Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Spigolando tra turismo e dintorni

La Fiavet (Federazione Agenzie Viaggi) ha annullato (23/11) “per difficoltà di ordine organizzativo” il Congresso Nazionale che si sarebbe dovuto tenere a Cagliari dal 2 al 5 dicembre? Si può anche capire che per “motivi organizzativi” l’Associazione Nazionale Geometri o la balda San Vincenzo annullino una loro manifestazione. Ma se nemmeno gli Agenti di Viaggio non sanno più organizzarsi un viaggio (in Sardegna, mica a Timbuctù) beh, dottore, sarà grave? Per certo molto più bravi gli (ex) clienti degli agenti di viaggio: internet, booking ticket Low Cost, booking albergo, cliccano e “vai col lìssio” a godersi una self-made vacanza, o … Leggi tutto

La Fiavet (Federazione Agenzie Viaggi) ha annullato (23/11) “per difficoltà di ordine organizzativo” il Congresso Nazionale che si sarebbe dovuto tenere a Cagliari dal 2 al 5 dicembre?

Si può anche capire che per “motivi organizzativi” l’Associazione Nazionale Geometri o la balda San Vincenzo annullino una loro manifestazione.

Ma se nemmeno gli Agenti di Viaggio non sanno più organizzarsi un viaggio (in Sardegna, mica a Timbuctù) beh, dottore, sarà grave? Per certo molto più bravi gli (ex) clienti degli agenti di viaggio: internet, booking ticket Low Cost, booking albergo, cliccano e “vai col lìssio” a godersi una self-made vacanza, o un congresso.

“Volare” è nella tempesta. Non atmosferica, ma anche se si trattasse di veri uragani nessun pericolo: tutti gli aerei sono bloccati a terra per mancato pagamento del noleggio. Debiti e deficit a parte, l’affare si ingrossa e c’è persino da sorridere leggendo spifferate e nomi rimbalzanti sui giornali, in un’orgia di voci, interviste, di “tutti contro tutti”.
Se invece vogliamo vederla più seriamente la vicenda è preoccupante non meno che curiosa, soprattutto per gli addetti ai lavori e per chi di turismo, più o meno direttamente, ci campa e si interessa. In primo luogo la crisi di “Volare” (se non estinzione/chiusura/fallimento: come fai a riprenderti e a recuperare dopo aver lasciato gente a terra, essere stato chiacchierato per settimane sulla stampa nazionale e aver avuto la licenza ritirata nel mese che precede l’alta stagione invernale?) non costituisce un caso isolato ma è l’ultimo di una serie di zompi, fallimenti e chiusure delle nostrane compagnie aeree minori (vedi Gandalf & C.). Non meno intrigante è poi il “come” si è svolta tutta la storia: come è stata gestita la compagnia, come sono stati redatti i bilanci, come si sono comportati i suoi capi e capetti. A leggere quanto scrive su “Volare” il “Corriere” del 28/11 (“Sovrapposizioni di soci, affari in comune, contratti privilegiati e anche l’ipotesi di una compagnia aerea “clone” chiamata Volar”) non si sa se definire “dilettanti allo sbaraglio” o “banda del buco” i responsabili di un’impresa un filino più grossa di una cooperativa taxisti. E se questi sono i grandi manager dell’odierno panorama turistico del Belpaese, beh, aridatece il cav. Serafino Bianchi, mitico, non meno che attento e accorto “ragiunat” della Grandi Viaggi di mezzo secolo fa.

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A New York è stato riaperto il mitico MoMa (il Museum of Modern Art) per chi vede Domenica In?
Alla notizia si sarebbe potuto dare più spazio, venuto a mancare perché destinato alla coinvolgente vicenda delle sorelle Lecciso.

La Via Francigena “diventa un Grande Itinerario Culturale” (il 9/12 in Polonia (?) sarà presentata l’Associazione Italiana Comuni della Via Francigena)?
Tutte balle. O quantomeno (nel presentare l’iniziativa) si abbia il buon gusto di passare dal presente (diventa) al futuro (diventerà, o meglio ancora “potrà diventarlo”, e lo scriba, oltre a “forse” aggiunge pure “a babbo morto”).
Sì, perché l’estensore di questi pensieri non più tardi di pochi mesi fa si prese la briga (dopo aver più volte percorso il Camino de Santiago) di andare a vedere come la sullodata Via era “indicata” (segnaletica, monumenti, assistenza, informazioni). Niente, zero al quoto o quantomeno poco o niente, qualche indicazione sparata qui o là quasi per caso. Tanto per stare sul concreto, se il Camino è “mille”, la Via Francigena è “uno”. Altro che “diventa”; si passi dal presente al periodo ipotetico dell’irrealtà (congiuntivo imperfetto e condizionale).

I consumi natalizi andranno “alla grande”? Sempre che diventino realtà le previsioni (riporta il Corriere della Sera del 24/11) del presidente di Indicod (?) Gianfranco Virginio (?), il quale ha così commentato “per ora i consumi non sono entusiasmanti, ma ci potrebbe essere una sorpresa a Natale, perché gli italiani viaggiano meno e potrebbero quindi riscoprire i piaceri della casa e della cucina”.
In primissimo luogo il “piccolo” mondo del Turismo faccia i debiti scongiuri per evitare con accorgimenti scientifici quanto il Virginio (?) pronostica e che, ovviamente, per il comparto costituirebbe uno sfacelo dopo tanti anni di crisi.
Gli stessi addetti ai Viaggi (chi li fa, li vende, li descrive) si domandino inoltre perché, se uno parla di “consumi”, considera consumo solo quello (tanto per fare un esempio) della carta igienica (vedi “piaceri della casa”) e (sempre tanto per dire) della fecola di patate (vedi i “piaceri virginiani” della cucina).
Il “Turismo secondo Virginio” (quello “fortunatamente” andrà in crisi e quindi “farà viaggiare meno” gli Italiani) invece no, non è un “bene di consumo” come tanti altri, non è il “prodotto di un lavoro, di servizi, di investimenti” e pertanto ben venga la sua crisi se serve a incrementare le vendite di carta igienica e di fecola di patate.
E stiano accorti i tour operator (una foto del Virginio da una brava fattucchiera, proprio no?). Se il Nostro ch’azzecca, altro che piaceri della casa: si ritrovano, gamella in mano, a far la fila coi barboni al pranzo natalizio di Fratel Ettore.

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