Cos’è stato fatto per restituire a Noto l’antico splendore? Quali sono stati gli interventi e gli investimenti per la conservazione del patrimonio monumentale? Quali palazzi sono oggi visitabili?
Siamo andati sul posto per trovare risposta a tali interrogativi e abbiamo interpellato Maria Amato, assessore al Turismo dal 1996 al 2002.
Abbiamo scoperto che l’arcinota Noto (giustificato il bisticcio linguistico) una delle più affascinanti città della Sicilia dichiarata, con la Val di Noto, patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 2002, ma a lungo dimenticata a causa della lentezza degli interventi restaurativi, ha cambiato faccia e si prepara a sfoggiare l’antica e nuova bellezza della cattedrale, il cui completamento si è ultimato nello scorso mese di marzo.
Non solo. “Il risveglio di questa cittadina a cinque chilometri dal mare” – sostiene l’ex assessore al Turismo – “non è solo architettonico: è il riscatto della consapevolezza, che risale al 1986 quando ebbe inizio un periodo di attenzione nei confronti del patrimonio monumentale e l’allerta delle coscienze rispetto alla qualità di tali beni”.
Ed è stata ribadita in seguito, nella nuova emergenza scaturita dal rilascio della concessione per le trivellazioni petrolifere nel Val di Noto e nella zona sud, che metterebbero a repentaglio un patrimonio ambientale, archeologico e architettonico unico.
Senza voler considerare che Noto, con la sua spiaggia di sabbia dorata, la natura spettacolare, l’oasi di Vendicari, ha conquistato le cinque vele nella classifica della “Guida Blu” di Legambiente, che premia la qualità delle acque e del territorio alle spalle, riconducendo l’attenzione sul luogo e sull’intera Sicilia.
Un corso, tre piazze
Una scenografia in pietra ingentilita dalla tonalità dorata del calcare netino, realizzata da architetti celebri, con l’apporto delle valide maestranze locali. Il Gagliardi, il Sinatra, il Labisi firmano i più spettacolari conventi e chiese della nuova Noto, lasciando la parte alta della città ai quartieri popolari d’impronta araba, assolutamente da visitare, con casette basse, vicoli tortuosi, cortili.
Una città che dopo il devastante terremoto del 1693 rinasce ufficialmente nel 1703 sul colle Meti, più a sud e più vicino alla costa rispetto al sito della città antica e prende forma nel corso del Settecento secondo un impianto urbanistico a scacchiera, con strade dritte e parallele intercalate da scenografiche piazze e scalinate monumentali che sfruttano la pendenza del colle per ottenere effetti teatrali. Edificati tutti nel corso del Settecento, con quell’esuberanza tipica del barocco siciliano, chiese, palazzi nobiliari e conventi rivelano un’eccezionale unità stilistica, che ha ispirato sequenze di film a Rossellini, Antonioni, De Sica, Comencini, Amelio.