Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Capolinea 2004. Fugit irreparabile tempus

Motti, detti, aforismi, calembour, sale della vita di tutti i giorni. Una passeggiata di fine d’anno fra ciò che le “linguacce” note e meno note, attraverso i secoli, hanno “sentenziato” sull’amore e sui brindisi del mondo

Capolinea 2004. Fugit irreparabile tempus

Ahinoi, ha ragione Virgilio riguardo al tempo che scappa fra le dita, dissolvendosi come neve al sole.
Siamo in vista di un altro Natale e tutti si sforzano, in un pianeta che ha le rotelle sballate anzichéno, di augurare ogni bene, di avere amore, affetto, comprensione, partecipazione. E un po’ di soldi, che non guastano mai.
Concentriamoci sull’amore. Quale tipo d’amore?

Amori natalizi e oltre

Capolinea 2004. Fugit irreparabile tempus

Ce lo ricorda Kafka: amore è tutto ciò che aumenta, allarga, arricchisce la nostra vita, verso tutte le altezze e tutte le profondità. L’amore non è un problema, come non lo è un veicolo; problematici sono soltanto il conducente, i viaggiatori e la strada. Hai detto niente. Certo, tutto sta a vedere quale tipo di amore e di affetto si intende elargire e si è in grado di ricevere. Flaubert ne ha individuato uno che, in genere, non fallisce mai: gli affetti profondi somigliano alle donne oneste; hanno paura di essere scoperti e passano nella vita con gli occhi bassi. Poi c’è Rogér de Bussy-Rabutin che sentenzia: quando non si ama troppo, non si ama abbastanza. Ma ecco che arriva la penna caustica di Graham Greene ad affossare il clima idilliaco: il cuore è una bestia della quale è prudente diffidare. Anche l’intelligenza è una bestia, ma perlomeno non parla d’amore.
Quindi arriviamo, tremendo e sublime volano del mondo, all’eterno amore fra uomo e donna ed ecco il paradosso di Paul Géraldy: se tu mi amassi e se io ti amassi, come ti amerei! Al quale fa eco un paradosso antico, di Marziale, che dichiara in uno dei suoi epigrammi: non posso vivere né con te né senza di te. Come andrà a finire? Nel più scontato dei modi, copyright di Beaumarchais: l’amore non è altro che il romanzo del cuore, mentre il piacere ne è la storia.

Capolinea 2004. Fugit irreparabile tempus

Tema affascinante, quello dell’amore. Va da sé che ciascuno ambisce gestirselo in proprio, questo insulso muscolo semovente. Scendendo nel banale, ha ragione Phineas Fletcher quando afferma che l’amore è come la biancheria: tanto più dolce quanto più spesso si cambia. Ma amore vuole anche dire complicità, segreto, raggiro, confidenza. Se ne rende conto William Congreve, che sghignazza: so che è un segreto, perché lo sento sussurrare dappertutto! L’amore è anche una scelta di campo, molto spesso è convenienza, fors’anche tranquillità o bisogno di essa, a tutti i costi. Non a caso Erasmo da Rotterdam scriveva che le donne corrono dietro agli stolti; fuggono i saggi come animali velenosi.
Ciò potrebbe indurre a ritenere che la donna sia insulsa, ma non è così. Lo sa bene George Eliot che afferma: non nego che le donne siano stupide; Dio onnipotente le ha fatte per vivere insieme agli uomini. Poveri uomini, che vanno accettati per quello che sono, si capisce. Ha ragione Tristan Bernard quando dice che gli uomini sono sempre sinceri. Cambiano sincerità, ecco tutto.
Difficilissimo “cambiare sincerità” ogni momento; anche perché dopo aver mentito, occorre buona memoria. Lo ha scoperto Pierre Corneille.

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Brindisi festosi ed eccessivi

Capolinea 2004. Fugit irreparabile tempus

San Silvestro. Ultimo giorno dell’anno. Siamo giunti in Dogana, magari quella svizzera, perché in Europa non c’è più, o quasi. Da domani, si ricomincia da capo. Ma oggi è giorno di brindisi e di allegria, gente!
E che ci sia bisogno di allegria e serenità, specie di questi tempi, sono in molti a ricordarlo, a cominciare da Walter Scott: la vita senza allegria è una lampada senza olio.
Non tutti la pensano allo stesso modo, tuttavia: la vita sarebbe abbastanza divertente, se non fosse per i suoi divertimenti; il convincimento di Edward Bulwer-Lytton si accompagna a quello di Will Rogers: tutto è divertente, finché capita a qualcun altro. Ma c’è anche chi, in clima di feste, si scopre depresso come Michelangelo, qualche secolo addietro: la mia allegrezza è la melanconia. Contento lui!
La contentezza, lo sappiamo, ben si sposa al divertimento. E chi meglio del divino Marchese De Sade potrebbe dare consigli in proposito: tutto è buono quando è eccessivo.
A cominciare proprio dalle libagioni. Un tempo c’era Pindaro a ricordare che la cosa migliore è l’acqua, ma quella pellaccia di Carlo Porta ha messo le cose a posto, verseggiando: per mi l’acqua, se l’è bona, l’è domà per lavà i piatt (per me l’acqua, se è buona, è solo per lavare i piatti).
Dal bere alla danza, con le parole di Omero: il vino mi spinge, il vino folle, che fa cantare anche l’uomo più saggio e lo fa ridere mollemente e lo costringe a danzare e tira fuori parola che sta meglio non detta.

Capolinea 2004. Fugit irreparabile tempus

Se il vino aiuta a sciogliere la lingua, è la danza che scioglie i muscoli e facilita il passaggio al nuovo anno. Cervantes, in proposito, era prodigo di buoni consigli: signora, dove c’è musica non può esserci nulla di cattivo. C’è chi dissente, però, come George Bernard Shaw: il ballo è un rozzo tentativo di entrare nel ritmo della vita. Gli si associa Théophile Gautier: la musica è il più costoso ma il più sgradevole dei rumori.
E gli uomini che nei veglioni, mascherati e non, fanno i cicisbei con la speranza di conquistare qualche bellezza sconosciuta?
La vedono, la donna dei loro sogni, ma presto si dissolve; rimarrà il rimpianto, come in Paul Morand: era bella come la moglie di un altro. Pazienza. Una sigaretta per apparire disinvolti, aiutati dal pensiero di Carlo Emilio Gadda: il fumare lo aiutava molto davanti alle donne, a cui il fumo piace, anche perché lo ritengono, e magari a ragione, un gradevole presagio dell’arrosto.
Le donne non sono da meno; ricchi abiti e costosi profumi, trucco d’alta classe. Salvo poi non eccedere, come già accadeva ai tempi di Shakespeare: ne ho sentite abbastanza anche sui vostri cosmetici: Iddio vi ha dato un volto e voi ve ne fabbricate un altro.
Giusto. Anche Proust è di quest’avviso: lasciamo le belle donne agli uomini senza fantasia.
La festa procede, nessuno scenda! Anche perché, ricorda Lessing: si può bere troppo, ma non si beve mai abbastanza.
Buon per chi è stato invitato. Ma per coloro che partecipano ai veglioni “tutto compreso”? Nessun problema, nemmeno ai tempi del Cardinale Mazzarino: cantano, dunque pagheranno.
Ha proprio ragione Marziale, signori miei: non è cosa da saggi, credimi, dire: vivrò. Troppo tarda è la vita che verrà. Vivi oggi.

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