Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Asterix: asterischi boliviani con incognita- 1

Pensierini e appuntini da una gita in Sud America (tomo primo) Proteste e blocco aereo a Santa Cruz Dopo 11 ore di volo no-stop da Madrid, l’aereo atterra a Santa Cruz de la Sierra. La fine della tensione, la stanchezza e quel filo di disagio, sempre latente a 11.000 metri d’altitudine, invitano i passeggeri, in gran parte famiglie di emigranti boliviani,  a prorompere in un applauso. Era tanto che non assistivo a questo gesto liberatorio. Da quando anche l’italiano era un popolo di emigranti e molti utenti del nascente turismo volavano per la prima volta.  Il Lloyd Aereo Boliviano è … Leggi tutto

Pensierini e appuntini da una gita in Sud America (tomo primo)

Proteste e blocco aereo a Santa Cruz
Proteste e blocco aereo a Santa Cruz

Dopo 11 ore di volo no-stop

da Madrid, l’aereo atterra a Santa Cruz de la Sierra.
La
fine della tensione, la stanchezza e quel filo di disagio, sempre
latente a 11.000 metri d’altitudine, invitano i passeggeri, in gran
parte famiglie di emigranti boliviani,  a prorompere in un applauso.
Era tanto che non assistivo a questo gesto liberatorio. Da quando anche
l’italiano era un popolo di emigranti e molti utenti del nascente
turismo volavano per la prima volta.  

Il Lloyd Aereo Boliviano
è (o era? Non ne conosco la sorte che ha fatto seguito alla mia
vicenda) una gloriosa nonché antica compagnia aerea, perché fondata nel
buco del sedere dell’allora quasi inaccessibile Sud America da
immigrati tedeschi che evidentemente dovevano possedere due palle
grosse così.
La sua nascita risale infatti al lontano 1925
eppertanto avrebbe potuto benissimo tirare avanti per qualche altro
giorno, se non una settimana o anche un mese.
Invece entra in stato fallimentare e i creditori bloccano sulla pista l’aereo in partenza per Madrid. Il giorno del mio ritorno.

Asterix: asterischi boliviani con incognita- 1

Controllo dei passaporti. Sei
in fila e non sai come far passare il tempo. Una volta ti divertivi a
scoprire di che nazionalità poteva essere il bel sederino della
ragassola che ti precedeva. Se stringeva tra le dita un passaporto
verde era tedesca, se invece esibiva un passaporto blu (con una
fessura,  nella parte inferiore, riservata a nome e cognome) era
inglese. Adesso tutti i passaporti europei sono identici e cambia solo
l’insegna di un Paese sulla copertina, ma a una certa età vai a mettere
a fuoco lo stemma del re di Spagna delimitato dalle possenti Colonne
d’Ercole piuttosto che il Leone, l‘Unicorno di Elisabetta II.
Infine
eccoti appetto al controllore, che dopo aver esaminato  – non senza
correggerti l’immancabile errore – il formulario fornito, redatto
sull’aereo, comincia a sparare timbri e visti con un impressionante
effetto acustico. E più un Paese conta poco, più i timbri che ti
stampano sul passaporto raggiungono enormi dimensioni.

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Santa Cruz de la Sierra
Santa Cruz de la Sierra

Santa Cruz de la Sierra alias
della Montagna, ma in realtà è adagiata su una pianura che più piatta
non si può. Boliviani (o meglio, Conquistadores) tutti matti? Una prima
Santa Cruz (questa sì, ai piedi dei monti) era sorta nel 1561, ma fu
abbandonata. Trascorsi trent’anni si decise di costruire un’altra Santa
Cruz, ma a ben 260 km di distanza, senza uno straccio di montagne
intorno. Ma il nome rimase, per uno di quegli scherzi geografici che in
Spagna a Santillana abbina “del Mar” e invece il mare dista quasi dieci
chilometri, mentre nella nostrana Calabria perdi tempo se passeggi
nella strade di Guardia Piemontese alla ricerca di qualcuno che si
chiami Pautasso o Rebaudengo.

Come si fa a tornare indietro di 65 anni? Facilissimo: vai in Bolivia, passeggi per strada e noti dei bambini che giocano a biglie. A “Teca e Spana”.

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