Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Insolita Giordania

Giordania Mar morto

Ventitré specie di orchidee, in un territorio desertico all’ottanta per cento. Vivaci stambecchi di montagna fra i rilievi che sprofondano quattrocento metri sotto il livello del mare. E ancora, il mitico unicorno, dato per estinto da anni

Giordania Le creazioni di sale del Mar Morto
Le creazioni di sale del Mar Morto

E’ la Giordania degli apparenti miracoli, che si estende dai coralli del Mar Rosso ai colli siriani e dai canneti del fiume Giordano ai deserti dell’Iraq. Molti la conoscono per i suoi tesori archeologici, pochissimi per le meraviglie della sua natura. A salvaguardia degli ambienti più singolari vi sono alcune riserve, che non vengono chiamate parchi nazionali perché a gestirle non è lo stato, ma un’associazione privata: la RSCN (Royal Society for Conservation of Nature).
Tutte le aree protette sono visitabili; tutte possiedono una flora e una fauna straordinarie; tutte sono nate negli ultimi venticinque anni. Eccole, in ordine alfabetico: Al-Azraq, Dana, Mujeb, Wadi Rum, mentre altre ancora sono in progetto.

Mujeb, la valle “viva” del Mar Morto
Giordania Lo stambecco nubiano
Lo stambecco nubiano

Raggiunto lo spettacolare bacino del Mar Morto, in cui le pittoresche concrezioni di sale creano forme e colori davvero unici, proseguiamo in direzione sud verso la prima delle straordinarie riserve che visiteremo: la valle del Mujeb. Quando la strada sale alta sul mare, dalla parte opposta si può intravedere la tormentata Gerusalemme. I posti di blocco sono numerosi sulla Dead Sea Highway, ma i militari, dopo un’occhiata e un saluto, ci fanno proseguire senza problemi. A metà circa del grande bacino salato, verso occidente, tra aspre e desolate montagne si nascondono numerosi torrenti d’acqua limpida.

Giordania Kanion
Kanion

Alcuni di essi nascono da sorgenti calde che scendono e si buttano nel Mar Morto con spettacolari canyons. Il Wadi Mujeb è tra i più interessanti e suggestivi. La zona è famosa anche per la presenza di una specie molto rara: lo stambecco nubiano. Più chiaro di pelo e più piccolo di statura rispetto al suo cugino delle Alpi, ha un carattere molto schivo: non è facile vederlo da vicino allo stato brado. Ma è il torrente e le sue alte pareti di arenaria che catturano l’attenzione e le nostre energie. In sandali e calzoncini risaliamo assieme ad un ranger la spettacolare vallata. Poca l’acqua, ma tiepida. Incontriamo pozze zeppe di ranocchi che saltano tra i bambù, qualche innocuo serpentello d’acqua, molte libellule e uno spaventatissimo gatto selvatico.
Si prosegue (a volte) con l’acqua alla cintola, facendo attenzione all’attrezzatura fotografica. Le scure e lisce pareti conferiscono all’ambiente un’atmosfera surreale; peccato non sia possibile fotografare, esercizio che risulterebbe estremamente pericoloso.

Da Petra al Wadi Rum
Giordania Petra
Petra

Proseguendo verso sud ci aspetta l’emozionante visita a Petra , la città rosa, antica quasi come il tempo, dove la natura e l’uomo si sono sbizzarriti nel creare una delle più belle città della Terra.
Sono stati gli sconvolgimenti tellurici dell’Era Archeozoica ad aver creato in questa regione canyons, dirupi, montagne. La sedimentazione dei minerali ha formato sulle rocce giochi di colore dalle mille sfumature; oltre a ciò i venti e le rare piogge hanno disegnato sulle ripide pareti magnifici arabeschi.
Il fascino di Petra non è dovuto solo alle particolari strutture architettoniche ideate dall’uomo, ma anche a ciò che la natura ha saputo creare per mezzo dei suoi elementi: sole, acqua e vento. Petra era già abitata nell’Età del Ferro (XII-X secolo a.C.). Non si conosce l’origine del nome della città. Secondo un’ipotesi molto plausibile, Petra sarebbe la traduzione greca del nome “Sela” (in ebraico, roccia), con il quale la Bibbia designa la capitale del regno Edom, più tardi assorbito dal regno Nabateo. Gli Arabi, peraltro, diedero alla località e al principale wadi (fiume) che solca la montagna, sul fondo del quale è situata la città, il nome di “Wadi Mousà”, dovuto ad erronee reminiscenze bibliche di un passaggio di Mosè e degli Ebrei in fuga dall’Egitto. A Petra si arrivava soltanto attraverso strette gole scavate dalle acque torrenziali. Posta in una posizione naturalmente fortificata, fu scelta dai Nabatei come capitale ed “emporio” del loro regno, nonostante l’aridità del suolo, perché in tal modo potevano difendere facilmente le loro immense ricchezze, accumulate soprattutto imponendo tasse a tutti i viaggiatori e mercanti che attraversavano il loro territorio.

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La città scoperta da uno svizzero
Insolita Giordania
Monumenti scavati nella roccia foto di D. Stanley

Petra è formata solo da monumenti scavati nella roccia e dai resti degli edifici costruiti dai romani e dalla successiva dominazione bizantina. Oggi osserviamo una città spoglia di tutto ciò che doveva rappresentare lo scenario della vita quotidiana. Quasi sicuramente le cause della decadenza di Petra furono il trasferimento della capitale della provincia a Bostra e il fiorire di nuovi centri carovanieri: Philadelphia (Amman). Gerasa e soprattutto Palmira. Petra venne scoperta per caso nel 1812 dal viaggiatore svizzero J. Ludwig Burckhardt. La storia narra che Burckhardt, durante un viaggio in Siria, sentì alcuni arabi parlare di una città morta nella regione di Wadi Mousà in Giordania. L’esploratore svizzero, travestito da arabo per sfuggire alle tribù ostili agli infedeli occidentali, ingaggiò una guida. Come pretesto per l’escursione, per non insospettire i poco affidabili beduini locali, raccontò che aveva fatto un voto per sacrificare una capra sulla tomba di Aronne, situata nelle vicinanze della valle. Burckhartd, tuttavia, non riuscì a vedere tutti i monumenti e la maggior parte degli edifici rupestri, perché la guida, insospettita dalla sua curiosità, lo sollecitava a sbrigarsi a compiere il sacrificio. Dovette così lasciare al più presto la valle prima che la guida lo giudicasse “uno stregone a caccia di tesori”; ma nonostante la sua breve esplorazione, intuì che le rovine di Wadi Mousà erano quelle dell’antica Petra.

L’incredibile Wadi Rum
Giordania Il deserto del Wadi Rum
Il deserto del Wadi Rum

Da Petra al deserto è un breve balzo. Scendendo d’altitudine lungo ampi tornanti, la strada inizia a regalare spettacolari panorami sul Wadi Rum, considerato uno tra i più singolari deserti del mondo. Qui hanno girato molte scene del film “Mars Red Planet” (Marte, pianeta rosso), in cui stralunati astronauti americani cercavano di sopravvivere alle insidie di un territorio aspro e desolato. A Wadi Rum si può davvero ammirare il più strabiliante paesaggio desertico mai visto. Insieme a Petra, questo è uno dei “must” per la maggior parte dei visitatori che si recano in Giordania. La regione conosciuta come “Wadi Rum” è in realtà costituita da una serie di vallate larghe un paio di chilometri, che si aprono da nord a sud per circa centotrenta chilometri. Tra le vallate si estende un territorio desertico di sabbia e rocce, punteggiato da maestose montagne che l’erosione di cinquanta milioni di anni ha trasformato in soffice arenaria. Il fondo valle si trova a circa novecento metri sul livello del mare, mentre la vetta più alta, il Jebel Rum, si eleva a 1754 metri. La principale tribù del Wadi Rum è quella degli “Huweitat” e i suoi membri sostengono di discendere direttamente dal profeta Maometto. Sono circa cinquemila – quelli che noi chiamiamo beduini – gli abitanti dei villaggi e i nomadi del deserto che popolano la zona. Malgrado l’assalto del turismo su larga scala, le popolazioni locali mantengono i loro stili di vita tradizionali e molti continuano a vivere nelle tende e a viaggiare sui dromedari.

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La riserva biologica di Dana
Giordania Dana
Dana

Dana, tra le riserve biologiche, è la più selvaggia della Giordania, dove la natura si è conservata per proprio esclusivo merito. Fino a una ventina di anni fa, Dana era soltanto il nome di un minuscolo villaggio della provincia di Trafila, fatto di case in pietra e sperduto su quei dirupati monti di arenaria che qualcuno, millenni fa, chiamò di “Edom”, sinonimo del biblico Esaù, mitico progenitore degli Edomiti, un popolo che nell’Età del Bronzo abitava le alture a est del Mar Morto. Una balconata che si affaccia sull’Arabah, la “fossa” che dal Mar Morto scivola verso il Mar Rosso. Nessuna carta stradale si era mai degnata di segnalare quel luogo, raggiungibile solo a piedi o a dorso d’asino, lasciando la Strada dei Re a Qadisyya, duecento chilometri a sud di Amman. Poi i volontari della RSCN presero a battere la zona per far ricerche su flora e fauna. Ci si accorse in tal modo che quei monti erano (e sono) un’eccezionale “banca biologica”, dove vivono ben settecento delle circa mille specie vegetali presenti in terra giordana. Anche la fauna è straordinaria: nelle forre del Wadi Dana i ricercatori individuarono animali rari, fra cui grifoni, iene, stambecchi nubiani, persino lupi. Fu così che quel posto dimenticato da Dio e dalle mappe divenne noto ai naturalisti di tutto il mondo; nel 1991 fu istituita la riserva, che dal 1998 è tutelata dall’Unesco.
Oggi l’area protetta copre trecentodieci chilometri quadrati, a un’altitudine variabile dai milleseicento metri di Dana ai meno duecento dell’Arabah, la più profonda depressione del pianeta. Tuttavia, il dato più singolare è che per andare dal Mediterraneo al Sahara, cioè per coprire il dislivello di milleottocento metri fra la sommità e la base di Wadi Dana, sono sufficienti quattordici chilometri. Tradotto in pratica, ciò vuol dire che la riserva ha una pendenza da precipizio, o quasi.

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Escursioni per tutti i gusti
Wadi-Rum,-escursioni-su-dromedario
Wadi Rum escursioni su dromedario

I dromedari rappresentano un mezzo di trasporto sicuramente più in linea con le tradizioni del posto e con il rispetto dell’ambiente, ma i poveri animali non sono in grado di coprire grandi distanze (circa venti chilometri al giorno) e possono portare solo un passeggero per volta. Un viaggio di sola andata dal villaggio di Wadi Rum alla vicina Aqaba può comprendere dai tre ai sei pernottamenti, a seconda del percorso; per la vicina Wadi Mousà (Petra) circa cinque. Le tariffe ufficiali per persona-dromedario, per brevi escursioni andata e ritorno nella zona di Wadi Rum sono esposte sui muri della stazione di polizia turistica. Possibili anche, per qualche esperto e avventuroso viaggiatore, escursioni a piedi di un giorno o due verso il Wadi Rum; tuttavia, è preferibile servirsi sempre di una guida. Una delle gite più popolari è il giro attorno alla montagna Jebel Rum (otto ore di cammino). Occorre ricordarsi che è molto facile perdere l’orientamento, che le temperature possono raggiungere d’estate livelli estremi, che le sorgenti d’acqua sono rare e non sempre potabili, che è molto difficile incontrare qualcuno e che le carte topografiche reperibili sono spesso insufficienti. Il Wadi Rum offre inoltre l’opportunità di cimentarsi in alcune scalate impegnative che non hanno nulla da invidiare a quelle europee. La difficoltà delle arrampicate spazia dal III al VI grado.
Premesso che è indispensabile arrivare con la propria attrezzatura, occorrerà considerare anche che solo pochissime pareti sono provviste di chiodi di sicurezza. La prudenza è d’obbligo, perché le rocce sono friabili e possono rivelarsi molto insidiose. Inoltre, il punto di inizio della salita non è segnalato, per cui è consigliabile farsi accompagnare da una guida che viene suggerita dalla stessa polizia turistica del villaggio. Sempre più diffuse le escursioni organizzate della durata di un giorno, da Petra, Aqaba o Amman. Questo tipo di escursione è, naturalmente, costoso e rigidamente organizzato e nel novanta per cento dei casi fa parte di un pacchetto di viaggio pre-pagato. Tuttavia, in Giordania, vale la pena di prenderlo in considerazione, perché quasi sempre più economico delle escursioni singole in jeep che partono dal villaggio di Rum.

Dove Alloggiare

La tomba di Aronne
La tomba di Aronne

In Giordania non esistono ostelli della gioventù, tuttavia l’offerta di sistemazioni alberghiere è ampia, soprattutto nelle principali città e località turistiche. Amman, Petra ed Aqaba dispongono di una vasta offerta di camere d’ogni categoria. Nelle località minori le possibilità di pernottamento si assottigliano, ma la limitata estensione del Paese permette di ritornare in giornata nei centri più grandi. Nel deserto non esistono alberghi. E’ possibile pernottare in alcuni aree con tende beduine predisposte.

Ecco alcuni indirizzi:
– A Dana, nell’interno, Dana Guest House. Si tratta di una nuova struttura in pietra ben inserita nel contesto ambientale. Vitto e alloggio molto essenziali.
– Sempre a Dana, a quindici minuti di fuoristrada dalla Guest House, esiste un grande campeggio con tende già predisposte, gestito dai montanari del luogo. La posizione è spettacolare.
– A Wadi Rum c’è il Captains Desert Camp, campeggio con pernottamento in tende beduine.

Viaggiare in Giordania

Documenti

Passaporto valido almeno sei mesi e visto da richiedere all’Ambasciata (telefono 06-86205303), al Consolato (telefono 02-8692903)
Clima
In montagna e nella Valle del Giordano è relativamente temperato, con inverno piovoso ed estate secca e calda. Nel deserto, escursioni termiche forti sia fra giorno e notte, sia fra estate e inverno (da +40° a -10°C)
Equipaggiamento
Al nord e tra le montagne è indispensabile l’attrezzatura da trekking usata sulle nostre Alpi. Quindi, zainetto, pedule dalla buona suola, bastoncini telescopici, giacca a vento, pile e cappellaccio in caso di piogge autunnali o invernali. Per il deserto, lo stesso tipo di attrezzatura va bene (qualcosa per coprirsi di notte; fa freddo) con l’aggiunta di un buon paio di robusti sandali, occhiali da sole, copricapo, crema solare e una capiente borraccia per fronteggiare al meglio le giornate calde.
Noleggio auto
Viaggiare soli è un buon modo per visitare il Paese e le compagnie di noleggio auto offrono una sufficiente varietà di mezzi. Ufficialmente per guidare in Giordania occorre la patente internazionale, ma le società di noleggio spesso si accontentano della patente nazionale.
Fuso orario
Un’ora in più rispetto all’Italia. Lingua
L’arabo è la lingua ufficiale, ma l’inglese è molto diffuso. Nelle località turistiche, gli addetti al settore conoscono anche un po’ di italiano.
Valuta
Dinaro Giordano. Uno JOD corrisponde a circa Euro 1,60. Il dinaro è suddiviso in 100 piastre o 1000 fils (sono equivalenti, varia solo la suddivisione in millesimi o in centesimi).

Informazioni utili

Ufficio Turistico della Giordania,  Piazza Santa Giulia, 11 – 10124 Torino – Tel. 011-19865942

Agenzia Viaggi: I viaggi NBTS

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