Mercoledì 24 Aprile 2024 - Anno XXII

Per i rampolli delle famiglie bene settecentesche, Grand Tour voleva dire un lungo e imprecisato periodo di tempo da trascorrere in giro per l’Europa. L’Italia era la meta prediletta del viaggio di scoperta e formazione. Gli Avantcourier e i Bear Leader partecipavano in qualità di “accompagnatori turistici”

Viaggiatori del Grand Tour in Carrozza, con il giovane avantcourier
Viaggiatori del Grand Tour in Carrozza, con il giovane avantcourier

 

Fu soprattutto nel Settecento e nell’Ottocento che si sviluppò la professione della “guida turistica”; in quei secoli si diffuse la moda del Grand Tour, il viaggio in giro per l’Europa, che compivano i giovani di buona famiglia per accrescere la propria cultura ed esperienza di vita. Jean-Jacques Rousseau, con le sue riflessioni sul viaggio, incoraggiò e sensibilizzò i giovani turisti ad affiancarsi all’accompagnatore culturale locale, osservando che: “Per istruirsi non basta percorrere i paesi: bisogna saper viaggiare. Per osservare, bisogna avere occhi e rivolgerli all’oggetto che si vuole conoscere”.

Il Grand Tour del XVIII secolo richiedeva la presenza di persone specializzate che potessero e sapessero aiutare il viaggiatore in ogni situazione difficoltosa e quotidiana; tra queste si ricorda quella dell’”Avantcourier“, il cui compito era di cavalcare a buon galoppo dinanzi alla carrozza, consigliare i luoghi da visitare e i siti non conosciuti e preclusi al popolo. A questa figura si aggiungeva anche quella nuova del “Bear Leader”, un “accompagnatore” a cui veniva affidato il ragazzo borghese durante il suo viaggio culturale; spesso la scelta cadeva su un giovane studioso che doveva vigilare sul viaggiatore e conoscere una lingua straniera. (29/03/2011)

 

* socio dell’Associazione Guide Turistiche Regionali di Puglia

LEGGI ANCHE  Da Sant'Ambrogio a San Salvador. Un Lombardo ai Caraibi
Condividi sui social: