Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Happy New Year, nelle città italiane

Una carrellata “stimolante”, attraverso spettacoli, avvenimenti culturali, manifestazioni, mostre e mercati, in quattro delle maggiori città italiane

Contrariamente a quanto si pensa abitualmente, è proprio dicembre (e inizio gennaio) il periodo più intenso di iniziative dell’anno. Ogni città, grande e piccola, è ormai abituata al capodanno pubblico, in piazza. Ogni chiesa ha il suo presepe e i suoi concerti, ogni associazione propone incontri e feste. Le iniziative, dati budget e tasso di fantasia, non sono sempre all’altezza della reputazione italiana nel mondo. Tuttavia, se qualcuno con il dono dell’ubiquità volesse indagare sulle abitudini natalizie italiane del millennio nascente, avrebbe il suo bel da fare.

Fratelli d’Italia, l’Italia fa festa…

Ecco una rassegna ragionata del meglio da Natale all’Epifania, declinato in alcune città.

Genova

Il Porto Antico di Genova
Il Porto Antico di Genova

Apertura dovuta a Genova, che inaugura il suo anno come Capitale Europea della Cultura.
Il Capodanno genovese presenta lo spettacolo-evento, in prima mondiale, “On Naumon on – Il Viaggio”, una co-produzione dell’associazione Echo Art (Genova) e della compagnia La Fura dels Baus (Barcellona), una delle più interessanti e provocatorie compagnie teatrali europee.
Genova e il Mediterraneo sono i protagonisti dell’evento: una nave-palcoscenico lunga 60 metri; 150 musicisti, attori, funamboli, figuranti, marinai, tecnici; macro scenografie, un’installazione video, musiche e luci che trasformano le architetture del Porto Antico di Genova, dalla Bolla al Bigo, dalla Lanterna a Porta Siberia, e poi l’Acquario, le sirene delle barche e le gru.
Lo spettacolo può essere seguito nella zona del Porto Antico e da diversi altri punti della città.
A partire dalle 23 tutta l’area si trasforma in un’unica platea teatrale, con esperienze plurisensoriali indotte da voci, suoni e luci di elevata intensità. Il ritmo dei tamburi giapponesi scandisce il tempo della navigazione della nave fino al suo arrivo. E, a mezzanotte, il colpo di scena: la nave si illumina della frase “Genova 2004 Capitale Europea della Cultura”, salutata da musiche, fuochi e getti d’acqua dai rimorchiatori. Per inciso, la nave aprirà gli altri grandi eventi dell’anno: il Forum della Cultura di Barcellona, i campionati Europei di Calcio di Lisbona e le Olimpiadi di Atene.
Il Capodanno genovese, tuttavia, non finisce al Porto Antico. La festa prosegue nei vicoli del centro storico. Le piazzette e i caruggi diventano palcoscenici e discoteche all’aperto.
Musica pop e rock, musica “live” e palchi “sound system”. Un percorso che va dal Porto Antico a piazza delle Erbe, lungo il quale artisti e locali animano l’asse centrale antico della città.
Ma c’è anche un prima, del capodanno. Fino al 21 dicembre, in piazza Piccapietra, c’è il Mercatino di San Nicola, appuntamento con prodotti di artigianato, gastronomia, spettacoli di folklore, mostre, presepi e spazi museali (“Storia della lavorazione del rame dal medioevo ai giorni nostri” da Trento e “Raccolta degli antichi attrezzi di falegnameria”).
Circumnavigando Festival: dal 20 al 22 dicembre le piazze del centro storico si animeranno di artisti da tutto il mondo mentre fino al 22 dicembre nel tendone allestito nel Porto Antico si susseguiranno vari spettacoli di teatro e circo con compagnie europee.
Suggestivo Ice skating al Porto Antico il 21 e, nello stesso giorno, un concerto di musica antica e barocca, L’estro armonico (21/12 ore 16,00 Oratorio Morte e Orazione Sestri Ponente).
Alla parrocchia S.Bartolomeo di Certosa (dal 24 all’8 febbraio) allestimento del presepe artistico meccanizzato di Certosa: oltre 80 movimenti che riproducono scene di vita quotidiana della Liguria.
Infine l’arte. Il Museo d’arte contemporanea Villa Croce propone Il Viaggio dell’Uomo Immobile, 18 video-installazioni di alcuni tra i più rappresentativi video-artisti internazionali tra arte e tecnologia.

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Torino

Il Monte dei Cappuccini tinto dai
Il Monte dei Cappuccini tinto dai “Piccoli Spiriti” di Rebecca Horn

Poi c’è Torino, che non lesina sulle luminarie. Tanto da aver inventato, quasi casualmente, un modo diverso di approccio alle “feste del buio”. Messe da parte le “tristanzuole” lampadine a forma di albero o di dono, terrore natalizio di ogni media e piccola città, di ogni comitato di via, di ogni vetrina di massa, ha inaugurato da alcuni anni l’arte contemporanea a cielo aperto. Come? Luci d’Artista si intitola la rassegna che per più di un mese tinge di luci, forme e colori alcuni angoli urbani. Il Monte dei Cappuccini, ad esempio, si tinge di viola con i piccoli spiriti di Rebecca Horn; la Mole fa arrampicare sulla cupola una striscia di numeri rossi secondo la nota “successione del Fibonacci” (Mario Merz). Il Parco della Pellerina accoglie con una gru real size illuminata, come una luminaria di paese per la festa patronale, pronta a sollevare parallelepipedi di luce (Ricky Ferrero). E poi i vapori colorati di Jan Vercruysse in piazza Bodoni; il tetto di mattoncini luminosi di Daniel Buren in piazza Mollino; le frasi luminose di Luigi Mainolfi in via Garibaldi, i messaggi di luce i di Joseph Kosuth ai Murazzi.
Per arrivare all’ultimo acquisto, Xenon per Torino di Jenny Holzer, un poema cubitale che scorre sul barocco ondulato di Palazzo Carignano. I monumenti “toccati” dalla luce cambiano la loro architettura e cambiano il paesaggio urbano, almeno rispetto alla percezione che se ne ha in tempi normali. Fino all’11 gennaio, Luci d’Artista è un percorso di 20 chilometri che abbraccia centro storico e periferie in una festa della luce, secondo la bella tradizione pagana e cristiana di celebrare il solstizio d’inverno.
Anche ManifesTO, arte contemporanea in grandi poster (6×3 metri) sui muri di case e palazzi, contribuisce ad un nuovo paesaggio. Si tratta di 30 giovani artisti, proposti dalle gallerie torinesi, che portano ancora una volta l’arte fuori, in una continuità di proposta tra città, architetture, arte.
Il famoso museo-città (l’opposto di città-museo), che rompe le barriere e avvicina ai linguaggi dell’arte. Il tutto inquadrato in un progetto più grande, Torino Contemporanea, che comprende e ingloba anche le feste di fine anno. Con in più Africa, Capolavori da un continente, alla GAM (Galleria d’Arte Moderna), L’Attimo Fuggente, la fotografia vista da Renzo Piano, alla Pinacoteca Agnelli; Lei, Donne nelle collezioni italiane, alla Fondazione Sandretto; Nel Paese della Pubblicità (fino 29 gennaio) e Vanessa Beecroft (fino al 25 gennaio) al Museo d’Arte Contemporanea al Castello di Rivoli.
Il Capodanno è in piazza S.Carlo, con una grande piramide-schermo che guida la festa con le immagini, i suoni, i segni, in dialettica contrapposizione con lo scenario barocco che li ospita.

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Bologna

Piazza Maggiore a Bologna
Piazza Maggiore a Bologna

Bella l’idea della Candela di Natale. Il Comune si impegna ad accendere candele in tutti i luoghi pubblici e a distribuire candele a tutti i cittadini, in modo che la notte del 24 e la notte del 31 siano un ininterrotto lumicino da piazza Maggiore alle periferie, un ideale, caldo abbraccio di tutti per tutti.
Vivi Natale propone una pista di pattinaggio, un mercatino di Natale (aperto tutti i giorni dalle 10 fino alle 20 con la degustazione dei prodotti del Trentino e delle colline bolognesi, con musica, giochi e spettacoli. Alcune società sportive di Bologna propongono delle dimostrazioni di ballo, scherma, ritmica e pattinaggio artistico.
Il 21, nella piazzetta intitolata a Marco Biagi, si celebra la Festa ebraica delle Luci, con concerti di musica klezmer per fisarmonica, violino e trombone.
Capodanno in piazza Maggiore, dalle 20 alle 3, con il fuoco come protagonista. Una grande spettacolo con il teatro del fuoco che narra il susseguirsi delle stagioni e un’orchestra che suona musica degli anni Settanta. Il tutto con acrobati, trampolisti, figuranti in costume.
Allo scadere dell’anno un grandioso spettacolo pirotecnico di venti minuti illuminerà il cielo e il Rogo del Vecchione si consumerà. A seguire, musiche e danze.
Festa anche al Teatro delle Celebrazioni con Malandrino & Veronica, una festa con amici che raccontano storie divertenti rappresentandole in gags e sketch, una serata musicale con coinvolgimento del pubblico. Anche in piazza XX Settembre si balla con Radio International.

Roma

Fiorella Mannoia
Fiorella Mannoia

Cento presepi dal mondo

(fino al 6 gennaio, Sale del Bramante, via Gabriele d’Annunzio) introduce al ricco dicembre-gennaio romano. Si tratta di una mostra 200 presepi dall’Italia e dal mondo, realizzati con tecniche, stili, materiali diversi. Accanto ai presepi classici del ‘600 e ‘700 napoletano e siciliano e dell’800 romano ci sono presepi creativi, fatti di conchiglie, di viti e bulloni, di cioccolata; oppure in bottiglia, negli acquari, miniaturizzati o di alcuni metri quadri; colorati e naif come quelli del Centro e Sud America, intagliati e scolpiti nel legno dei paesi nordici, di forme stilizzate dell’Africa. C’è anche un laboratorio per i bambini per imparare a costruire le proprie statue.
Capodanno in piazza propone spettacoli di fuochi d’artificio, concerti di musica classica e rock fino a notte inoltrata. Uno dei concerti è quello di Fiorella Mannoia e Ivano Fossati che, per la prima volta insieme, cantano negli spazi degli ex-Mercati Generali dell’Ostiense.
Altre piazze si colorano invece di rock, di salsa e di liscio. Mentre la Festa della Befana in piazza Navona (fino al 6 gennaio) offre un villaggio di artisti di strada e di banchi commerciali, di artigianato e di ristorazione. Con allegate mostre del giocattolo e del presepe.
Nella piazza, ma anche in via dei Coronari, in via dell’Orso e a Sant’Eustachio, ci sono concerti di mandolino, gospel, di musica etnica, mentre un menestrello racconta segreti e aneddoti del centro storico.
Interessanti le serate di canzoni romane Semo o nun semo (dal 27 dicembre al 4 gennaio, Teatro Ambra Jovinelli, Via Pepe, 43-47), che riuniscono alcuni dei pezzi più pregiati che ancora oggi appaiono come i canti di Roma più interessanti, gli stornelli più coinvolgenti. In scena tre cantanti, un attore (Massimo Wertmüller), un piccolo ensemble strumentale. Testi di Nicola Piovani.

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Il Doriforo di Policleto al Colosseo
Il Doriforo di Policleto al Colosseo

Molto ricco il cartellone delle mostre in questo periodo. Si va da Toulouse Lautrec: Uno sguardo dentro la vita (fino all’8 febbraio, Complesso del Vittoriano, Via San Pietro in Carcere), personaggi nei caffè-concerto di Montmartre, nelle sale da ballo, nei postriboli, nei circhi, nei teatri, raccontati con pennellata rapida, a Fabergé, l’orafo degli zar (fino al 18 gennaio, Museo del Corso, via del Corso, 320), con le sue preziose uova di Pasqua.
Da Gaudì e il modernismo catalano (fino al 29 febbraio), Chiostro del Bramante, via Arco della Pace 5), mostra spettacolare con 120 opere (dipinti, sculture, disegni, manifesti, ceramiche, gioielli) che per la prima volta escono dalla Spagna; a Le Sorelle Fontana: gli abiti entrati nella storia (fino all’11 gennaio, Musei Capitolini, Piazza del Campidoglio), collezione del meglio disegnato per donne quali Soraya, Grace di Monaco, Jaqueline Kennedy, Gioia Marconi, Marella Agnelli, Audrey Hepburn e Liz Taylor.
Bello Persone. Ritratti di gruppo da Van Dick a De Chirico (fino al 15 febbraio, Loggia del Palazzo Venezia), rassegna di quadri e foto dal Cinquecento alla seconda metà del Novecento sul tema del ritratto, e Nike. Il gioco e la vittoria (fino al 7 gennaio, Colosseo), che racconta l’antico culto della vittoria che passa per il culto del corpo, la cura del corpo, la spinta verso la gloria. Tra le opere esposte, nientemeno che il Discobolo di Mirone, il Diadùmeno e il Doriforo di Policleto, che da soli valgono la visita.
Da segnalare infine le personali di Vik Muniz, Domenico Bianchi, Jun Nguyen-Hatsushiba, Paola Pivi, Odile Decq al Museo d’Arte Contemporanea (fino al 4 gennaio, via Reggio Emilia 54).
E Moravia e Roma (fino al 22 febbraio, Museo di Roma in Trastevere, piazza S.Egidio 1/b) che evidenzia la relazione tra lo scrittore e la città con fotografie, il carteggio, i manoscritti di articoli e di opere letterarie, la proiezione di film ispirati ai suoi scritti.
Riapre anche, dopo il restauro, l’ottocentesca Galleria Colonna (via del Corso), recentemente intitolata ad Alberto Sordi. Per l’occasione il Museo di Roma presenta una mostra storico-documentaria che racconta i progetti di costruzione (1872-1922).

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