Marsala, una terra ricca di straordinari panorami e di tesori d’arte. In questo lembo di Sicilia occidentale la natura, particolarmente generosa, si è fusa, esaltandoli, con gli avvenimenti storici del passato. Dai vitigni autoctoni si coltivano vini invidiati in tutto il mondo; il mare regala ogni varietà di pesci, con il tonno e il pesce spada in primo piano, senza considerare che i monumenti lasciati dalle molte dominazioni che si sono succedute nei secoli, davvero non si contano. L’estrazione del sale rappresenta un’attività economica molto antica e in passato costituiva una fonte di guadagno e commercio indispensabili per la città. Fino al 1300 le saline erano di proprietà statale ed i proventi erano rilevanti; ora la caratteristica e insieme il punto di forza del sale marino è l’alto contenuto di iodio che lo rende particolarmente ricercato. Anche la pesca del tonno è antichissima. Oggi però le tonnare esistenti sono appena due: quella di Favignana rappresenta un notevole richiamo turistico, mentre l’unica attiva è quella di Bonagìa. Se chiedete ai trapanesi quale sia il tonno migliore vi risponderanno che è il loro; questo perché i tonni vengono pescati in autunno, un periodo dell’anno nel quale si; avvicinano alla costa per depositare le uova ed è in quel preciso momento che la loro carne è più gustosa.
Marsala, mille e più anni di storia
Marsala è diventata famosa per lo sbarco di Giuseppe Garibaldi con i suoi mille fedelissimi partiti da Quarto. La campagna dell’eroe dei due mondi liberò la Sicilia dai Borboni e gettò le basi per la conquista del Regno delle due Sicilie e la successiva unificazione della penisola. Da visitare è il bel museo allestito all’interno del complesso monumentale di San Pietro. E poi il clima, di quest’angolo di Sicilia. Qui l’inverno non si sa cosa sia e assomiglia più a una mite primavera. Merito della posizione geografica favorevole e un tempo anche strategica per lo sviluppo dei traffici nell’area del Mediterraneo.
In prossimità di un antico tempio dedicato dai Greci ad Apollo, sorgeva secondo la leggenda anche l’antro, più che la dimora, della Sibilla Lilibetana, prossima al capo Lilibeo. Le tristi o liete profezie avvenivano attingendo acqua da un pozzo che si riteneva avesse facoltà divinatorie. Poi venne Cartagine che elesse Marsala a seconda città per importanza di tutti i territori posseduti e ne fece uno degli approdi più frequentati dalla potente flotta marinara. Le navi puniche da Capo Lilibeo portavano le mercanzie e insieme la civiltà africana lungo tutte le coste del Mediterraneo. Sempre dal Lilibeo, partivano le spedizioni per colonizzare le coste spagnole, francesi e greche. Dopo fu la volta dei Romani e la città visse e patì le vicende pagane e cristiane di Roma, per arrivare poi alle discese barbariche: Vandali e Goti, Saraceni e Normanni, poi gli Svevi e gli Angioini, gli Aragonesi e i Borboni.
Marsala i messaggi dalle antiche pietre
Di tutte le civiltà che si stanziarono nella città, la dominarono e la influenzarono, Marsala conserva ancora tracce importanti e monumentali, anche se va detto che un’appropriata campagna di scavi consentirebbe di portare alla luce bellezze e testimonianze di inestimabile valore. Ad esempio la chiesa cristiana di San Giovanni Boeo, costruita sui resti dell’antro degli oracoli della Sibilla Lilibetana e giunto fino ai giorni nostri. Dagli scavi effettuati sono tornati alla luce i resti di una villa romana di età imperiale, primo secolo d.C., nella quale stupendi pavimenti a mosaico testimoniano ancora una volta l’importanza di questa stupenda città che oggi conta quasi novantamila abitanti. Altre campagne archeologiche hanno rivelato l’esistenza di molti mosaici romani, al punto che il territorio fuori porta, 320 mila metri quadrati, è considerato un grande parco archeologico: quello della Lilibeo romana. Nelle vicinanze di Marsala c’è una necropoli romano-cristiana con tombe incassate nella roccia e la chiesa di Santa Maria della Grotta con affreschi di epoca paleocristiana; santuario molto caro ai marsalesi. Merita una visita anche il museo della nave punica presso il Baglio Anselmi sul lungomare Boeo. Basta poi uscire poco fuori Marsala sino ai poderosi bastioni, alla villa Comunale e al Castello, testimonianze dell’epoca normanna e del Cinquecento, per scoprire nuove mete culturali; oltrepassando gli archi di Porta Nuova e di Porta Garibaldi si arriva alla necropoli paleocristiana e alla chiesa coeva di Santa Maria della Grotta.
Incantevole Mozia
Una puntata d’obbligo va riservata al bacino dello Stagnone, uno specchio d’acqua con una superficie di circa venti chilometri quadrati, poco profondo, separato dal mare aperto dall’isola grande. Nello specchio d’acqua emergono le formazioni insulari di Mozia, Santa Maria e La Scuola. L’antica Motya fu un’importante colonia fondata dai Fenici nell’VIII secolo a.C. e distrutta dai Siracusani nell’anno 397 a.C.. Gli scavi del XVII secolo hanno messo in luce la cerchia delle mura con torri e porte, un santuario di tipo punico con l’altare dei sacrifici, avanzi di edifici, una necropoli. Il museo locale raccoglie materiale archeologico da Mozia, da Lilibeo e dalla necropoli di Birgi. Un visitatore anonimo, innamorato della città, ha scritto la seguente frase: “questa nostra città così cara, così bella, non sarà mai dimenticata perché (chi la visita) porterà nel cuore il ricordo delle sue eloquenti rovine, del suo cielo limpido, del suo industre lavoro, del suo mare incantato”.
Il vino Marsala
Le origini del vino Marsala (meglio sarebbe dire “il vino di Marsala”) risalgono al 1773 quando il mercante inglese John Woodhouse giunse con una sua nave a Marsala. Comprò vigneti e costruì stabilimenti dando inizio ad una florida attività economica. Dopo di lui altri inglesi giunsero in città: gli Ingham ed i Whitaker, che nel 1832, con il calabrese Vincenzo Florio fondarono il famoso stabilimento. Fin dalle origini della sua produzione, il vino viene conservato in grosse botti di rovere dove acquista, con l’invecchiamento, un gusto unico. Ogni anno ne vengono prodotti otto milioni di litri, il 25% dei quali viene destinato all’esportazione. Messo in commercio da una ventina di aziende, è un vino i cui caratteri peculiari risultano fissati da precise norme di legge. La zona di produzione è l’intera provincia di Trapani esclusi i territori dei comuni di Alcamo, Pantelleria e Favignana. I vitigni del Marsala sono: grillo, catarratto, inzolia e damaschino per la produzione del Marsala Oro e Ambra; pignatello, calabrese, nerello mascalese e nero d’Avola per il marsala rubino. Queste le principali tipologie: Fine (un anno di invecchiamento), Superiore (almeno due anni), Vergine (almeno cinque anni). Per le due ultime tipologie esistono anche i Marsala Riserva, invecchiati ancora più a lungo ancora. Infine per il grado zuccherino i Marsala si distinguono in secco, dolce e semi secco. Tutti i marsala vanno serviti nel bicchiere a tulipano a stelo alto. Chi ne volesse sapere di più può visitare il sito: www.vinomarsala.it. Per la valorizzazione dei vitigni locali è al momento allo studio un programma di selezione clonale, che è stato illustrato in occasione della rassegna Vinoro, dedicata ai grandi vini dolci italiani ed europei, rassegna che nel 2004 si svolgerà dal 14 al 16 ottobre. Per informazioni “Strada del vino di Marsala”, terre d’Occidente, Via XI Maggio 132/a – Marsala telefono/fax 0923-715833; sito: www.stradadelvinomarsala.it;
Cucina e indirizzi utili
Tra le specialità gastronomiche notevoli, va ricordata la caponata di tonno, la busiata al matarocco, la pasta con le sarde, gli spaghetti al girasole, il tonno in agrodolce, gli involtini di pesce spada affumicato con la pera; e per il vino, ovviamente, un buon bicchiere di Marsala.
Ristoranti: non c’è che l’imbarazzo della scelta. Segnaliamo Eubes, contrada Spagnola 227. La specialità proposta dallo chef Saro è costituita dalle triglie dello Stagnone. Villa Favorita, via Favorita 27. Specialità: carpaccio di pesce spada alle mandorle; risotto al gambero rosso e aragosta, ricciola agli aromi; Il Delfino, lungomare Mediterraneo. Specialità: carpaccio di tonno al basilico; frutti di mare crudi; pennette con bottarga; gnoccoli al ragù d’agnello; spigola o sarago all’acqua di mare; ristorante del New Hotel Palace, lungomare Mediterraneo, 57. Specialità: linguine con spezzatino di pomodorini e code di scampi; orecchiette con mollica abbrustolita e falde di mandorle; ragù di aragosta e spigola al sale.
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