Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

La Fiesta de los Caballos del Vino

La festa dei Cavalli del Vino, che si tiene a Caravaca, nella provincia spagnola della Murcia, nasce come pura estrazione popolare mescolando realtà, leggenda, narrazione epica. La tradizione della festa è ambientata in pieno secolo XIII, quando Caravaca si trovava sul confine tra la Castiglia cristiana e il regno dei Mori di Granada e la presenza della Croce a Caravaca aveva già fama di protezione e miracolo.
Secondo la tradizione leggendaria si parla dell’assedio del castello la cui custodia era stata affidata all’Ordine dei Templari, durante gli anni 1265-1310.
I Mori del vicino regno di Granada intraprendono una spedizione punitiva e di saccheggio. In occasione di una di queste incursioni ammazzano molti cristiani e ne fanno prigionieri altri, anche se alcuni di essi riescono a rifugiarsi all’interno della fortezza. L’assedio viene condotto dai Mori ricorrendo ad ogni tipo di pressione, compresa quella di avvelenare i pozzi d’acqua facendo insorgere epidemie e accentuando i disagi per i cristiani feriti in combattimento.
E’ in questa fase che alcuni Templari, particolarmente coraggiosi, riescono ad eludere la sorveglianza dei Mori e arrivano nella località chiamata Campillo, distante qualche miglio e da allora denominata “Campillo de Los Caballeros”. Qui riempiono alcuni otri di vino e beffando nuovamente le linee dei musulmani, introducono la bevanda nel castello e immergono la reliquia della Croce nel liquido per benedirlo, dandolo poi in bevanda agli infermi assediati, che istantaneamente guariscono.La leggenda dell’assedio permane nella memoria popolare come gesta di coraggio e di fede. Allo stesso modo dei romanzi di “frontiera”, quella dei “Cavalli del Vino” si inserisce nel filone dell’epoca cavalleresca e della conquista musulmana.

Enrico Caracciolo

Enrico Caracciolo
Enrico Caracciolo

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Enrico Caracciolo

Un volto moro "rubato" al desfile che attraversa tutta la Calle Mayor fino al Templete.
Un volto moro “rubato” al desfile che attraversa tutta la Calle Mayor fino al Templete.

Enrico Caracciolo

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