Fu Turismo, separato, laddove non faccio riferimento al movimento artistico e culturale italiano (inizio XX secolo, Marinetti, Boccioni, Depero etc) bensì – vabbè, in termini un tantino funerei – oso pensare al (secondo me) tragico stato di salute del Turismo italiano all’inizio del più importante periodo dell’anno, l’estate. Mi riferisco al Turismo Incoming, quello proveniente dall’estero (che diventa Outgoing se si parla degli Italici che vanno in vacanza oltre i “Sacri confini che Dio ha dato alla Patria …” e blablabla…).
Dopodiché, se mai avesse un certo fondamento, ancorché solo minuscolo, questa “denuncia” (parolona, la virgoletto) della probabilissima (siamo solo ai primi di Luglio) crisi del Turismo Incoming, mi stupisco nel constatare che, non solo la Stampa Turistica (quella cosiddetta ‘di categoria’ e quella sedicente esperta di Viaggi & Vacanze su quotidiani e riviste), ma anche la stampa Economica, non fanno un plissé, non dedicano un commento, una riga sulla vicenda (se non per esprimere condoglianze per un decesso, quantomeno per segnalare lo stato di salute del paziente). E dire che, se si parla di Economia, ed economisti, il Turismo è comunemente definito l’Industria senza Ciminiere (e con tutte quelle polveri cancerogene fuoriuscenti dai fumaioli, ditemi se è poco). Una “industria” pertanto importante soprattutto in un Belpaese che non più tardi di pochi anni fa era al top del top delle classifiche mondiali dell’Incoming (per poi scivolare sempre più giù, senza che, nemmeno stavolta, nessuno facesse un plissé).
Rammento che, almeno “una volta”, c’era ancora chi (del Governo alias dello Stato) quantomeno ‘si faceva vivo’ nel mundillo del’Incoming. Tanto per dire, ricordo ancora, l’on. Del Bo, ai congressi nazionali dei facenti viaggiare, che salutava il presidente, l’avv. Magnoni, che a sua volta si alzava in piedi e salutava l’on. Del Bo dopodiché, vabbè, tutto finiva lì, ma (almeno), come dicono a Roma, “ce avevano provato”. Passò un po’ di tempo, non so più se la pantomima continuò, o no, so solo, invece che il cosiddetto ministero del Turismo & dei Beni Culturali pensò bene di retrocedere il Turismo (come fanno nel Pallone quando una squadra commette un illecito) al secondo posto e così, in Serie A, invece di squadre di Tour Operators, Albergatori, Ristoratori, Bagnini etc etc etc, vi finirono (ancorché degnissimi stante l’importanza della Cultura nello Stivale) operatori cosiddetti “culturali” (musei, monumenti, scavi & necropoli) per certo importanti (già detto) ma altrettanto certamente meno numerosi di albergatori, tour operators, bagnini etc etc…). E vabbè.
Turismo incoming, con queste premesse…
Solo che adesso, se si parla di Turismo Incoming, nel Belpaese, la situazione mi sembra un pochettino, se non assai, nella cacca. E provo a spiegarmi con un paio (anzi, tre) esempi (di ben note vicende verificatesi in questi giorni) che mi sembrano abbastanza importanti. Tanto importanti, per un turista che deve decidere “dove andare in vacanza”, da poter impensierire chi vorrebbe ospitare, ricevere quel turista. Oltretutto, a tale proposito, penso non sia superfluo ricordare che l’Italia è assediata da un Concorrenza Turistica Nord Mediterranea che spazia dalle Colonne d’Ercole alla cosiddetta Asia Minore. Da cui l’ovvio ragionamento del potenziale turista che alla domanda “Andare in un posto incasinato da disservizi, fuochi e immigrazione à gogò? Chi me lo fa fare?”, laddove, girato l’angolo, c’è un posto in cui tutte ‘ste cose, il citato sfaccimme non accade, embè, chiedo al baldo lettore, secondo lei dove va il potenziale nonché incerto turista?
Ma Tiremm Innanz e veniamo al dunque.
… viaggiare sicuri, non proprio
Se si parla di “viaggiare sicuri”, a Roma, salendo a bordo di uno di quei treni che dovrebbero comporre una (si fa per dire) rete del Metrò (ciao Pepp) una malcapitata rimane ahilei incastrata nella porta di un vagone. Solo che il guidatore del convoglio dice che, lui, sì, aveva “dato un occhio” ma nel contempo viene cuccato “che sul posto di guida si era imbandito la sua brava tavolata” imperocché a una cert’ora può far capolino un certo appetito e sindacalmente parlando un bel pranzettino mica te lo può negare nessuno…
Nel resto del Belpaese continua ad arrivare gente dall’altra parte del Mediterraneo, solo che (ahiloro) non si tratta di turisti bensì (solo) di poveracci.
Che, però, un turista (vabbè egoista e fors’anche pure stronzo e insensibile, ma così va il mondo…) non ama vedere (fosse solo perché, almeno per i sacrosanti 15 gg di ferie… e ci siamo capiti). Dopodiché, se, oltretutto, i tiggì informano pure che i suesposti poveracci vengono ospitati “in strutture turistiche” … beh … o no?
Quanto “al resto” (delle vicende coinvolgenti il Turismo Incoming, si diceva), a dar retta ai soliti tiggì, mezzo centrosud del Belpaese “sta andando a fuoco” (financo la dorata spiaggia di Capalbio lardellata dal Who‘s Who del Gotha nazional – affaristico – mondan – politico romano… da cui si evince che – come dicevasi almeno antan a Novara – “non c’è proprio più religione”…). E tanto per gradire, sempre alle suesposte tivù, i VVFF informano che, col cavolo che si parla di “autocombustione”: quei roghi sono in gran parte voluti, e mica da qualche sprovveduto pirlotto, bensì da serie aziende (vabbè un filino cattivacce) rispondenti al nome di N’drangheta, Mafia, Camorra (e chi più ne ha più ne metta). Dopodiché, qui giunti, un turista che legge o sente quanto sopra (“lo dice il giornale”) sarà mica poi così pirla da venire in ferie nel Belpaese … o no???
P.S. – Alle le iatture turistiche nazionali (di cui sopra) e come se non ci fosse mai limite al peggio, se ne aggiunge un’altra, forse non altrettanto tragica ma quantomeno un pochettino tristarella, da cui il seguente “Avviso ai Naviganti: estrema attenzione a chi si aggira sulle coste della Sardegna. Potrebbe capitargli di vedere il Silvio con Bandana…”.