La valigia è quasi pronta. E noi di Mondointasca sappiamo già cosa di sicuro non mancherà nel bagaglio dell’arpista Floraleda Sacchi (per scoprirlo anche voi continuate a leggere l’articolo), una delle più interessanti artiste sulla scena internazionale che, dopo il concerto di questa sera, domenica 24 gennaio, al MaMu-Magazzino Musica di Milano (cortile interno di via Soave 3, ore 19, ingresso libero), partirà subito per il suo nuovo tour europeo. Nizza, Perast, Parigi e Bellinzona sono le prime città dove si esibirà con la sua inseparabile arpa suonando sabato 30 gennaio al Theatre National, il 7 febbraio al City Museum Hall, il 23 all’Hotel de Galiffet e il 28 febbraio al Teatro Sociale .
Al pubblico di Milano Floraleda riserva una sorpresa. Quello di questa sera sarà infatti un concerto molto speciale, oltre che unico nel suo genere. Si tratterà infatti di un’intervista-concerto (ad intervistarla, o meglio a conversare con lei, sarà il giornalista Gian Mario Benzing) attraverso cui ripercorrerà le principali tappe del suo percorso musicale. Come l’aver inciso per le principali major discografiche e aver suonato nelle più importanti sale dei teatri di tutto il mondo. Oltre ad essere stata protagonista di diverse collaborazioni teatrali e l’aver ottenuto il premio Harpa Award per il suo libro su Elias Parish Alvars. E per finire aver vinto, tra il 1997 e il 2003, ben 16 premi in competizioni musicali.
Musica tradizionale e contemporanea
Spaziando tra la musica contemporanea e quella tradizionale, durante la serata Floraleda eseguirà brani estratti dall’album “Minimal Harp“, disco che l’ha portata a collaborare con Philip Glass e Michael Nyman, e dal recente “Intimamente Tango”, passando per i celebri brani barocchi di “Harp Favorites” e le sonorità spagnole di “Harp Dances”.
Floraleda cosa dobbiamo aspettarci da questa serata?
Una serata conviviale, senza palcoscenico, tra amici.
Come ci si sente ad essere descritte, dalla critica, come una preziosa innovatrice ne l’approccio con lo strumento?
È una responsabilità, perché non si può più deludere o essere banali, ma bisogna sempre continuare il percorso di ricerca.
Un disco che ti ha data soddisfazione è sicuramente “Minimal Harp”.
Certo, è stato un disco che ha avuto moltissimo successo e viene ancor citato come l’inizio di un genere per lo strumento.
Con “Intimamente Tango”, album che ti ha visto collaborare con la violinista Maristella Patuzzi, pensi di essere stata coraggiosa?
Sicuramente è stato un progetto dove ci si metteva in gioco. Reinventarsi per arpa (cosa mai fatta prima) la musica conosciutissima e meravigliosa come quella di Piazzolla può anche diventare un fisco clamoroso.
Prossimi progetti?
Sto lavorando al mio nuovo disco per arpa elettrica ed elettronica con composizioni mie e scritte per me.
Hai raccontato che è grazie ad Annie Challan se ti sei avvicinata all’arpa. Se non avessi ascoltato i suoi dischi come pensi avresti fatto nella vita?
Non saprei… forse la giornalista.
Perché secondo te l’arpa viene considerata uno strumento “particolare”?
Credo perché è imponente, elegante, che non passa inosservato, un po’ misterioso. Poi è difficile suonarlo bene e renderlo interessante, particolare.
Essere belle oltre che brave aiuta?
Sinceramente non ci penso mai e di solito penso alla musica.
Nel 2015 ti sei esibita in Cina. Cosa ricordi di quel viaggio?
È stata un’esperienza da un lato terribile per via dell’inquinamento che era allucinante ed io che sono molto sensibile ai temi ambientali, ho veramente sofferto e sono diventata ancora più intransigente. Dall’altra parte l’entusiasmo dei musicisti, la voglia di fare musica e sale da concerto meravigliose mi hanno resa veramente felice!
Per lavoro viaggi sicuramente molto. Cosa non manca mai nella tua valigia?
Un rossetto rosso.
Com’è viaggiare con un’arpa al seguito? Ma soprattutto quando viaggi per lavoro quale delle tue tre arpe ti porti dietro (Floraleda suona un’arpa Erard datata 1816 e due moderne “Style 30” della liuteria Lyon & Healy, ndr)?
Porto l’arpa che mi serve per la musica che devo suonare, ma spesso l’affitto sul posto come fanno i pianisti con il pianoforte, quando proprio non si può spedire.
Se dovessi partire per una vera vacanza dove andresti?
Ovunque posso portare anche il mio adiratissimo cane.