Stesse spiagge…stessi mari…
Vabbè. Ma, commenterà il villico, non è che uno non può andare in ferie dove cacchio vuole, come e con chi meglio crede, fare ciò che gli sconfinfera, scegliere la vacanza che più gli aggrada?
None, obbietto io, perché il tempo libero, i viaggi, le vacanze dovrebbero (si noti quanto sono civile e tollerante ricorrendo al condizionale) anche contenere un “minimo comun denominatore” di apprendimento, vedere e quindi imparare, non “cazzeggiare” soltanto (su una barca, su una spiaggia) conoscere cose e genti nuove e ritrovare sé stessi, il tutto senza volere minimamente usare, applicare la parolona “cultura” alle ferie di chicchessia. Premesso che (ma certamente sbaglio) “Viaggio” potrebbe anche essere sinonimo di “Cultura”, non si vogliono auspicare vacanze, ferie, tempo libero serioso, bacchettone, sussiegoso tra libri impolverati e ore sudaticce in fila per visitare monumenti e pinacoteche. No, non si arriva a questo. Sarebbe però anche d’uopo che chi si ritrova sciolto dai soliti impegni lavorativi strascicati durante l’anno, appena libero non portasse il cervello all’ammasso, facesse anche andare un filino la testa, non le imponesse uno stop totale solo perché “lo fanno gli altri” (legge del branco, del gregge). E a proposito di branco e gregge è semplicemente demenziale pensare che, oltre all’assoluta imbecillità nel modo di trascorrere le vacanze, i succitati “famosos” e “poderosos” le vadano a trascorrere tutti assieme e nello stesso/i posto/i (pochissimi, i soliti tre, massimo quattro, vedi avanti). Come dire che vivi a Roma (o a Milano o dove vuoi tu) hai le balle piene di vedere la solita gente, dire con ‘sta gente le solite cose, non vedi l’ora di vedere una faccia nuova, parlare con qualcuno che incontri per la prima volta, arriva il momento di mollare, sei finalmente libero e allora dove vai? Nel solito posto dove c’è la solita gente che hai visto fino alla sera prima (a Roma o a Milano o dove vuoi tu) e torni (a distanza di una notte) a dire le solite cose. Mah.
Tutti insieme, appassionatamente!
Per la cronaca (informa Claudia Voltattorni a pag. 27 del Corriere della Sera di giovedì 11 maggio) Giuliano Amato, Francesco Rutelli, Franco Bassanini, Claudio Petruccioli, i fratelli (non Marx: Groucho, Harpo e chioma solo) Craxi, Umberto Eco, Jas Gawronski, Fulvio Colombo, Giacomo Marramao, Lucrezia Lante della Rovere vanno a Capalbio.
Simona Ventura, Flavio Briatore, Manuela Arcuri, Aldo Montano, Bobo Vieri, “ça va sans dire” il Berlusca, la Santanchè, Lele Mora eccetera eccetera, vanno in Costa Smeralda (te pareva).
Eppoi ci sono Capri e Portofino (ma l’elenco finisce qui, o quasi) coi “soliti” (sennò la Voltattorni mica avrebbe potuto scrivere l’articolo) Tronchetti Provera e Afef, Paolo Fresco (beato lui, d’estate), Piersilvio Berlusconi e Silvia Toffanin (chi xeo?) Jean Todt, Edwige Fenech, Cirino Pomicino e Casini.
Viva “La Fantasia” e “Le Vacanze Diverse, Creative”. Quasi quasi fai un pensierino a Gatteo a Mare, fosse solo per la varietà di gente che puoi incontrare.