Dalle navette spaziali alle mongolfiere
Già, forse uno dei modi per visitare lo Smithsonian National Air Space Museum è percorrere le sue sale, cercando di qua e di là i mille addentellati con la nostra piccola e grande storia recente. E in questo quasi casuale fruire di quanto esposto, il modulo di comando dell’Apollo 11 si contrappone alle macchine da guerra e riporta alla mente quel 21 luglio del 1969 con l’impronta umana impressa sulla Luna. Il piccolo modulo offre lo spazio appena sufficiente per riportare sulla Terra i tre astronauti e la sua superficie è bruciata dal terribile attrito con l’atmosfera. Piluccando con l’occhio curioso tra i materiali esposti, anche chi soffre di vertigini può trascorrere un’intera giornata senza pericolo di annoiarsi. La cesta di vimini di un pallone aerostatico si evolve nella gondola tecnologica dell’ Orbiter III, protagonista di quella che è stata l’ultima impresa possibile sul nostro pianeta: il giro del mondo in mongolfiera compiuto solo nel 1999 da Bertrand Piccard e Brian Jones. La riproduzione dello Spacelab permette al visitatore di immedesimarsi negli astronauti che hanno abitato questo primo laboratorio orbitante e scoprire come, in spazi tanto angusti, esperimenti scientifici importantissimi convivevano con le quotidiane necessità umane, rese più complicate e acrobatiche dall’assenza di gravità.
Le conquiste del “secolo breve”
Per chi, invece, è interessato proprio a tutto quanto riguardi la storia del volo, oltre a rappresentare la più completa collezione di velivoli e navicelle spaziali, lo Smithsonian National Air Space Museum è un archivio specialistico sterminato, ricchissimo di foto, filmati e documenti. Un ufficio nella sede sulla National Mall offre al pubblico la possibilità di esaminare le “directory” dei materiali archiviati e su appuntamento è possibile la consultazione dei documenti. Impossibile elencare anche solo i principali esemplari esposti nelle varie sezioni e, forse, alla fine della visita quello che resta davvero impresso ad ognuno è la incredibile velocità con cui si sono evolute le macchine volanti.
Tra il legno del Flyer e lo scudo ceramico dello Space Shuttle ci sono più o meno gli anni della vita media di un uomo. In mezzo c’è di tutto: dai romantici velivoli dei circhi volanti degli anni Trenta agli spietati caccia; dai rumorosi e ballonzolanti aerei che hanno dato inizio alle rotte commerciali, ai comodi “liner” che ci fanno sembrare il mondo un paese; dai timidi “bip-bip” dei primi satelliti, al campione di roccia lunare raccolto dagli astronauti e che nessun visitatore del museo manca di toccare.
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