Il vecchio scrivano di cose turistiche è ormai vaccinato contro tutto, ne ha viste troppe, eppertanto è pronto ad affrontare ogni situazione. Per fare un esempio è financo capace di sopportare – senza nemmeno opporsi mediante una sana pernacchia – chi (e vedrete che non subito, ma verso metà autunno farà capolino, salterà fuori) avrà la facia de palta di negare che quella testé trascorsa è stata la peggiore estate turistica da decenni e decenni (e, peggio ancora, aggiungerà pure che economicamente gli è andata bene).
Ma è proprio sicuro di essere nel vero, il qui scrivente, di potere giudicare l’andamento, il trend della prima industria del mondo (quale è appunto quella del tempo libero)?
Certo che lo è, e i titoli per dimostrare che giudica con una certa esperienza (sempre meglio essere modesti) non gli mancano. Il mundillo del turismo, dei viaggi, è composto dai viaggiatori che li compiono, dagli accompagnatori che li accompagnano, dai tour operator che li organizzano, dai cosiddetti promoter che li presentano, dai giornalisti che li descrivono. Orbene, a suo tempo e a suo modo l’estensore delle presenti righe ha vissuto il turismo nelle citate posizioni, esperienze (gli mancava solo di fare il pilota, il direttore d’albergo e la battona, dopodiché avrebbe ricoperto tutti i ruoli dei personaggi nei quali si imbatte il turista in occasione di un viaggio).
Un’estate di “avvenimenti” negativi
Abbiamo pertanto vissuto la peggiore estate turistica da decenni a oggi, dunque. E forse non occorreva la citazione degli accennati attestati per dimostrare che chi scrive dice il vero.
D’altro canto come può essere qualificabile una stagione contrassegnata da terrorismo nel Medio Oriente, tifoni in Asia e uragani in America, aerei che venivano giù a grappoli nel Mediterraneo isole comprese, pochi soldi nel Belpaese, rialzo incontrollato del costo del petrolio nel mondo, mortali influenze aviarie in arrivo dalla Siberia mercè le prossime migrazioni uccellari (vabbè che passare all’altro mondo non è mai bello, ma sai che sfiga morire per due linee di febbre passata da un pollo in arrivo dal Viet Nam “via” Tigikistan?), scioperi Sult fuori quota (eh sì, in periodo di ferie sono proibite le agitazioni anche solo perché se un lavoratore va in vacanza che sciopero sarebbe senza il lavoratore? Ecco quindi doversi aspettare che le ferie finiscano dopodichè ricomincia la possibilità di incrociare le braccia) e infine mettiamoci pure un po’ di blocchi stradali antidiscariche e qualche migliaio (non si sa bene, facciamo 2000) di zecche e pulci sui treni delle FFSS? Cuntent?
L’epopea calabrese dei “Loiero”
Tutti d’accordo nel dire che è stata un’estate tragica, deleteria, pesantissima, e che è accaduto di tutto, ma di tutto-tutto. E cos’è, cosa vuol dire di tutto-tutto? Di tutto-tutto (l’inverosimile) vuol dire che – come se non bastasse quanto sopra verificatosi nel mondo – in quel della Calabria (che nei decenni ha speso vistose cifre per la promozione turistica) un bel mattino di agosto (quando ancora si poteva tirar su qualche pellegrino di passaggio, un turista dell’ultima ora ci sarebbe ancora potuto scappare) si alza dal talamo il Governatore Agazio Loiero e papale papale cosa proclama dalla sua cattedra reggina (o sta a Catanzaro? Ma poco importa)? Proclama (con ovvia profusione di tante scuse a chi aveva avuto il coraggio di fiondarsi in Calabria) che (così almeno riferisce il solito Corrierone milanese) la sua regione faceva onestamente ribrezzo, che non esistevano infrastrutture degne di un Paese civile, che mancava tutto, che un vacanziere si sarebbe sicuramente trovato da schifo, che tante promesse erano sempre state fatte cadere nel vuoto ecc ecc.
Dopodiché cosa fa il Governatore? Elementare, Watson, dopo aver chiesto scusa a nome di quelli che avevano promesso e non mantenuto eccolo a promettere che lui avrebbe mantenuto, per la Serie “… e fu così che la Calabria si ritroverà il prossimo Governatore post-Loiero che dirà che tutto è na schifezza, chiederà scusa ecc ecc fino all’arrivo del successivo Governatore post-post Loiero, poi del post-post-post (insomma, diranno tutti, come han sempre detto, le stesse menate, tutti i Loiero precedenti e diranno tutti i Loiero futuri) sicché (si scusi ‘sto precario latino) diamo ormai per certo che nei secula seculorum, mors turistica italiana certa est, ora pro nobis, amen.”