Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Bit 2016 molto personale: Romagna, Argentina, Grecia

Romagna Stand Bit

La Bit, Borsa Internazionale del Turismo si è conclusa. I criteri per valutare una kermesse para turistica come la Bit milanese. Il nostro commento su tre stand: Emilia Romagna, Salta in Argentina e il Monte Athos in Grecia

Bit 2016 visitatori

Allora: “com’è stata la Bit”? Solita domanda, mi sia concesso, del menga. Come è infatti mai possibile procedere a valutazioni mediante una scarpinata (breve o veloce che sia) tra stand e padiglioni dopodiché vai con le bofonchiate conclusioni, le illuminate sentenze? A mio modesto parere (non si dice sempre così? e non costituisce forse –questa battuta- una stupida forma di, appunto, stupida immodestia quando poi a pronunciarla è sovente il solito immodesto pirla afflitto da saccenteria?), a mio modesto parere (non senza aver dato la tara ai sedicenti analisti economici che -almeno antan, adesso non so-  alla fine di una fiera, un salone, un mercato, fornivano l’importo del “volume d’affari trattato”, ma mi faccia il piacere…), queste kermesse para turistiche (ma ormai, l’ho visto alla Fitur, vi si vendono pure golfini & profumini) vanno convenientemente valutate in base a due inoppugnabili dettagli, meglio dicasi seppur empiriche verifiche.

CucinaPrimo criterio di valutazione. Indipendentemente dalla tanta o poca gente che hai visto durante la tua scarpinata (ne puoi aver visto tanta o poca, dipende dal giorno, dall’orario e dai flussi) hai notato eccessivi spazi liberi (quelli, al contrario dell’andirivieni dei sedicenti addetti ai lavori e degli arraffa pennette, caramelline e calendarietti, ancorché mimetizzati da moquette, piante e panche)? Inoltre: hai avuto occasione di godere (che sarebbe poi –non gli affari- il vero motivo e valore di questi happenings) di tante o poche rimpatriate: il tour operator venuto da Barcellona, il collega arrivato ‘persino’ da Vercelli?
Ed eccomi rispondere a quanto sopra, implicitamente fornendo una valutazione sulla testé conclusa Bit, Borsa Internazionale del Turismo milanese, dove tutto il mondo è stato chiuso nel padiglione 14. Di gente nota e venuta da lontano ne ho vista pochina (tanto meno el mè amìs Angelo Linardatos che veniva da Parigi per parlare velocemente di traghetti coi suoi paìs greci eppoi si fiondava a casa mia a vedere l’amata Inter in tivù), non parliamo poi se si parla di istituzionali espositori europei (ma, si sa, Francia & Spagna –e sempre aggiungo “purché se magna”- sono, ahi Bit, da tempo assenti e con loro tanti altri Paesi del Vecchio Continente). Ma non si affliggano di scoramento i probabilmente delusi Bit-organizzatori: a ‘sti happening dedicati a Viaggi&Turismo va sempre meno gente (già, perché nelle edicole vedi ancora esposte in bella mostra le cartacee riviste viaggiatorie?), il tutto, elementare Watson, per colpa di web, uotsàpp, astàg o quel che l’è.

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Bit cucinaSecondo criterio di valutazione (premesso che come disse Ludwig Feuerbach “L’uomo è ciò che mangia” e che secondo una accreditata Vox Populi “Non si vive di solo pane”): cosa c’era da pappare & da bere alla Bit (nel senso, anche, di promozione turistica, di presentazione di posti e destinazioni più o meno nuove, di pierre, alias Pranzi & Ricevimenti)?
Ed eccomi rispondere, precisando che in questa particolare (e goduriosa) branca della manifestazione turistico – viaggiatoria milanese le cose sono andate decisamente bene (almeno a me, ma vivaddio scrivo a nome del mio palato, mica quello degli astemi).
Dopodiché non mi resta che dettagliare le mie triple Bit-goduria (la prima perpetrata nello stand della Romagna-Emilia, le altre due ‘extra moenia’ in due “locations” –bella eh? o quantomeno fa fino scriverlo- di questa Milano ormai finalmente “Expò free” (non amo le grandi manifestazioni blablabla, basta lavorare sodo con la normalità, e si vince).

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