Re “tartufo”, ma non solo ….
Ultimato il sorseggiamento del Punt e mes, Carlos dimostra una certa preoccupazione. E non ha torto a darsi una certa fretta. A Murisengo (lo scrivano si scusa per non averlo precisato a inizio racconto, ma temeva di passare per peccaminoso sibarita) attendeva il Renzo Druetto, gentile anfitrione in un pranzo con tartufi (e vista l’eccezionalità di tanta divina ambrosia si potrebbe quasi dire che –con tutto il rispetto per chi offriva- a Murisengo più che il Renzo i due erano attesi dal prezioso tubero).
Da Casale fu pertanto velocemente percorso la verde Val Cerrina e altrettanto al volo fu preso posto alla tavola del ristorante Regina (dopo fulminei convenevoli: omaggi e ringraziamenti anticipati al Renzo Druetto, un abrazo all’Antonio e un bèl basìn alla di lui sposa nonché eccellente sommeiler).
L’assedio prandiale a base di trifula cominciò verso le 13 e terminò verso le 17 dopo incursioni di: antipasti con salami, patè, prosciutti, salsiccia, bresaola, carne cruda tritata, uova al burro (notoria morte del tartufo), peperoni alla bagna cauda, tomini, tajarìn, arrosto, dolci Vej Piemont (mai provato il bunèt? ay ay ay) su cui si depositavano Barbera, Novello, Bonarda, Grignolino, grappe al Moscato e grappe di Barolo. Alka Seltzer.
Ahh: Murisengo è davvero un bel posto, ameno e denso di storia, lo visiti il cortese lettore –ma prima dei pasti- e se ci capita nei primi 15 giorni di novembre si ritrova pure nella Fiera del Tartufo, per la degustazione del già lodato e profumato tubero –sempre che Carlos e il suo non meno vorace Virgilio ve ne abbiano lasciato almeno una grattatina-).