Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Castelli sulla sabbia? No, sull’acqua

Castelli-di-Cannero

La presenza di un lago, di un fiume o di un semplice fossato diventa l’elemento di forza in assenza di baluardi naturali. Anche se l’interramento progressivo ne ha alterato la godibilità

Prima di intraprendere un viaggio tra alcuni dei castelli della pianura padana, è opportuna una definizione. Il castello, da tempo immemorabile, risponde a due esigenze fondamentali.  La prima riflette il bisogno di una difesa territoriale a zona, che tiene nella dovuta considerazione tutte le possibili varianti; dal XVI secolo però la situazione cambia a causa dell’invenzione delle armi da fuoco. Ecco allora che la difesa viene concepita per linee periferiche e si adatta alla necessità di un territorio più ampio, di un intero Stato.
La seconda esigenza è al contrario di carattere amministrativo: “incastellare un territorio”, dunque, accoppia i bisogni di difesa a quelli di gestione dello stesso.  I castelli della pianura padana rientrano in queste due categorie: ciascuna ricca degli opportuni “passaggi” storici, scanditi a loro volta dal trascorrere del tempo.

Castelli di Cannero (Novara)

castelli I Castelli di Cannero
I Castelli di Cannero

E’ abbastanza logico considerare le isole (lacustri o fluviali) quale luogo privilegiato per costruirvi difese o comunque edifici concepiti per tale scopo. E’ il caso dei bellissimi Castelli di Cannero (chiamati in seguito Malpaga), situati a qualche centinaio di metri dalla costa piemontese del Lago Maggiore. Fortificazioni, quelle di Cannero, dovute ai Visconti di Milano e risalenti all’inizio del XV secolo. La loro particolare ubicazione consentiva di dominare i traffici del lago e di predisporre le scorrerie sui centri della costa. Ciò che puntualmente fecero i fratelli Mazzarditi, individui senza scrupoli legati alla famiglia ghibellina dei Rusconi.  La leggenda (ma fino a qual punto leggenda?) racconta che uno dei fratelli, denominato Carmagnola, si invaghisce di una certa Cristina, bellissima moglie del Podestà di Cannobio.  Simoncello, uno dei suoi fratelli, riesce a rapirla, non senza gettare dalla rupe nel lago un buon frate guardiano. La cosa non va però a genio al Duca Filippo Maria Visconti che invia sul posto cinquecento uomini e riesce a sgominare la banda dei Mazzarditi. Quattro dei cinque fratelli riescono a fuggire, mentre la bella Cristina viene uccisa.  Per vendicarla, i vincitori riserbano al Carmagnola l’identica sorte riservata al frate. Lo gettano nel lago dalla rupe. Abbandonato per oltre un secolo, il castello di Malpaga viene in seguito fortificato di nuovo dal Conte Lodovico Borromeo per fronteggiare le mire espansionistiche degli Svizzeri.

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Frascarolo (Pavia)

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Le vicende storiche di Frascarolo si identificano con la vita del suo prestigioso castello, uno dei più belli della Lomellina. Edificato durante il dominio dei Visconti, il castello di Frascarolo venne denominato “grande” per distinguerlo da altri due irrimediabilmente distrutti in precedenza.
Il castello conserva uno stemma marmoreo recante l’emblema dei Visconti, il celebre biscione. Dopo le distruzioni dell’inizio del 1400, avvenute ad opera di Facino Cane, il castello “grande” venne riedificato nel 1512. Da quel periodo e sino a tutto il XIX secolo, il castello fu oggetto di varie investiture feudali, tra le quali vanno ricordate quelle degli Arborio di Gattinara, d’un Casato Ungherese, dei Beretta, dei Cairoli e di altri ancora. Nella seconda metà del secolo scorso la rocca e le sue pertinenze passarono in proprietà ai Vochieri, che la detengono tuttora. Al 1882 risalgono alcuni lavori di restauro diretti dall’architetto Vandone di Vigevano. Nel 1912 il castello di Frascarolo viene riconosciuto monumento nazionale, opera “pregevole d’arte e di storia”. Questo bellissimo castello, eretto lungo il corso del Po, rappresentava una delle opere difensive che proteggevano il Ducato di Milano dai possibili attacchi dei potenti Marchesi del Monferrato, spesso in guerra con i vicini di zona.  Un ultimo particolare di un certo pregio del castello è dato dal cortile interno che, nelle sue semplici linee, evoca l’atmosfera mistica di un chiostro.

Castello di Valeggio sul Mincio (Verona) una Diga fortificata 

castello Castello di Valeggio sul Mincio
Castello di Valeggio sul Mincio

Fra le opere fortificate la cui consistenza, forma e la loro stessa ragione d’essere dipendono dall’elemento acqua, occorre certamente annoverare il complesso fortificato di Valeggio. Essendo ormai escluso dagli studiosi l’uso originario di diga per il prosciugamento dei laghi di Mantova è invece assai probabile che essa dovesse servire per allagare l’invaso morenico attraversato dal Mincio, tra Peschiera e Valeggio.
Si deve infatti a Gian Galeazzo Visconti l’idea di estendere e consolidare la linea difensiva, collegando i fiumi Tione e Tartaro, che si prolungava a comprendere le sacche vallive sino all’Adige.
Lo sbarramento, con uno sviluppo longitudinale di 525 metri, fu realizzato con un’incamiciatura di ciottoli di fiume. Il complesso della diga e delle opere militari a essa connesse, l’imponenza dei manufatti in buona parte ancora integri e l’eccezionale collocazione ambientale si propongono come uno dei più interessanti esempi di apprestamento difensivo medioevale.

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Castello Estense a Ferrara

castello Estense di Ferrara
Il castello Estense di Ferrara

Il Castello Estense sorge nel centro storico della città. Fondato nell’anno 1385 dal marchese Niccolo II°, divenne ben presto il centro catalizzatore della vita cittadina, funzione che oggi svolge unitamente al non lontano e bellissimo Duomo. Eretto dagli Estensi quale baluardo contro le sommosse popolari, questa imponente dimora divenne col tempo punto di incontro di artisti e poeti fino ad assurgere al ruolo – storicamente riconosciuto – di splendida corte. Ciò che ha contribuito a fare di Ferrara una tra le città più importanti d’Italia sotto il profilo culturale.  L’architetto capomastro del castello è Bartolino da Novara che, nel decennio seguente la costruzione del Castello Estense, lavorerà anche per i Gonzaga, mettendo mano al castello di San Giorgio in Mantova. All’inizio del 1554 Girolamo da Carpi alza di un piano le mura, eliminando le merlature ghibelline e sopraelevando le torri. Una cortina muraria quadrata, con quattro torri angolari un cortile interno, caratterizzano il castello. Nel 1477, con Ercole I° d’Este, il castello diviene, grazie ad opportune modifiche. una vera e propria abitazione, sede di una Corte importantissima. Nello stesso periodo a Ferrara viene realizzata l’Addizione Erculea, una vera e propria opera urbanistica di indubbio valore e interesse.  Il periodo di regno di Alfonso I° vede attivo a Ferrara Ludovico Ariosto mentre il soggiorno al castello di Torquato Tasso coincide col regno di Alfonso II°. Tra i molti ospiti illustri del castello sono da ricordare il papa Paolo III° Farnese, Michelangelo, Tiziano, Vittoria Colonna, San Carlo Borromeo, fino a Calvino, opsite della Duchessa Renata di Francia, sposa nel 1528 di Ercole II°. Verso la fine del XVI secolo si notano alcuni segni di decadenza, aggravati dalle conseguenze di uno spaventoso terremoto (1570); nei due anni seguenti si registreranno oltre duemila scosse telluriche che consiglieranno la Corte ad abbandonare il castello. Dopo l’ingresso di Ferrara nello Stato della Chiesa (1598), il castello torna all’antico splendore, ospitando Clemente VIII° e un seguito di 1500 persone. Nel 1859 Ferrara entra a far parte del Regno d’Italia. Oggi il Castello Estense è la sede prestigiosa del Comune della città.

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