Venerdì 3 Maggio 2024 - Anno XXII

Amarcord del mondo viaggiatorio milanese

In pochi decenni il microcosmo dell’industria del tempo libero ha subito una forte trasformazione. Negli ultimi anni si è assistito a una vera rivoluzione, e non a causa dell’attuale crisi. Tour operator e agenti di viaggi, albergatori, vettori aerei e marittimi, stampa, concordano che “si stava meglio quando si stava peggio”…

Milano vista dal Duomo
Milano vista dal Duomo

Nel precedente Amarcord ho narrato la Historia del Turismo Spagnolo a Milano, una lunga vicenda durata qualche decennio e vissuta no-stop (il tempo di salutare il vecchio direttore e tenere a balia quello nuovo). Rassegnatomi ad ammettere che nel mondo non c’è solo la Spagna, dopo aver dato giusta precedenza alla Pasiòn sarei incompleto e partigiano se non raccontassi anche le altre vicende del fu Turismo a Milano (microcosmo composto da tour operator e agenti di viaggi, albergatori, vettori aerei e marittimi, stampa). Inguaribile ottimista, penso poi che questo mio “Come Eravamo” possa interessare non solo i vecchi che in quel Turismo se la spassarono bensì pure i lettori più indifferenti alla data di nascita.

La narrazione di come campavamo e un po’ di gossip possono infatti dimostrare quanto e come sono cambiati (l’attuale crisi non c’entra) i comportamenti, le abitudini, i rapporti tra gli addetti ai lavori della cosiddetta industria del Tempo Libero (e chi legge pensa che siano trascorsi anni luce: si parla invece solo di qualche decennio fa). E come tutti i matusa – sempre adusi a ritenere “bei tempi” solo quelli loro – mi dichiaro assolutamente certo che (come scrivevano nel dopoguerra sui muri romani i cosiddetti nostalgici) “si stava meglio quando si stava peggio”.

Catene alberghiere, prime avvisaglie

Il Principe di Savoia
Il Principe di Savoia

Ma veniamo ai personaggi, categorie, gente, gossip della variegata fauna turistica d’antan. La presenza di poche catene (in pratica solo quelle Usa, Hilton e Sheraton, non esistevano o stavano spuntando quelle europee, NH, Melià, Accor) comportava poca presenza del business alberghiero. E a farla da padrone era la Ciga, bella compagnia, fiore all’occhiello del Turismo italiano (‘a quei tempi’ la classe non era acqua, i sciur si trattavano da sciur, mica i tanti ricchi d’oggidì che viaggiano in low cost). A Milano ammiraglia della Ciga era (ed è tuttora, ma cene e feste del turismo sono ormai rare, costa un po’ troppo) il Principe di Savoia, Shangri Là, miraggio di facenti viaggiare, volare e scribi (per gli sbafatori della Banda della Tartina, poi, una cena ‘al Principe’ li mandava in sollucchero).

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Le Crociere très chic

Amarcord del mondo viaggiatorio milanese

Anche il settore del Turismo crocieristico dispensava poca vita-vita. Fatta eccezione per i greci (svendevano crociere un tanto al kilo) e i francesi (très chic la Paquet) il mercato era dominato dalla Costa (gran venditore l’ispettore Damato) allora italiana ma pure genovese, talché di p.r. (Pranzi e Ricevimenti) e altri atti di liberalità manco parlarne. A tentare di sfruculiare il quasi monopolio della Linea C., ma era di Napoli (e anche se Bossi era di là da venire vendere crociere terùne a Bergamo l’era dura) c’era la Grimaldi Siosa. Ma le poche serate goderecce delle compagnie di navigazione avevano una spiegazione: la promozione costava meno invitando a bordo agenti e stampa, fosse una sola festa in porto o un’intera crociera (in bassa stagione, cabine libere, l’unico costo consisteva nel vitto, la cosiddetta ‘panatica’).

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