Verso un turismo “fai-da-te”
Ma torniamo alle crisi serie, quella del Turismo Nazionale (all’estero si sono un po’ ripresi, per non
parlare dei baldi Inglesi che con la loro superpotente sterlina sciamano in Spagna a passare ferie e comprare case, non importa dove, sono ovunque, comprano tutto).
La mazzata di Sharm El Sheikh è stata tragica, durissima, pesantissima (qualche tour operator l’ha ammessa, altri sono stati zitti, forse per il timore che qualche bancario creditore si preoccupasse per le perdite derivanti dall’atto terroristico). Nel dramma, il solito mors tua vita mea stavolta applicato a charter e destinazioni. Nemmeno le tante catene charter verso le isole spagnole, infatti, se la spassavano allegramente quanto a occupazione (includendosi pertanto anche quella alberghiera).
E’ però accaduto che l’esistente ma non grave crisi spagnola è stata comunque risolta riproteggendo su Baleari e Canarie quanti cancellavano le prenotazioni di agosto a Sharm El Sheikh e più in generale verso il medio e l’estremo Oriente.
E per il resto? Sempre male, anche perché è in atto un grande cambiamento epocale, producente una crisi mica da poco sia per i tour operator che per gli agenti di viaggi. La cosiddetta “gente” ha ormai imparato a confezionarsi i viaggi da sola, apre internet e diventa artefice della propria vacanza. Son finiti i bei tempi, cari facenti viaggiare. Problemi per la categoria? Tanti. Ma soprattutto uno, davvero grave: che a non accorgersi di quanto sopra siano … gli agenti di viaggi (non parliamo poi di chi dovrebbe dirigerli e consigliare…).