Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Giappone in famiglia

La-casa-giapponese

Il paese del Sol Levante rispecchia in pieno la sua lingua ideografica, all’apparenza difficile, quasi incomprensibile, così come le abitudini di vita dei giapponesi. Ma è solo un’impressione

Sacralità dell’acqua

Giappone in famiglia

L’acqua accompagna un mondo di silenzi e di ritualità. Fonte generatrice di vita, è anche simbolo di trasformazione della stessa essenza del vivere quotidiano. Presente nelle innumerevoli coltivazioni di riso, sublimato dalla celebre cerimonia per la preparazione del tè, il liquido elemento conosce il proprio trionfo giornaliero nell’altra cerimonia del bagno, singolo o collettivo. O-Furo Dekita Yo! (l’onorevole bagno è pronto!).Il fatidico annuncio, accompagnato da un inchino, prelude un appuntamento di fine giornata cui i giapponesi non rinunciano mai. Immergersi nella vasca d’acqua calda e rimanere in ammollo, rilassa, apre la mente e predispone ai piaceri del convivio serale. E questo avviene sia nel bagno di casa che in un bagno pubblico o termale, dopo essersi ben detersi, strigliati a dovere, accovacciati per terra accanto a un rubinetto basso, versandosi sul capo bacinelle d’acqua per sciacquarsi.
Lo sfregamento del corpo avviene in modo molto accurato servendosi del “tenugui”, uno stretto asciugamanino di cotone che si fa scorrere persino in mezzo alle dita dei piedi, sulle spalle e sui lombi. Con movimenti lenti ma ginnici si predispongono il corpo e la mente a una nuova dimensione. Va detto che anche l’operazione di risciacquo procura una vera rinascita, quasi una catarsi insita nei riti purificatori dei nipponici, perché di questo si tratta. La pulizia è solo l’aspetto esteriore.

Il bagno purificatore

Giappone Un "onsen", sorgente termale all'aperto
Un “onsen”, sorgente termale all’aperto

Premurosa e piena di attenzioni la Signora Umeko Nakamura di Kanazawa, mi prepara ogni giorno l’onorevole bagno (o-furo) all’ora prefissata. Copre la piccola vasca d’acqua calda con tavole odorose di legno e ho il privilegio di essere la prima ad immergermi. Dopo tale ammollo divento color aragosta. Indosso lo “yugata” (vestaglietta di cotone leggero a forma di kimono) con doppio giro di fascia in vita, indumento fresco che assicura la circolazione dell’aria attorno alla pelle e con le “gheta” (infradito) ai piedi sono pronta per la cena. Il bagno in comune, molto popolare in Giappone, è una tradizione secolare. I “sento” (bagni pubblici) di stili diversi, dal ricercato al minimalista, dal naturale con vegetazione tropicale ai giardini di stampo meditativo za-zen, sono luoghi d’incontro dove sostare e scambiarsi le idee in buona armonia. La tradizione impera soprattutto nei piccoli centri e nelle cittadine ancora di impronta medievale; qui il ruolo della donna rispecchia i comportamenti tradizionali, perché la vecchia generazione ritiene che i mutamenti finiscano per incidere sul decadimento della società.

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L’antica Kanazawa, sul Mar del Giappone

Giappone Il giardino Kenrokuen a Kanazawa
Il giardino Kenrokuen a Kanazawa

Le “Onsen”, sorgenti termaliCittà-castello d’impianto tradizionale, Kanazawa si sviluppa nella parte più vecchia lungo un dedalo di vie tortuose, vicoli stretti, fossati e offre spunti molto suggestivi. Higashi-yama, il Quartiere Orientale del piacere, nel 1820 ospitava una zona di divertimento musicale per classi elevate, con sale da tè allietate da geishe, nascoste dietro un pannello in legno con lanterne in carta all’ingresso. Il Giardino Kenrokuen, situato sotto il castello dei Maeda che governarono per tre generazioni la città, è uno dei tre parchi più noti e visitati del Giappone. E’ strutturato secondo i canoni classici dell’arte dei giardini che privilegia la dimensione, l’isolamento, la disponibilità d’acqua corrente, la panoramicità, le opere idrauliche. L’attiguo Tempio Myoryuji o Ninjadera, costruito dal “daimyò” Maeda con un labirinto di corridoi, passaggi e stanze segrete, era collegato al castello da una lunga galleria. Nagamachi, l’antico quartiere dei samurai nel centro di Kanazawa, ha conservato le tradizionali case private in legno di cipresso ed ebano, come quella della dimora del samurai Nomura, tuttora di struttura originaria e visitabile. Sul Monte Utatsuyama, quaranta templi buddisti e santuari scintoisti introducono verso un lungo e suggestivo percorso spirituale.

Giappone ricco di sorgenti naturali 

Giappone Stazione termale di Beppu
Stazione termale di Beppu

Il Giappone abbonda di sorgenti naturali di acqua calda, ricche di minerali. Le “Onsen” sono disseminate in tutte e quattro le isole: Hokkaido, Honshu, Shikoku, Kyushu, con piscine fumanti all’aperto o chiuse in appositi padiglioni. Una delle più frequentate è la stazione termale di Beppu, sulla costa est del Kyushu (l’isola più meridionale), con numerosi hotel e vaste strutture commerciali. Ricca di ben tremila sorgenti minerali, vanta una ricettività per circa dodici milioni di visitatori all’anno. Uno dei bagni più antichi suggeriti è quello della sabbiatura. In posti così grandi si va per socializzare e questo piace molto ai giapponesi. E’ un modo per cementare lo spirito di gruppo familiare o aziendale, punto di forza, questo, della società. Nelle sale del centro termale fa effetto notare il flusso di ospiti con lo “yugata” della casa di identico colore e il ciabattare con pantofole o con “gheta”. Le “Rotemburo” (piccole locande col tetto di paglia), più vicine al nostro gusto per dimensione, si trovano invece nelle stazioni termali più piccole. I bagni termali sono frequentati da tutti, senza distinzione di sesso, età o estrazione sociale. Una volta erano vasche promiscue, ma ormai si adottano le abitudini occidentali e sono divise per sesso, tranne in casi particolari, specie nei piccoli comuni. I bagnanti si servono di piccole salviettine per coprire le parti intime e l’immersione diventa un piacevole momento per rigenerarsi nel fisico e nello spirito. D’inverno poi, sostare in una vasca esterna fumante, circondati da rocce o alberi innevati è molto suggestivo e ricercato dai frequentatori. Riconduce al senso naturale delle cose.

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