Mercoledì 4 Dicembre 2024 - Anno XXII

Isole Vergini danesi (Las Islas Virgenes) in salsa americana

St. Thomas

Le isole danesi battezzate da Cristoforo Colombo Las Islas Virgenes, (oggi United States Virgin Islands) dopo Portorico, fra le miriadi di isole e isolette caraibiche arrivano, ad arco, sino alle coste del Venezuela. Oggi meta prediletta dai turisti a stelle e strisce

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Isole Vergini danesi (Las Islas Virgenes) in salsa americana

Da qui è possibile partire per avventurarsi alla scoperta di quest’isola che conserva ancora oltre cento mulini a testimonianza dei passati splendori. La strada 82 si snoda tra piantagioni di canna da zucchero, morbide colline e verdi pascoli delimitati da steccati; attraversa il regno incontrastato di placide mandrie di bovini di una razza molto pregiata, che viene allevata soltanto qui. Così descritto può ricordare un inatteso paesaggio svizzero, in ogni caso la costa frastagliata e il mare di un azzurro intenso riportano immediatamente alla realtà del caribe.
Una volta stanchi di St. Croix non resta che lasciarla e dirigersi a St. Thomas, isola così vicina ma così diversa. La si raggiunge in pochi minuti di volo molto suggestivo, a bordo di un piccolo idrovolante, e l’impatto immediato è con le azzurre acque della baia. Di fronte, con le sue case dai colori chiari, si staglia Charlotte Amalie, la capitale dell’isola, che deve il suo nome a una regina danese.
Nei secoli passati questo era uno dei rifugi preferiti dai pirati, e ancora oggi l’atmosfera brulicante da porto della filibusta è rimasta, anche se al posto dei vascelli adesso attraccano in gran numero le immense navi da crociera.
St. Thomas è, infatti, uno dei porti più affollati dei Caraibi: durante la stagione invernale qui fanno tappa fino a cinque grandi navi al giorno e l’isola viene invasa da migliaia di croceristi, arzilli pensionati di Chicago o Detroit che per poche ore compiono scorrerie in questa vera mecca dello shopping a caccia di souvenir.
Gran parte del fatturato delle Isole Vergini ha origine proprio qui, dove un tempo sorgevano i magazzini portuali della colonia danese; e dove oggi, tra le boutique e i negozi della baia, ogni giorno è Natale.
Ci si lascia alle spalle la città ma la sensazione di incalzante confusione non svanisce: l’isola è affollata di case, persone; traffico su e giù per le colline, anzi promontori che assomigliano più a montagne russe tappezzate da un verde tropicale. Inevitabilmente vi verrà voglia di silenzio. Non resta che andare alla ricerca della baia o dell’insenatura che fa per voi, quelle non mancano di sicuro. O forse, chissà, magari smarriti chiederete notizie su St. John.

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St.John, l’isola dei due Parchi

Isole Vergini danesi (Las Islas Virgenes) in salsa americana

Avete indovinato: se siete alla ricerca di tranquillità e non ne potete più di fare acquisti il vostro porto della salvezza è proprio quello. Più piccola e a misura d’uomo, St.John è un’isola coperta per due terzi dal Parco Nazionale che si estende sopra e sott’acqua. Qui ci sono poche macchine; poche sono anche le imbarcazioni nel piccolo porticciolo di Cruz Bay e la gente è sempre gentile e disponibile.
St. John è un’isola più schiva, si direbbe quasi per pochi, le cui passate frequentazioni con l’alta società hanno avuto l’effetto di proteggerla dal turismo di massa e da tutto ciò che ne consegue.
Nel passato, gran parte dell’isola è appartenuta alla famiglia dei Rockfeller che poi la donarono al governo americano, mentre la famiglia Oppenheimer tuttora conserva una splendida villa con una spiaggia privata, protetta dagli sguardi dei curiosi da una rigogliosa foresta tropicale.
Parlando di St.John non si può tralasciare di nominare il Caneel Bay Plantation, uno dei più chic resort dei Caraibi, che è diventato un luogo di fuga per molti personaggi in vista come artisti, scrittori e celebrità dello spettacolo. E’ senza dubbio il posto ideale per chi cerca pace e privacy nella raffinatezza di un luogo a contatto con la natura, circondato solo dal verde e dalle sue sette splendide spiagge.

Le spiagge più belle

Isole Vergini danesi (Las Islas Virgenes) in salsa americana

Sabbia candida, lagune turchesi e fantastici giardini di corallo a pelo d’acqua: sono questi gli ingredienti che fanno delle Vergini americane una delle mete più ambite ed esclusive dei Caraibi. Ciascuna delle tre isole maggiori vanta spiagge straordinarie, tra le più scenografiche al mondo, tanto belle da essere usate di sovente come set di molte produzioni cinematografiche.
A St. Croix si deve visitare la Davis Bay, sulla costa settentrionale dell’isola, la spiaggia dove sorge il Carambola Beach Resort.
Sempre lungo la costa settentrionale dell’isola, si incontrano altre spiagge molto belle, e spesso deserte, andando verso Point Udall, il capo più orientale di St.Croix e di tutti gli Stati Uniti d’America
St. Thomas è la più caotica delle tre isole e anche quella più frastagliata; osservando una cartina si potrà notare come l’andamento irregolare della costa crei un susseguirsi di baie praticamente ininterrotto. Tra le tante vale la pena visitare la Magens Bay, segnalata addirittura come una delle dieci spiagge più belle al mondo dagli esperti del “National Geographic”.
Nella parte sud di St. Thomas si consiglia una giornata di relax sulla Bolongo Bay o la vicina Morningstar Beach. Sulla punta orientale dell’isola c’è la Sapphire Beach, non molto grande ma certamente tra le più spettacolari. Poco distante da qui, a Coki Beach, si trova una delle attrazioni più curiose di St. Thomas: si tratta del Coral World, una torre di vetro e cemento che scende in mare aperto a una profondità di cinque metri e dalle cui finestre spalancate sul blu si può osservare la vita della barriera corallina.
Infine si giunge a St. John: la più piccola delle tre isole ma certamente la numero uno dal punto di vista della spettacolarità delle coste. Due terzi della sua superficie sono protetti dal “Virgin Islands National Park”, regalato nel 1956 agli Stati Uniti dal miliardario Lawrence Rockfeller. Su St. John ci sono 31 spiagge: le più belle sono Cinnamon Bay, Hawksnest Bay e Trunk Bay, quest’ultima assolutamente fantastica e in cima alla speciale classifica delle spiagge più fotografate dei Caraibi. A Trunk Bay, invece, ci si può immergere con maschera e pinne, che noleggiano al centro visitatori, e perlustrare i fondali corallini a pochi metri dalla riva.
Tutte le spiagge sono aperte al pubblico, ma si ricordi anche che siamo nell’America puritana, che non vede assolutamente di buon occhio il topless o altro genere di libertà di costumi.
Molte spiagge sono zona di riproduzione per alcune specie di tartaruga marina: solitamente le aree di nidificazione sono segnalate e protette, ma non si sa mai; nelle spiagge più isolate può accadere di imbattersi in un nido e occorre quindi fare molta attenzione a non turbare la quiete.
Nella zona del porto c’è un grandissimo shopping centre, dove si possono fare ottimi affari.

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