Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Portugalicia, “dos Paises”, un solo destino

Un esperimento di turismo “trans frontaliero” coronato da successo. La Galizia spagnola si è unita al nord del Portogallo per promuovere, congiuntamente, le bellezze di questa parte atlantica della penisola iberica

Portugalicia, “dos Paises”, un solo destino

Poco dopo la nascita delle Regioni, alcuni tour operator e giornalisti stranieri furono invitati in Lombardia per un “famtour” (come dire: una “scampagnata” fra parenti, un “giro” familiare) comprendente una visita del Lago Maggiore. Quando gli esperti di turismo arrivarono dalle parti di Sesto Calende, alla “frontiera” tra Lombardia e Piemonte, chiesero notizie su Stresa, Baveno e le Isole Borromee.
Poiché si trattava di località piemontesi sulla sponda occidentale del lago, quindi “straniere”, i solerti accompagnatori del turismo lombardo pensarono bene di “glissare” con un prolungato quanto deciso silenzio (proseguendo verso l’invero meno affascinante sponda lombarda).
Nonostante sia trascorso un po’ di tempo dalla citata vicenda, questi fenomeni campanilistici non sono ancora scomparsi (e non solo nel Belpaese). Molto però si sta facendo per superare questa sciocca difesa de “lu particulare”, per correggere una miopia che danneggia il turismo, soprattutto in tempi di unioni sovranazionali, in territori periferici e di confine che sovente coltivano più rapporti con i vicini stranieri che con la lontana capitale.

Sinergie tra Galizia e nord del Portogallo

Vila Praia de Ancora, Portogallo
Vila Praia de Ancora, Portogallo

Un plauso quindi a “Portugalicia”, un consorzio di imprenditori galiziani e portoghesi, che in occasione di “Expogalaecia 2004” (un Salone del Turismo svoltosi a Vigo) ha presentato un interessante progetto di promozione turistica. Primo passo di un progettato “eje”, un “asse turistico” delle regioni atlantiche che si ritengono danneggiate, in quanto periferiche, rispetto a quelle mediterranee.
Come se il nome non bastasse, Portugalicia spiega chi è e cosa vuole anche con lo slogan “un destino, dos paises”, leggasi un’unica promozione verso una sola destinazione turistica situata in due Paesi: appunto la Galizia e il Portogallo settentrionale, componenti una regione ispano-portoghese che può meritare un valido viaggio senza ulteriori visite a sud dei Pirenei.
Le affinità che legano gallegos e portoghesi sono tante: tradizioni, economia, religione, storia e soprattutto cultura, se si pensa all’impressionante somiglianza tra le due lingue (ormai è ufficialmente tale anche il galiziano, idioma romanico-romanzo discendente dal galaico-portugese).
Niente a che vedere con una certa mancanza di “affetto” nei rapporti tra il resto degli spagnoli e i portoghesi; meglio comunque chiarire che tra i due popoli non esiste il rancore che si dice: gli spagnoli non parlano dei portoghesi più di tanto, i portoghesi ignorano gli spagnoli e tutto finisce lì.

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In comune, splendidi panorami e buona tavola

Arnela nella regione A Coruña, Galizia
Arnela nella regione A Coruña, Galizia

Le analogie riscontrabili in questo “destino in dos paises” sono peraltro compensate dalla diversità di paesaggi, architettura, gastronomia, abitudini.
Grande attrazione, per chi ama la natura e per chi fotografa, i panorami marini. In Galizia le coste rocciose e frastagliate sono interrotte da corte spiagge sabbiose e dalle “rias, baixas e altas”, a sud e a nord di A Coruña, fiordi simili a quelli norvegesi ma ben più benemeriti perché dispensanti eccelse leccornie, i frutti di mare, immense cozze e la mitica lampreda.
A sud della foce del Miño/Minho (Viana do Castelo, Esposende, Povoa de Varzim) il Portogallo propone invece lunghe spiagge sabbiose, ben difese dall’invasione del cemento, forse per compiacere e non disturbare il relax di politici e potenti: è il caso di Vila Praia de Ancora, località vacanziera del neo leader della Commissione Europea, Barroso. L’assenza di mare roccioso preclude le citate raffinatezze marine galiziane; in compenso abbondano i pesci d’alto mare, il granchio gigante (la ricca “sapateira”) e le tante versioni portoghesi nell’ammannire il “bacalhau”.

Il regno del granito

Praca Forte de Valença, Portogallo
Praca Forte de Valença, Portogallo

L’architettura civile e religiosa è caratterizzata dall’onnipresente granito: la Portugalicia ne è la regione più ricca al mondo. La grigia pietra fa da sfondo (grigio) a ogni strada e piazza, dalle monumentali chiese galiziane alle fortezze portoghesi (la piazzaforte di Viana do Castelo, le poderose mura di Valença, oltre il Minho, la spagnola Tuy) progettate da grandi architetti militari.
Sarebbe comunque un peccato cedere solamente al fascino e all’attrazione dell’Atlantico. Nell’interno di questo nuovo e quindi insolito “destino in dos paises” c’è tanto da vedere, a nord e a sud del Miño/Minho.
In Galizia, nella provincia di Ourense, oltre all’ebraica Ribadavia, sono da visitare Allariz e Celanova, forse colpevolmente dimenticate. Poco più a sud, chicca davvero preziosa, la minichiesa visigota, VII secolo, di Santa Comba de Bande (sul bel fiume Lima dalle verdi rive, prediletto dai legionari romani nella Lusitania).
Nel verde Portogallo, prima di giungere alla “meta ultima” Oporto, la religiosa Braga (chiese a gogò) e la nobile Guimaraes (culla della nazione portoghese) costituiscono, dicono gli americani, un “must”, un obbligo visitarle.
A completamento di un viaggio nella Portugalicia, e a dimostrazione che nel mondo del turismo non sono le idee a mancare, anche se in questo momento mancano i soldi.

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