Giovedì 18 Aprile 2024 - Anno XXII

Giappone in famiglia

La-casa-giapponese

Il paese del Sol Levante rispecchia in pieno la sua lingua ideografica, all’apparenza difficile, quasi incomprensibile, così come le abitudini di vita dei giapponesi. Ma è solo un’impressione

Giappone Budda al santuario del Grande Budda a Kamakura
Budda al santuario del Grande Budda a Kamakura

In Oriente è così, più che in altre zone del globo. Rinunciare all’esuberanza latina, alla gestualità, alla voce alta e all’insistenza nel chiedere e fare domande dirette o fissare intensamente l’interlocutore, è una reale necessità, se davvero si desidera entrare in sintonia con gli abitatori della terra Yamato. Forma, etichetta, educazione, ruolo sociale, immagine e moderazione sono alla base di ogni primo contatto sociale. Il pianeta Giappone fluttua nell’allusività, nei rimandi, nelle apparenze e nelle soggettività. Tutto resta nel vago e nell’indistinto, sia nelle vicende reali che in quelle raccontate. Esempio lampante è la lingua: ricca di perifrasi, di giri tortuosi, di suffissi onorifici, di forme di cortesia, di finezze intraducibili e di sfumature delicatissime. Capire l’animo giapponese, a questo punto, è tutt’altro che semplice.

Artificio e natura

Giappone Giardino Rikugien a Tokyo
Giardino Rikugien a Tokyo

Colpisce, come prima cosa, la sensibilità dell’animo nipponico nei confronti della natura. Foreste di “sugi” il pino-cipresso giapponese, distese di aceri, boschetti di bambù, conformazioni rocciose fantastiche, cascate, torrenti, laghetti coperti da ninfee, padiglioni dorati, fanno parte di un ecosistema molto esteso. Una natura apparentemente intonsa ma che subisce l’intervento dell’uomo in ogni suo più minuto particolare. E i bonsai ne sono un esempio. Natura ed espressività estetica formano i passaggi di un lungo percorso fatto di astrazione e di simbologie. In particolare l’arte di coltivare il giardino e di contemplare le aggregazioni vegetali dell’ikebana, sono esempi di come il Giappone abbia saputo integrare esteticamente artificio e natura. I giardini non sono statici ma vivi e pulsanti, in perfetta simbiosi con l’animo di coloro che realizzano in questi spazi condizioni favorevoli al distacco e alla concentrazione.


Modernità e tradizione

Giappone

Diviso tra due estremi il Sol Levante miscela tradizione e modernità: la prima antica, fragile e “sottile come la carta di riso” – così definita da Goffredo Parise – la seconda già nel futuribile. In realtà è un esempio di coerente continuità che parte dai tempi più remoti per infilarsi, senza apparenti traumi, nell’età postmoderna.
Il Paese appare come sospinto da un dinamismo interiore a sua volta cementato sulle credenze “shinto”, base della cultura nipponica. Lo shintoismo è portatore di una vitale e accentuata filosofia, non teorizzata ma vissuta attraverso riti, simboli, atteggiamenti emotivi. E’ un culto familiare o di clan, originato dai riti Yamato che risalgono alla deità solare Amaterasu-no-Kami, presente in ogni aspetto della natura.

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Spazi, ombre e luci della casa giapponese

Giappone La giornalista Anna Borgoni con la signora Nakamura
La giornalista Anna Borgoni con la signora Nakamura

Ospite dei coniugi Nakamura, di età avanzata e molto tradizionali, sono rimasta a Kanazawa per qualche tempo. Il Signor Minoru, preside di scuola media e di stampo antico, discute volentieri su argomenti storici, mentre la Signora Umeko, semplice e di buon temperamento, si dedica alla casa e agli ospiti. L’edificio a due piani, con tetto spiovente, rispecchia il gusto e lo stile delle abitazioni giapponesi più tradizionali. Fresca e aerata, odorosa di legni, ha i pavimenti ricoperti di “tatami”, le tradizionali stuoie. Costruita con bambù, carta, paglia intrecciata e piastrelle di pietra su palafitte, la casa dispone di un piccolo giardino ed è ben ventilata e non umida, nonostante il boschetto di bambù e la folta vegetazione circostante. La mia stanza si trova in cima a una ripida scaletta di legno al piano superiore; molto sobria e con elementi essenziali: un “tokonoma”, l’alcova dove si espongono stagionalmente le cose preziose della casa, il “kakemono”, un rotolo di carta dipinto, una ceramica, un piatto, una statuetta e fiori disposti secondo le tecniche dell’ikebana; infine, un tavolino basso e dei guanciali d’appoggio.

La casa è soprattutto armonia

Giappone Interno abitazione foto di L .e A. Pellegrini
Interno abitazione foto di L .e A. Pellegrini

L’amore verso la natura induce ad osservare il mondo circostante e le leggi che lo regolano, con il fine di armonizzare il tutto. Rappresentare questo mondo con composizioni di fiori e di rami nelle case, è un omaggio alle divinità naturali e un atteggiamento squisitamente nipponico. Luce e ombra, zone luminose e zone scure, s’intrecciano e si alternano nello spazio interno degli ambienti. I due opposti significati assumono una diversa ritualità e la sensibilità corporea acquista maggior profondità, abbandonandosi a fantasie invisibili e a un mondo immaginario. Nel buio, diventa così possibile comunicare con le divinità. Il problema dello spazio disponibile è ben giocato nella casa giapponese. Il bagno è diviso in due parti: una con rubinetti bassi per lavarsi e con la mini-vasca per immergersi; l’altra all’esterno, vicino al giardino, raggruppa i servizi igienici e viene abbellita con piante o fiori. Particolare è poi la forma a conchiglia della cosiddetta “turca”, dalla quale zampilla l’acqua. Anche qui, la fantasia non ha limiti. Negli scorrevoli di legno e carta di riso, che si aprono ad armadio, si ripone il “futon” (letto o guancialone) arrotolato, che di sera torna a essere ridisteso sul “tatami”. Al mattino la stanza è molto luminosa. La luce penetra attraverso gli “shoji”, le pareti scorrevoli di carta di riso, inondando di luce l’ambiente. Il profumo della paglia intrecciata delle stuoie elastiche “tatami” e quello dei legni della casa si diffonde nella stanza, dove si avvertono continui crepitii, tremolii, leggeri sussulti.

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…anche in presenza delle frequenti scosse telluriche!

Giappone Il Monte Fuji
Il Monte Fuji

E’ un Paese dove si convive giornalmente con i terremoti. Dormendo sui “futon”, l’orecchio a terra percepisce ogni più lieve scossa della terra e conviene lasciarsi cullare, senza troppo trasalire, anche se l’instabilità dell’arcipelago, la presenza di diverse strutture tettoniche di primo grado, provocano frequenti sismi. Le montagne del Giappone non sono alte ma nel paesaggio risultano onnipresenti, come il Fuji-san (3776 metri), l’onorevole vulcano simbolo del Paese, decantato dai poeti e immortalato dai maggiori artisti nipponici di tutte le epoche; oppure il Monte Aso nel Kyushu, d’imponente bellezza. Alla sismicità si aggiunge la precarietà e la violenza della morfogenesi, turbolenze che caratterizzano il territorio. Anche il “tsunami”, la celebre onda provocata dal maremoto di Hokusai, fa trasalire solo osservandola.

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