Venerdì 11 Ottobre 2024 - Anno XXII

Costiera Amalfitana, dove il bello è sublime

Costiera amalfitana Positano-apertura

Lontani dalla folla, fuori stagione, nei luoghi più intimi e segreti della splendida Costiera. Dai mitici balconi di Ravello alla Valle delle Ferriere, luoghi magici nei quali rivivere le grandi emozioni dei viaggiatori del Grand Tour

Coatiera amalfitana Positano
Positano

I viaggiatori del Grand Tour aspettavano con ansia il giorno di scoprire con i propri occhi la Costiera amalfitana, anche se era un viaggio difficile e tortuoso fatto di scale, sentieri e ardui stradelli, dove pure i muli sembravano imprecare per la fatica.
Dal 1840 esiste la strada che, facendo salti mortali, collega Vietri con Positano. Ma la natura impervia di questo tratto di roccia rende tuttora complicato il viaggio verso la magica Costiera. Oggi le difficoltà sono di diversa natura; siamo abituati a spostamenti veloci, tutto è costruito a misura d’automobile, ma la Costiera amalfitana rimane una terra per muli, scarponcini da montagna e gente senza fretta.

E’ vero, c’è la strada, ma gli spazi sono gli stessi di due secoli fa. La struttura urbanistica dei borghi che si aggrappano al versante amalfitano della penisola, si articola secondo regole del tutto particolari: raramente infatti le strade costituiscono le abituali vie di comunicazione tra villaggi, contrade e abitazioni; molto più facile impigliarsi nella matassa imbrogliata di arditi vicoletti, stretti cunicoli e infinite scalinate che vanno a perdersi nelle pieghe di montagne, valloni e contrafforti, incuranti della forza di gravità. E così, raggiunta Amalfi, comincerete a sognare di permutare la vostra auto, insopportabile fardello in una dimensione fatta di spazi verticali, con un mulo o un ascensore.

Costiera Amalfitana da Amalfi a Ravello
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Panorama Villa Ruffolo a Ravello

Da Amalfi si raggiunge facilmente Ravello. Per Gore Vidal, lo scrittore americano che vive qui da molti anni“il luogo più bello che abbia mai visto al mondo è il panorama del belvedere di Villa Cimbrone, in un luminoso giorno d’inverno, quando il cielo e il mare sono così vividamente azzurri che non è possibile distinguerli l’uno dall’altro”.
Il balcone di Villa Cimbrone è un divano di pietra che corre verso l’infinito e regala ai suoi ospiti emozioni forti e silenziose. La luce di questo luogo è capace di illuminare anche i pensieri più bui, risveglia l’ottimismo e accende la spia dell’amore.

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Dio solo sa quante passioni sono nate in questa struggente cornice. La più famosa rimane senz’altro l’idillio scoppiato tra Greta Garbo e Leopold Stokowski; il travolgente incontro tra l’attrice e il direttore d’orchestra fece impazzire la stampa e accese gli occhi curiosi delle cronache rosa del dopoguerra. Se passerete da queste parti nel mese di luglio sarà l’altro balcone, quello di Villa Rufolo, a regalarvi indimenticabili emozioni: l’orchestra sospesa tra cielo e mare inonda di musica lo spazio, mentre la calda luce del tramonto si spegne lentamente in una notte di stelle e di “lampare”.

Verso la valle dei Mulini e il belvedere di Escher
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Amalfi, il rione “Vaglendola”

Da Ravello partono scale e sentieri per viaggiare in Costiera amalfitana come si faceva due secoli fa. Per scendere verso Amalfi si prende la scalinata che parte da Villa Rufolo e, se proprio non vi va di muovere le gambe, accomodatevi su un bus.

L’antica Repubblica Marinara, traffico a parte, conserva il fascino di una vecchia capitale del mare che risplendeva di luce propria durante gli anni bui del Medioevo, quando i rapporti con il mondo arabo erano molto intensi e resero Amalfi una città all’avanguardia che, poco dopo l’anno Mille, basava la propria economia su una realtà industriale: molti erano i mulini che nella stretta valle di Amalfi lavoravano prima per la produzione di farina, poi per la spremitura delle olive e, dal XIII secolo, per la produzione della famosa carta amalfitana. I mulini chiusero i battenti nel XIX secolo, non riuscendo a far fronte alla produzione industriale di carta e oggi sono affascinanti ruderi immersi nella fitta vegetazione.

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Atrani, veduta da un belvedere

Le cartiere che oggi producono carta amalfitana sono solo due ma solo una, la cartiera Amatruda (purtroppo non si può visitare), proprio alla fine del paese, vanta una produzione consistente. La “Cavaliere” è la bottega del signor Antonio che nonostante l’età, continua a lavorare per qualche cliente e per i turisti. Lungo la valle si possono vedere anche i ruderi dell’antica centrale idroelettrica che forniva elettricità per tre chilowattora (!) alla zona di Amalfi.

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Il viaggio sui sentieri della Costiera amalfitana passa anche per Pontone, villaggio di pietra a un tiro di schioppo da Ravello, ancora ignoto al turismo di massa.
Da qui si raggiungono due mete da non perdere: la Torre dello Ziro e la Valle delle Ferriere. Prima di raggiungere la torre vi fermerete su un belvedere che svela tutti segreti delle vedute verticali di questi luoghi: Atrani vi apparirà così come la vide l’artista olandese Maurits Cornelis Escher, inimitabile maestro nell’interpretazione fantasiosa di spazi e prospettive. Anche nella realtà, osservata da quassù, Atrani si prende gioco di fughe, angoli e geometrie convenzionali: il mare prende il posto del cielo e il campanile della chiesa scappa verso il basso.

La Valle delle Ferriere
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Valle delle Ferriere

Ultima tappa è la discesa verso la Valle delle Ferriere, il cuore della Costiera amalfitana. Nel fondo di questa valle è facile perdersi con l’immaginazione: potrebbe essere un angolo di Nuova Zelanda. Acqua, muschi, felci e impressionanti pareti di roccia disegnano un’oasi di natura vergine e incontaminata. Ci troviamo nel regno della “Woodwardia Radicans”, una felce rarissima che esisteva già tre milioni di anni fa, miracolo vivente che è sopravvissuto all’epoca glaciale.
La dorsale della penisola costituisce un insormontabile paravento per i venti del nord; la valle si apre verso mezzogiorno e la notevole presenza di acqua (soprattutto col fenomeno dell’evaporazione) contribuisce a creare un microclima umido di tipo subtropicale, caratterizzato da scarse escursioni termiche.

Questo luogo di grande fascino, immancabile meta per naturalisti e botanici, è anche la degna conclusione del sentiero proto-industriale della Valle dei Mulini.
Qui infatti, già nel Quattrocento, c’era un’importante fabbrica per la produzione del ferro, ricavato dai materiali grezzi importati dall’isola d’Elba e dalla Puglia. Il ferro veniva lavorato dai fabbri amalfitani specializzati nella produzione di arnesi marinari e agricoli: lance, scudi e “centrelle”, i chiodini utilizzati dai calzolai per fare scarpe. Sono storie di un mondo che non esiste più, ma in questo magico luogo il tempo e lo spazio sono dimensioni lontane dalla nostra realtà.

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Informazioni utili

Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Amalfi: www.amalfitouristoffice.it/

Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Ravello: www.ravellotime.com/

Ente Provinciale per il Turismo di Salerno: www.turismoinsalerno.it/

Società dei Concerti di Ravello: www.rcs.amalficoast.it

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