Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Olivetti City, la rinascita

Ivrea e Olivetti, una storia esemplare di lavoro e di vita vissuta intensamente, finita per sempre? Niente affatto. La città si è rinnovata, è culturalmente “esplosa”, sempre nel ricordo vivo dei suoi anni d’oro

In città, le tracce del recente passato

Le Ex Officine ICO
Le Ex Officine ICO

Le Officine ICO di Luigi Figini e Gino Pollini (1939-1949), con tutti i loro ampliamenti, sono un esempio di architettura industriale non convenzionale: la facciata nord (via Jervis) è completamente vetrata con doppio ordine di infissi, mentre la facciata sud (via Montenavale) presenta finestre arretrate, con mensole sporgenti di lame e alette per diminuire l’insolazione.
Figini e Pollini firmano anche l’Asilo Nido (1941), costruito tra fabbrica e stazione ferroviaria. Muri dell’edificio in “opus incertum”, pilastri in pietra viva, corpo principale che racchiude un patio, area sopraelevata per i giochi dei bimbi.
Roberto Gabetti e Aimaro Isola disegnano invece l’Unità Residenziale Ovest in regione Carale (1971), la cosiddetta “Talponia”, città delle talpe (geniale anche il nome, che strizza l’occhio ai fumetti), perché le case hanno terra sopra i tetti.

Olivetti City, la rinascita
“Talponia”, l’Unità Residenziale Ovest

Pianta semicircolare di settanta metri di raggio, edifici residenziali per i dipendenti, con alloggi a vetrata affacciata sul bosco, coperti da prato e da una strada pedonale, garage interrati, Talponia è un esempio convincente di architettura-natura, in linea con gli esperimenti compiuti in altri Paesi.
E che dire poi della Mensa in via Montenavale (Gardella, 1961)? E della Scuola Elementare in Canto Vesco (Quaroni-De Carlo, 1964) e, in generale, di tutte le residenze in Canton Vesco, Canton Vigna, La Sacca, Bella Vista, Il Crist?
Nel caos urbanistico-architettonico italiano (e non solo) degli anni Cinquanta-Ottanta, ecco una risposta.
Il percorso proposto è organizzato in sette stazioni tematiche informative in successione, che sono, in qualche modo, la parte descrittiva dell’itinerario stesso. Punti che illustrano le vicende dell’Olivetti: la sua concezione sociale del lavoro, le sue idee urbanistiche e architettoniche, di design industriale, nonché la grafica pubblicitaria che ne ha accompagnato il cammino. Il tutto inserito in un contesto umano, sociale, di territorio.

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Il percorso della Memoria

L'asilo
L’asilo

Il Centro di Accoglienza e Informazione è, naturalmente, il punto di partenza del percorso, con documenti, fotografie, filmati che supportano il racconto.
Filmati come quello chiamato “Percorso della Memoria”, che racconta tutta la vicenda Olivetti. E poi biblioteca di volumi di architettura moderna, bookshop con il catalogo, i libri olivettiani, i manifesti pubblicitari.
Da qui partono anche le visite guidate, chiave di lettura indispensabile per entrare in alcuni edifici, come l’asilo, la scuola elementare, la mensa, i luoghi della produzione. Se, invece, si sceglie una visita individuale, resta comunque il percorso architettonico.

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