Autotrasporti per tutti
L’offerta di servizi per il trasloco è infatti avanzatissima, studiata nei minimi particolari, per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Chiunque voglia portare da una casa all’altra più di una borsa con indumenti intimi, un comodino e uno scendiletto, può rivolgersi alle tante compagnie di trasloco presenti su tutto il territorio degli Stati Uniti.
Aziende come U-Haul, Ryder, Budget o Penske, offrono una serie di servizi per il trasloco fai-da-te e per ogni necessità o bisogno.
Van, furgoni, camioncini o veri e propri autoarticolati per ogni volume traslocabile, si possono affittare in quasi tutte le grandi città americane, con la possibilità di riconsegnarli nella stessa città o effettuare il “drop-off” (restituzione) altrove. Ci si può così trasformare in un autentico “truck driver” (guidatore di camion) a stelle e strisce, per vivere il più classico dei sogni americani stile “easy rider”.
Per non arrivare impreparati
Prima di immergersi negli spazi delle immense autostrade americane però è bene organizzare il trasloco in tutti i suoi passaggi.
Basta andare sui siti Internet di una delle compagnie traslocatrici e scegliere lo scatolame necessario per metter via le varie cianfrusaglie casalinghe; poi vi servirà il nastro adesivo, la carta antiurto, le forbici, le etichette per riconoscere le scatole, le coperte avvolgenti per salvare i vasi Ming, i copri divani, i carrelli per evitare l’ernia nello spostare il frigorifero. Insomma, tutto quanto potreste aver bisogno per impacchettare casa e trasportala, sana e salva, all’interno del camion e poi nel vostro nuovo nido. Una volta che tutto il “necessaire” sarà stato recapitato a casa vostra è arrivato il momento di immergersi nella parte certamente meno divertente del trasloco: l’inscatolamento.
Da qui in poi vi racconto in prima persona la mia esperienza di traslocatore da Denver in Colorado a Los Angeles, California, alla guida di uno U-Haul (ormai è tanto famosa l’azienda, che ha assunto valenza di nome proprio per indicare camion in affitto) per circa mille e seicento chilometri.
Alla conquista del West
Arrivo a Denver dove la mia ragazza, americana, mi viene a prendere. Per fortuna ho saltato la suddetta “divertentissima” fase d’impacchettamento e sono quindi pronto a mettermi al volante di un camioncino della U-Haul, dietro al quale abbiamo agganciato un carrello sul quale caricheremo la macchina della mia bella, una Honda Element, una monovolume non proprio leggerissima, trasformandoci così in un vero e proprio autoarticolato.
Dopo aver caricato tutto, si parte, di mattina presto, direzione West!
Ancora assonnato e incapace di svegliarmi con il “bibitone” di caffè americano (dura a lungo, è vero, ma quanta caffeina ci sarà all’interno?) sono alla guida, non senza timori, di un camion con rimorchio nel bel mezzo del centro di Denver!
Purtroppo il camion ci è stato consegnato praticamente a secco, quindi diventa vitale trovare un benzinaio il prima possibile.
Sarà che in centro ai benzinai non viene concesso molto spazio, sarò io che, terrorizzato dalle dimensioni del gigante che sto guidando, non mi azzardo a fermarmi se non vedo una stazione di servizio con ampi e rassicuranti spazi e con meno di due macchine in sosta!
Alla fine, costretto dalla spia segnaletica in “rosso fisso”, mi avventuro nella prima “gas station” disponibile, non senza prima mettere in guardia i malcapitati utenti della stazione di servizio del nostro arrivo, con gesti e strombazzamenti.
Il proprietario di un’auto, forse mosso a pietà, forse per la paura di veder danneggiata la sua familiare (non lo sapremo mai) ci fa più spazio del dovuto e alla fine riusciamo a fare il pieno.