È l’ultima ora di un volo lunghissimo che arriva dall’Africa. Sotto, tra lo Ionio e il Tirreno, si allunga la Calabria, una stretta striscia di terra a forma di scarpa che da quassù appare come una gigantesca porzione tridimensionale di atlante geografico. Ma non è la terra ad attirare la mia attenzione; chissà perché, mi scopro affascinato dai riflessi cangianti dell’acqua del mare.
È una bellissima giornata di un sole anch’esso in fase di discesa verso occidente, particolare questo che accentua la magia visiva che si dispiega dallo spazio angusto dell’oblò. Ad ogni miglio percorso e grazie all’andatura più “soft” del grosso velivolo, che fra poco comincerà a planare dolcemente verso Roma, osservo con occhi diversi e insieme curiosi ciò che il mare contiene.
Anzitutto la sagoma bitorzoluta dello stivale d’Italia, che mi dà l’impressione di essere in attesa del momento propizio per sferrare un malizioso “kick” alla Sicilia, con l’intento non dichiarato di capovolgerla tutta; così, tanto per cambiare il panorama. Non sarebbe male, penseranno quelli di Reggio Calabria, avere di fronte Trapani e Marsala “capovolte”! Giochino che, in attesa del megaponte cerniera (se mai vi sarà) consentirebbe questo folle esercizio.
Poi, a sinistra, le Isole Eolie e quasi sotto la pancia dell’aereo (debbo tirarmi il collo per dare ampiezza al raggio visivo) ecco Stromboli con il suo pennacchio di fumo.
In attesa di sorvolare le isole del Golfo di Napoli e della splendida costa campana, è però il mare l’elemento catalizzatore.
Fantasie acquatiche
Nel tardo pomeriggio di questo giorno d’estate, il Tirreno è bello come un oceano. Non ne ha, a paragone, la vastità senza confini che rende angoscioso il fatto di sorvolarlo (di giorno) incontrando il nulla. Ogni tanto, ma proprio ogni tanto, la scia minuta di una nave sull’acqua, sola, sperduta nel blu che vira al grigio e spesso al piombo, quando il cielo è coperto di nuvole.
Qui, nel Tirreno, è un’altra musica! Le “scie” d’acqua sembrano tanti minuti tagliuzzi praticati da un bisturi capriccioso; non sono ferite cattive, per intenderci.
Tant’è vero che colorano la superficie blu dell’acqua di piccole righe bianche come la neve. Il “sangue” del Tirreno è così, concludo: delicato e innocente come la panna, come un pizzo di Burano, come un nastro per capelli di una giovane donna.
E tutte queste scie, incredibilmente luminose sotto i giochi di luce del sole che scende, contornate da miriadi di onde, simili a scaglie che si accendono e spengono in attesa del buio, vengono dallo stretto, dalla Sardegna, da Napoli o da dove volete, naturalmente nei due sensi e paiono padrone assolute di questa nostrana e trafficatissima “piscina”.
Occorre cambiare finestrino, adesso, perché Salerno, Napoli, i Golfi, sono dall’altra parte dell’aereo. C’è ancora luce a sufficienza per distinguere ogni cosa.
La luminosità di prima si è affievolita, ma il panorama, tra gli ultimi tagli di luce che si accompagnano a quelli artificiali della costa, è ancora più bello, più invitante e, se possibile, anche un po’ misterioso.
Le scie delle navi e delle imbarcazioni vanno a “morire” nei grandi porti, simili questi a premurose e un po’ preoccupate mamme in attesa.
Le tracce delle imbarcazioni più piccole impazzano, nelle acque dei due Golfi; specie in quello di Napoli, denso di collegamenti con le isole che lo fronteggiano.
Sull’acqua, un altro viaggio
Io sospeso quassù, loro (altri viaggiatori) inscatolati laggiù in piccole e grandi navi che riproducono, per quanto possibile e comunque in maniera decisamente convincente, gli ambienti raccolti e familiari della propria abitazione.
Una bella differenza rispetto all’aereo. Il vantaggio della velocità messo a confronto con il piacere della “velicità”, del scivolare sull’acqua.
Certamente anche a bordo di piccole imbarcazioni a vela, ma soprattutto su enormi imbarcazioni che della vela non hanno più nulla, imponenti come sono: con i grandi comignoli e le turbine possenti e i ponti, le passeggiate, i saloni, le cabine ariose e i belvedere coperti e scoperti, insostituibili i secondi, per assaporare la goduria degli schiaffi del vento e della salsedine che entra in ogni più remota fibra del corpo.
Mi viene da pensare a Ulisse, in balìa degli elementi naturali sul suo guscio a remi, perennemente alle prese con Ciclopi da combattere e Sirene da scansare.
A bordo di una moderna nave da crociera, sono certo che non potrebbe non apprezzare le “comodità” che ai suoi tempi non esistevano. Oltretutto, Penelope avrebbe spazio a sufficienza in cabina per tessere la famosa tela senza disfarla di notte; particolare poi di un certo rilievo, dormirebbero insieme.
Senza contare che i Proci avrebbero modo di consolarsi trasferendosi magari (via nave) ai Caraibi.
Continuità fra terra e mare
La costiera amalfitana sembra indicare la via ai natanti: occhio alla punta di Massalubrense, che quasi arriva a baciare la splendida Capri; a destra si piega per Salerno, grande porto di partenze e arrivi, a sinistra si entra nel golfo, uno sguardo alla scogliera di Sorrento e poi la costa, oramai accesa di mille luci.
Il Vesuvio non ha più il filo di fumo tanto caro all’iconografia dei Grand Tour, ma vigila sempre su Napoli, punto d’arrivo delle piccole scie bianche che qui convergono.
Battelli dalle isole, navi dal mare aperto. I primi ad approdare al famoso Molo Beverello, le seconde in direzione dei grandi moli della Stazione Marittima, per offrire da coperta, una volta ancorate, sguardi rapiti su Castel dell’Ovo, sulla collina del Vomero, sulla città che si arrampica decisa verso le alture di Camaldoli, Capodimonte, rutilanti di luci e di umanità.
L’aereo ora scivola verso l’interno, fra Campania e Lazio, per atterrare poi nella piana di Maccarese e Fiumicino.
Terra, cemento, piste, vetrate, luci, rumore, gente, taxi. Il viaggio è finito.
Mi è rimasta, struggente, la voglia di mare, quasi una sindrome da “scia acquatica”.
Si è acceso il desiderio di solcare altrettanti grandi spazi sulla “terra liquida”, scrutabile (al meglio) dalla maestosità dei ponti di una grande nave.
L’aereo è veloce, certo. Ma la nave, che non è ad ogni modo lenta, consente un rapporto continuo con il nostro “livello” di vita, sia esso liquido quando si viaggia, oppure solido quando si sbarca. E i due estremi convivono splendidamente, in perfetta simbiosi.
Le scie biancheggianti delle navi non sembreranno più piccoli tagli indolori da bisturi d’altura, ma in compenso doneranno l’emozione dell’accavallarsi impetuoso delle onde e quello, affascinante, dei suoi abitanti che spesso le accompagnano.
In viaggio con il Gruppo Grimaldi
Da oltre sessant’anni il Gruppo Grimaldi opera nel trasporto marittimo con una delle maggiori flotte mondiali.
Più di 60 navi, moderne e tecnologicamente avanzate. Oltre che nel trasporto di autovetture e altri carichi rotabili, è attiva anche nel trasporto di merci in container e carico pallettizzato.
Il raggio d’azione delle linee marittime si è di molto ampliato, coprendo l’intero mediterraneo, il Nord Europa, i paesi Scandinavi, le isole britanniche e molti porto dell’Africa Occidentale e del Sud America.
Viaggio+soggiorno
Tra i servizi offerti dalle società del gruppo, Grimaldi Tour Operator ha realizzato la formula “Viaggio in nave più soggiorno”. La vacanza, infatti, comincia con una piacevole e tranquilla traversata a bordo delle nuove navi del Gruppo Grimaldi Napoli e prosegue nelle più belle località del mediterraneo, dalla Spagna alla Tunisia, dalla Costa Azzurra alla Corsica e Malta, con strutture in grado di offrire comfort e varietà di servizi accuratamente selezionati.
La programmazione 2006 è stata arricchita dell’offerta alberghiera e della esclusiva formula ferry&drive in Spagna, Costa Azzurra/Provenza/Camargue, corsi di lingua inglese a Malta.
Speciali promozioni vengono offerte in occasioni di eventi e festività particolari.
Particolare attenzione viene riservata ai gruppi studenteschi in viaggio di istruzione.
Durante gli scorsi lavori in FITUR a Madrid è stata annunciata la creazione di Grimaldi Tour Operator Espana, operatore che promuoverà lo sviluppo del traffico dalla Spagna verso l’Italia utilizzando la consueta formula viaggio in nave+hotel.
Navi impiegate e caratteristiche
EUROSTAR BARCELONA
Traghetto passeggeri, lunghezza 211,9 m, larghezza 25 m, velocità 32 nodi.
200 cabine con aria condizionata, doccia e WC, 156 poltrone. Bar, Discoteca, Ristorante self service, Ristorante “à la carte”, sala videogiochi, negozio, saletta giochi per bambini, piscina con bar, health centre.
Capacità garage: 1.950 m/l + 150 auto.
EUROSTAR ROMA
Traghetto passeggeri, lunghezza 173,7 m, larghezza 24 m, velocità 27 nodi.
200 cabine con aria condizionata, doccia e WC, 222 poltrone. Bar, Discoteca, Ristorante self service, Ristorante “à la carte”, sala videogiochi, negozio, saletta giochi per bambini, piscina con bar, health centre.
Capacità garage: 1.850 m/l + 100 auto.
EUROSTAR VALENCIA e EUROSTAR SALERNO
Ro/Pax dell’ultima generazione, costruita dai Cantieri Visentini nel 2003.
Lunghezza 186,4 m, larghezza 25,6 m, velocità 23,5 nodi.
93 cabine di cui 2 suites, con aria condizionata, doccia e WC; 62 poltrone. Bar-Ristorante (self service), Club Vesuvio, angolo videogiochi, negozio. Solarium e Bar.
Capacità garage: 2.250 m/l + 160 auto.
Per informazioni e prenotazioni:
www.grimaldi-touroperator.com/
che presenta anche una nuova pagina dedicata alle offerte speciali.
www.grimaldi-ferries.com/
oppure chiamando il numero: +39.081.496.444