Domenica 24 Novembre 2024 - Anno XXII

Torna alla luce l’angelo nella Natività a Betlemme

Basilica della Natività di Betlemme

Nella Basilica della Natività di Betlemme si è compiuto un restauro che sa di miracolo: torna alla luce il mosaico dell’angelo che si credeva perduto per sempre

mosaico

L’angelo scomparso è stato ritrovato. Si tratta dell’ultimo magnifico esempio di arte musiva che, grazie all’ italiana Piacenti S.p.A., considerata leader mondiale nel restauro, si aggiunge agli altri mosaici della Basilica della Natività di Betlemme, il luogo dove secondo la tradizione sarebbe nato Cristo. “Dei duemila metri di mosaici originali è stato possibile salvarne circa 150 metri quadrati”, ha dichiarato  Giammarco Piacenti, titolare dell’azienda italiana che da tre anni fa spola tra l’Italia e la Terrasanta per sovrintendere i lavori che hanno visto l’eccellenza del restauro italiano operare in uno dei luoghi più importanti della cristianità.

Un restauro da 1.500.000 tessere in pietra

mosaico

All’interno, la Basilica è ancora un cantiere aperto, ma, dopo essersi arrampicati a fatica sulle impalcature, si viene ripagati per lo sforzo: i mosaici si stagliano lucenti sullo sfondo di calce bianca, riflettendo la luce del sole in un tripudio di turchese, rosso, verde e uno scintillante oro. Angeli, santi, San Tommaso che indica con il dito la ferita di Gesù; e ancora il Cristo in sella a un asino che entra a Gerusalemme: scene classiche della narrativa cristiana che riprendono nuova vita sotto il tetto sorretto dalle imponenti architravi di cedro del Libano, che l’azienda italiana ha riportato al vecchio splendore nella prima fase del restauro della Basilica.
“E’ il progetto della mia vita”, aggiunge con un filo di emozione Piacenti, mentre spiega che per il restauro sono state riutilizzate più di 1.500.000 tessere in pietra, vetro e madreperla, che negli anni sono state catalogate e conservate, e oggi riutilizzate in combinazione con un numero limitato di tasselli per restituire i mosaici in quasi tutta la loro interezza.

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Ritrovato il settimo angelo perduto

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Il pezzo più notevole, è appunto il settimo angelo, ritenuto perduto e ritrovato grazie ad una tecnica chiamata termografia che consente di scandagliare superfici solide alla ricerca di opere nascoste dal passare del tempo e dall’incuria dell’uomo. “L’ha scoperto Silvia, la nipote di Giammarco”, componente e  parte della dinastia di restauratori pratesi iniziata alla fine dell’ottocento, racconta Cecilia Sandroni, dell’ufficio stampa della Piacenti. “E qualche giorno dopo ha scoperto di essere incinta” aggiunge raggiante, alludendo all’apparizione dell’angelo alla vergine Maria. Oggi l’attenzione della Piacenti si sta indirizzando verso le cinquanta colonne che costeggiano la navata centrale della basilica e che nascondono pitture Crociate del XII secolo raffiguranti i santi di molti paesi cristiani.
Adotta una colonna” è il motto che da’ il titolo alla campagna per sostenere il restauro lanciata da Ziad Bandak, ministro palestinese per gli affari religiosi e capo del comitato per il restauro della Basilica. “Chi volesse donare denaro e diventare parte di questa bellissima avventura è libero di farlo” ribadisce Giammarco Piacenti sottolineando che il costo per la ripulitura e il restauro delle colonne si aggira intorno ai 2,5 milioni euro. Ma la Natività ha ancora tanti tesori nascosti, tutti da scoprire.

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