari

Bari, che città turistica, nel senso vero e nell’accezione più pura, non è, si vuole adeguare alle località turistiche, quelle che già da tempo hanno introdotto la tassa di soggiorno. Un modo come un altro per fare cassa, pensando di cavare benefici sfruttando i flussi turistici, quasi fossero i pozzi di san Patrizio. Ovviamente, sulla inopportunità di questo balzello, sono schierati, in primis, i turisti ma, soprattutto, tutte le persone, che turisti non sono e che per altre ragioni ed interessi, per essere in transito nel capoluogo pugliese e dovendo soggiornare devono essere considerati alla stregua di turisti. Un controsenso assurdo ed incomprensibile. A tutti  questi si uniscono le associazioni degli albergatori. A tutti costoro, uniamo anche il nostro dissenso e disappunto, perché questa prospettiva, non solo non apporta grandi benefici alle casse comunali, scontenta tutti e si rivela sbagliata in una città tipicamente commercializzata ed industrializzata i cui flussi, principalmente, sono da collegare a queste realtà.

Se anche Bari dovesse introdurre la tassa di soggiorno, si aprirebbe la strada all’effettiva adozione dellimposta, da applicare a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive del Comune che adotta la tassa. E’ un’ipotesi che circola da tempo, e sulla cui fattibilità sono state già avviate verifiche tecniche da parte di Palazzo di Città. Passaggi ormai prossimi alla conclusione, che potrebbero dunque, entro breve tempo, partire in concomitanza del Natale, anche per cogliere l’occasione del grande afflusso di visitatori – si stimano 150mila presenze – previsto per il concerto di fine anno con Gigi D’Alessio.  Allo stato la questione è tutta politica. Spetterà cioè al sindaco e alla sua maggioranza valutare i tempi dell’adozione della tassa e il suo importo, che potrebbe aggirarsi intorno a 1,50 euro per notte di soggiorno.

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Bari, Fiera del Levante

Ma la questione principale resta quella dell’accordo con gli operatori del settore. Il dialogo è aperto, assicurano da Palazzo di Città, ma a molti albergatori l’idea non piace, in quanto l’applicazione della tassa di soggiorno farebbe inevitabilmente aumentare le tariffe. L’imposta, infatti, viene di fatto inglobata nel conto delle strutture ricettive, ma poi “girata” nelle casse del Comune, che dovrebbe impiegare quei fondi in investimenti per migliorare l’attrattività turistica. A tentare una ‘mediazione’ tra Comune e operatori è Federalberghi, che chiede precise condizioni affinché l’istituzione dell’imposta non danneggi le imprese del settore. Tra queste, l’effettivo investimento degli introiti nel miglioramento dei servizi turistici e controlli potenziati per stanare gli ‘abusivi’ che di fatto sfuggirebbero all’obbligo di applicare la tassa di soggiorno.

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