Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Radiografia di un viaggio pasquale

Ci sono luoghi dove i rapporti umani hanno ancora un sensoProseguo da Padova a Feltre tornando alla dura realtà ferroviaria per poco meno di 2 ore su un popolano omnibus (non so come si chiama adesso). In compenso mi diverto durante le soste nelle (tante) stazioni. Mi diverto pensando ai milanès e ai lumbard che si lamentano dell’eccessiva immigrazione dalle loro parti. Evidentemente non sono mai stati nel Veneto: nella sola stazione di Montebelluna sono riuscito a scoprire un indigeno di nome Zuàn (Giovanni) Bortolin soltanto dopo una ricerca di almeno 40 secondi, previa visione di 4 kirghisi, 7 maghrebini, … Leggi tutto

Ci sono luoghi dove i rapporti umani hanno ancora un senso

Radiografia di un viaggio pasquale

Proseguo da Padova a Feltre tornando alla dura realtà ferroviaria per poco meno di 2 ore su un popolano omnibus (non so come si chiama adesso). In compenso mi diverto durante le soste nelle (tante) stazioni. Mi diverto pensando ai milanès e ai lumbard che si lamentano dell’eccessiva immigrazione dalle loro parti. Evidentemente non sono mai stati nel Veneto: nella sola stazione di Montebelluna sono riuscito a scoprire un indigeno di nome Zuàn (Giovanni) Bortolin soltanto dopo una ricerca di almeno 40 secondi, previa visione di 4 kirghisi, 7 maghrebini, 1 kosovaro, 3 uzbeki, 5 balcanici vari e almeno 6 Tagiki (mai visti tanti Tamerlani e Gengis Khan).
Da Feltre a Fiera di Primiero in corriera, noto subito un tenero, piacevole dettaglio: che bello, tutti salutano l’autista e lui saluta tutti, è gente che si conosce da anni, si rivede al bar o a messa o nello struscio del paese, rapporti umani, interclassismo, la base della vera democrazia (appena salirò su un metrò milanese andrò anch’io a salutare il macchinista).

Impantanati al Cant del Gall per una ricca degustazione di vini trentini

Radiografia di un viaggio pasquale

Ed eccomi finalmente in Trentino (5 h e mezza di viaggio, il tempo di andare a Bombay).
Comincio subito alla grande grazie a un curioso evento. Causa scioglimento nevi l’ospitante Roberto si arena con l’auto su un prato tipo marcita e mi spedisce al bar ristorante Cant del Gall (che da ‘ste parti è cedrone) ad attendere l’arrivo del carro attrezzi e susseguente disincaglio. Fortunatamente (scusomi per il cinismo) si impantana anche il carro attrezzi e per ulteriore mia gioia pure una jeep accorsa per liberare i due precedenti veicoli.
Morale: trascorro 4 ore 4 al bar degustando tutti i vini trentini (cerchi subito il lettore un corposo Cabernet delle Cantine di Toblino e un profumato Marzemino di Valli Agri di Rovereto). E poiché il Cant del Gall è una delle 46 Osterie Tipiche Trentine con tanto di atto costitutivo e regolamento, apprendo pure che in questi locali la difesa dei prodotti tipici della terra è totale e soprattutto seria.

LEGGI ANCHE  Tragico weekend!

Trentino: la cucina, i servizi, la sua gente

Spaetzli, piatto tipico della zona
Spaetzli, piatto tipico della zona

Un evviva quindi alla cucina trentina, non certo macrobiotica (né possono esserlo luganeghe, tosela, peverada, spaetzli, etc etc) ma pur sempre genuina ed espressione del carattere della sua gente. Una gente che – grazie ai buoni sistemi educativi scolastici mutuati dai vicini tognini e della Serenissima Repubblica – vive in condizioni di civiltà forse (si fa per dire) sconosciuti nel resto del Belpaese.
La prova? Due. Ogni giorno alcuni volontari si recano in una cucina comunale, confezionano pasti caldi (con menu personalizzato!) e li portano al domicilio degli anziani. In ogni casa a una famiglia sono consegnati 4 contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti, uno è destinato all’organico. Sui contenitori si scrive il nome della famiglia, passa la monnezza, legge il nome con un lettore ottico dopodichè il cittadino pagherà per quanto consumato. Trento è provincia autonoma.
Torno a Milano, Stazione Centrale, 4 differenti scale 4 senza nemmeno una mobile (vecchi, gente debole, mamme, minusvalidi, c… loro) per arrivare alla Stazione del Metrò. Stazione? Ma quando mai! Solo un orrido, sporco, incasinato suk indegno di una città (e di un Paese) sedicente civile. I dubbiosi facciano un salto alla Stazione Ferroviaria del Cairo, provare per credere. Ohèi Albertini, scendi dalla Vespa.

Condividi sui social: