Scioperi “mirati”….!
No allo sioppero, ordunque, anche per questioni di buon gusto. Lo scrivano non tollera ad esempio che si faccia solo e sempre sciopero il lunedì o il venerdì, roba che – uno pensa – scioperi per un deca in più eppoi, approfittando che s’è liberato il venerdì o il lunedì, prendi il fuoristrada da 80 milioni e vai a goderti un giorno in più nella villa sul lago. Ohèi, sindacalisti, uno sioppero che sa di Ponte forse forse non è poi tanto serio. Eppoi se si siòppera in tempi di crisi (quali sembrano gli attuali) si fa un favore (danée) ai padroni. Eh sì, perché in tempi economicamente felici il capitalista guadagna sul tuo lavoro e se tu ti fermi lui ci rimette. Ma se l’economia va a remengo il padrùn perde soldi e quindi ogni giorno lavorativo in meno che deve pagare all’incrociante le braccia costituisce per lui un risparmia alias guadagno. O no? (tanto per fare un esempio, a tour operators e agenzie viaggi lo sciopero è andato di lusso: con zero clienti in bottega e i telefoni muti molto meglio se i dipendenti stanno a casa non pagati).
No quindi a far sciopero, urla lo scrivano, un No (come dicono ormai tutti i mezzibusto tivù chiaro e forte, sennò se non è chiaro e forte non è più un no) che non può trovare motivazione per il solo fatto che lo fanno gli altri, e soprattutto un No perché è bellissimo fare la stecca nel coro e stare perennemente fuori dal branco.
(post scriptum 1) E se venerdi 23 novembre l’Alitalia non avesse cancellato 230 voli oggi avrebbe qualche lira (o Euro) di più in scarsella. 2) A proposito di scioperi il venerdi, che quindi sanno tanto di ponte, c’è pure il signor Dainelli di Bologna – vedi lettere al Corriere del 28/11 – a pensarla come lo scrivano (e ciò lo preoccupa, contrario com’è a far parte dei grandi numeri-).
